Mototurismo
Dainese Expedition Master Uganda: un viaggio indimenticabile alla portata di tutti
I grandi viaggi in moto, specialmente quelli nei paesi pi¨´ esotici, sono esperienze che lasciano sempre memorie indelebili nel cuore di chi vi partecipa. Vivere la propria passione per le due ruote affrontando gli imprevisti e le peripezie di una lunga traversata, magari condividendo tutte le sue emozioni con degli affiatati compagni di viaggio, ¨¨ il sogno di tanti motociclisti. E anche quelli che hanno gi¨¤ vissuto imprese simili non vedono l¡¯ora di ripeterle, magari in nuovi territori. L¡¯Uganda, nell¡¯Africa Orientale, ¨¨ un paese che ha tanto da offrire agli appassionati pi¨´ audaci, con tutti gli ingredienti giusti per allestire un viaggio epico tra strade polverose, paesaggi mozzafiato e una cultura locale tanto affascinante quanto lontana dai canoni dello stile di vita occidentale. Una terra di eclatanti meraviglie e sconcertanti contrasti capace di trasformare un¡¯avventura in moto in un racconto di vita indimenticabile.
A caccia di emozioni
¡ª ?Dainese organizza ormai da anni i suoi Expedition Masters, delle autentiche spedizioni alla conquista di territori lontani che puntano a regalare questo ventaglio di emozioni a tutti i motociclisti, anche i meno avvezzi a questo genere di sortite. Inoltre, svolgendosi sempre sotto l¡¯esperta supervisione di guide qualificate, gli Expedition Masters rappresentano anche un¡¯opportunit¨¤ unica per migliorare la propria tecnica di guida, su svariati terreni. Il calendario di quest¡¯anno ha previsto peregrinaggi in Vietnam, negli Stati Uniti, sull¡¯Himalaya, in Patagonia e, appunto, in Uganda, lo scorso agosto. Nel programma di quest¡¯ultima spedizione un percorso di 1.500 km tra strada e fuoristrada, da completare in 7 giorni e con partenza e arrivo a Kampala, la capitale da oltre 1,8 milioni di abitanti. Ma questa nuova avventura africana presentava anche un risvolto particolare, legato alla solidariet¨¤ e all¡¯inclusivit¨¤, che ha portato l¡¯intera carovana ad effettuare qualche inusuale tappa "extra".
I Partecipanti
¡ª ?Il grosso dei partecipanti al Dainese Expedition Master Uganda era composto da un eterogeneo gruppo di appassionati di varie nazionalit¨¤, anche coppie, iscritti tramite i canali ufficiali del marchio veneto. Insieme a loro anche due popolari content creator-motociclisti invitati per documentare le emozioni forti di quest¡¯impresa: lo youtuber italiano Denis Tarantello, in arte ¡°Sinnaggagghiri¡±, e la giornalista e tester spagnola Bea Eguiraun, gi¨¤ ambassador Dainese e presente anche al Riding Master Racetrack del Mugello. Ad accompagnarli due istruttori, una guida locale e un medico, a loro volta in moto, oltre a due meccanici alla guida di altrettanti mezzi fuoristrada d¡¯appoggio, utilizzati anche per il trasporto di bagagli, viveri, equipaggiamento e pezzi di ricambio. Al seguito anche i tre membri della troupe incaricate delle riprese di rito. Per tutti abbigliamento tecnico rigorosamente?Dainese, caschi Agv (altro marchio del gruppo) e la stessa moto: una Kibo K250, mezzo praticamente sconosciuto alle nostre latitudini.
tutti in sella alla kibo K250
¡ª ?Kibo ¨¨ un costruttore fondato nel 2011 nel vicino Kenya che produce motociclette particolarmente adatte alle peculiarit¨¤ di quest¡¯area geografica, sia in termini di clima che di generale dissesto della rete stradale. La K250 ¨¨ infatti una moto che bada al sodo, piccola e leggera, minimale dal punto di vista tecnologico e quindi affatto impensierita dalle potenziali seccature di qualsivoglia fronzolo elettronico. La sua postura ¨¨ quella di un¡¯enduro solida e maneggevole, con un bicilindrico da un quarto di litro capace di produrre 17,4 Cv e 20,7 Nm di coppia a fronte di 144 kg di peso a secco. Con consumi nell¡¯ordine dei 33 km/l e un serbatoio in grado di imbarcare 13,4 litri di carburante, la Kibo K250 prospetta inoltre un¡¯autonomia superiore ai 400 km. Tra le caratteristiche salienti di questa moto spiccano il cerchio anteriore da 21¡±, le sospensioni a corsa lunga e un impianto frenante dotato di dischi a entrambe le estremit¨¤, bench¨¦ privo di Abs. E le gomme tassellate mettono subito in chiaro anche la sua volont¨¤ di cimentarsi anche sulle superfici pi¨´ aspre.
La partenza da Kampala
¡ª ?Il primo impatto con le fatiscenti strade di Kampala ¨¨ stato piuttosto traumatico per chi non aveva mai guidato prima nell¡¯Africa sub-sahariana. Pi¨´ che la seccatura di doversi abituare alla guida a sinistra, retaggio del passato da colonia britannica, a mettere in soggezione ¨¨ il piglio al limite dell¡¯anarchico del traffico locale, in gran parte composto da veicoli a due ruote di svariata fattura. Il casco ¨¨ un¡¯opzione poco considerata da parte dei locali, cos¨¬ come il ricorso a un minimo di abbigliamento tecnico. Non ¨¨ raro incrociare motociclette e scooter montate da 3 o pi¨´ occupanti, oppure oppresse dai carichi pi¨´ bizzarri e disparati, razzolare senza alcun ritegno per le regole di una circolazione civile e pacifica. E non si pu¨° far altro che adattarsi allo stile degli autoctoni tenendo sempre gli occhi bene aperti. La meta della prima giornata ¨¨ la citt¨¤ di Aber, 300 km a nord ovest di Kampala, da raggiungere tramite un percorso quasi interamente asfaltato e poco insidioso anche per acclimatarsi al meglio con tutto il contesto, moto e strade in primis. Ad Aber c¡¯¨¨ il pi¨´ grande ospedale della regione ed ¨¨ la struttura dove opera Medici con l¡¯Africa Cuamm, organizzazione non governativa italiana che da ormai 75 anni lavora per il supporto sanitario nelle aree pi¨´ critiche dell¡¯Africa centrale. Oltre all¡¯Uganda ¨¨ attiva in altri 7 paesi impiegando circa 3.500 operatori.
Medici con l¡¯Africa Cuamm
¡ª ?Con l¡¯Expedition Master Uganda, Dainese ha aderito per la prima volta a ¡°In moto con l¡¯Africa¡±, progetto correlato con Medici con l¡¯Africa Cuamm che ha tra i suoi obiettivi la raccolta fondi a sostegno degli operatori sanitari del paese. Il marchio dello Speed Demon ha cos¨¬ devoluto a questa causa l¡¯intero ammontare delle quote di partecipazione, oltre a un ulteriore contributo integrativo, inserendo nel tragitto anche una visita all¡¯ospedale di Aber e ad alcuni presidi medici disseminati in zona, per conoscerne meglio storia e attivit¨¤. Tra le priorit¨¤ dell'operazione l¡¯acquisto di moto-ambulanze, di gran lunga il mezzo pi¨´ celere e agile per raggiungere le aree pi¨´ isolate della zona. Le cure materne, neonatali e pediatriche sono infatti al centro delle attivit¨¤ dell'ospedale di Aber, che registra una media di circa 15 parti al giorno, e l¡¯importanza delle moto-ambulanze ¨¨ messa in chiara evidenza da un impressionante dato statistico: il loro utilizzo per il trasporto delle neomamme alle strutture preposte per il parto ha permesso di ridurre il tasso di mortalit¨¤ tra i neonati di addirittura il 40%. Il personale medico locale ¨¨ inoltre impegnato nel contrasto delle tre grandi malattie che affliggono l'area, ovvero Hiv, malaria e tubercolosi, e per questo i proventi dell¡¯Expedition Master Uganda sono stati investiti anche in kit per neo-mamme e in altri materiali per i distaccamenti sanitari dei vari villaggi.
Ripartenza verso le Cascate Murchison
¡ª ?Parlando con dottori, infermieri e volontari di Medici con l¡¯Africa Cuamm si scoprono le grandi difficolt¨¤ in cui versano questi territori. Accedere alla pi¨´ basica assistenza medica non ¨¨ alla portata di tutti, in termini economici e spesso anche in termini di distanza dai presidi medici. Attorno all¡¯ospedale di Aber, ad esempio, sono accampati parenti e accompagnatori dei malati per accudirli in bisogni primari quali il nutrirsi e il vestirsi, necessit¨¤ a cui la penuria di infermieri non permette di sopperire. La seconda giornata ¨¨ cos¨¬ iniziata visitando alcuni villaggi della zona con lo staff di Medici con l¡¯Africa Cuamm, per approfondire ulteriormente le attivit¨¤ svolte dai distaccamenti dell¡¯ospedale di Aber con il prezioso ausilio delle moto-ambulanze. Nel pomeriggio arriva per¨° il momento di rimettersi in marcia verso il parco nazionale delle Cascate Murchison, la pi¨´ estesa area protetta del paese. Per 230 km non si pu¨° che rimanere ammaliati da flora e fauna indigene, con vari avvistamenti di giraffe, rinoceronti, ippopotami, coccodrilli e quant¡¯altro, ma il meteo fin qui benevolo aveva in serbo una sorpresa.
i capricci del cielo d'uganda
¡ª ?Durante il trasferimento verso le Murchison Falls, la carovana dell¡¯Expedition Master Uganda ¨¨ stata sorpresa da un violento nubifragio che ha messo a dura prova piloti e mezzi. L¡¯abbigliamento tecnico impermeabile fornito a tutti da Dainese ha fatto il suo dovere nel contrastare le intemperie e mantenere relativamente a proprio agio i membri del gruppo, ma ci¨° non ha evitato un allungamento dei tempi e un proporzionale aumento delle insidie. Anche i lunghi stradoni asfaltati che attraversano il parco sono cos¨¬ diventati pi¨´ rischiosi per via della scarsa visibilit¨¤, di inattesi rigagnoli d¡¯acqua e anche dei frequenti e spesso improvvisi attraversamenti da parte di persone, biciclette o animali. Tuttavia c¡¯¨¨ stato tempo per la prevista gita in traghetto, risalendo il Nilo Bianco fino a lambire le maestose cascate a cui questo enorme parco deve il suo nome. Dopo un¡¯ultima e ripidissima salita fangosa, in cui l¡¯estrema leggerezza della Kibo K250 si ¨¨ fatta indubbiamente apprezzare, tutti i partecipanti hanno poi raggiunto il camp attrezzato per il pernottamento.
Sulle 'Piste Rosse' in direzione Hoima
¡ª ?La maestosa natura locale ha fatto da sfondo anche alla terza tappa del Dainese Expedition Master Uganda, ma lo scenario ¨¨ diventato quello del Lake Albert, lago da 5.400 kmq di superficie la cui costa opposta ¨¨ territorio del Congo. I 160 km da percorrere nella savana hanno visto l¡¯alternarsi di diversi tipi di terreno, ma durante il tragitto si ¨¨ fatta sosta in qualche villaggio entrando di nuovo in contatto con le comunit¨¤ agricole del posto. Per tutto il viaggio, la popolazione ugandese si ¨¨ sempre dimostrata molto accogliente, sorridente e pronta a contraccambiare ogni saluto. I bambini, in particolar modo, si sono mostrati felici e incuriositi dal passaggio di questo gruppo di motociclisti europei, bardati di tutto punto e pronti a farsi subissare dalle loro domande. Anche le Kibo hanno suscitato un certo interesse nonostante si tratti di moto abbastanza conosciute da queste parti, probabilmente in quanto comunque pi¨´ sofisticate delle raffazzonate e ancor pi¨´ essenziali motorette da 125 cc che abbondano lontano dai centri urbani. Dopo aver macinato altri chilometri sulle polverose ¡°piste rosse¡± della zona, la comitiva ha quindi raggiunto la destinazione finale di giornata, la citt¨¤ di Hoima, capoluogo da 60 mila abitanti dell¡¯omonimo distretto.
Nel parco nazionale di Kibale Forest
¡ª ?Erano invece 220 i chilometri previsti per la quarta frazione, da Hoima alla riserva di Kibale Forest. E il paesaggio circostante ¨¨ cambiato nuovamente. La natura, sempre rigogliosa, ¨¨ diventata progressivamente pi¨´ ordinata con l¡¯aumentare dei campi coltivati e attraversando la regione dei Crater Lakes non si pu¨° che restare incantati di fronte al gruppo montuoso del Ruwenzori, perennemente innevato. Il suo punto pi¨´ alto ¨¨ la cima Margherita, alta 5.109 metri, cos¨¬ battezzato in onore della prima regina d¡¯Italia da parte del Duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, autore della sua prima conquista nel 1906. La pioggia dei giorni precedenti ha innalzato il tasso di difficolt¨¤ di un percorso fatto in gran parte di sentieri tra le foreste, ma l¡¯approdo finale al parco nazionale di Kibale Forest ¨¨ avvenuto secondo la tabella di marcia, senza particolari imprevisti, lasciando anche tempo a chi lo volesse di darsi al trekking nella foresta pluviale.
Avvolti da una natura maestosa
¡ª ?La tappa numero cinque del Dainese Expedition Master Uganda aveva come meta il Lake Mburo National Park, altro rigoglioso parco nazionale nella parte occidentale del paese, con soli 260 mq di superficie e facilmente raggiungibile da Kampala tramite autostrada. Per arrivarci si passa dagli ampi spazi aperti della verde campagna africana, con l¡¯occasionale guado, per arrivare a solcare gli ondulati paesaggi mozzafiato attorno al Lago Mburo, sempre con frequenti avvistamenti di animali esotici allo stato brado. A causa della pioggia caduta nei giorni precedenti, diversi tratti si sono presentati estremamente fangosi, con tante pozze e corsi d¡¯acqua straripati a invadere la sede stradale. L¡¯alternarsi di asfalto e off-road ha quindi visto i partecipanti alle prese con repentini cambi di superficie, talvolta scivolose e altre volte sabbiose. Ci¨° ha obbligato tutti a prestare particolare attenzione alla guida, specialmente in frenata, anche per via degli immancabili e continui attraversamenti da parte di persone e animali. E dopo un totale di 210 km in groppa alle infaticabili Kibo, arriva di nuovo il momento coricarsi e ricaricarsi in vista delle ultime fatiche.
Attraversando l'equatore
¡ª ?Tra asfalto e sterrato erano 130 i chilometri previsti in sella per la sesta e penultima tappa, con destinazione Lake Nabugabo. E nonostante la distanza relativamente contenuta, i paesaggi che si sono susseguiti sono stati nuovamente molto variegati, tra foreste, radure, villaggi e campi coltivati. Nel mezzo una "chicca" particolare, l¡¯attraversamento della linea dell¡¯equatore, puntualmente rimarcata da un apposito monumento che ha offerto a tutti l¡¯opportunit¨¤ perfetta per la pi¨´ classica delle foto ricordo. Il percorso ¨¨ stato reso ancora una volta meno agevole del previsto dalla pioggia caduta in precedenza, ma tutto il gruppo aveva ormai appreso come sfruttare al meglio la Kibo K250 per districarsi da questo tipo di situazioni sia sullo sterrato che su asfalto. E cos¨¬ ¨¨ risultato pi¨´ facile godersi lo spettacolo offerto per l'ennesima volta dalla cornice naturale d¡¯Uganda. Il penultimo pernottamento ha quindi avuto luogo in un elegante resort in riva al Lago Nabugabo, piccolo ¡°satellite¡± dello sterminato Lago Vittoria dalle cui sponde dista solo 4 km.
L'importanza della moto "giusta"
¡ª ?L¡¯ultima tappa del Dainese Expedition Master Uganda ¨¨ stata quella che ha ¡°chiuso il cerchio¡± riportando tutta l¡¯allegra carovana nella capitale Kampala. Si ¨¨ trattato pi¨´ che altro di un trasferimento di 140 km prevalentemente sull¡¯asfalto della Kampala¨CMasaka Road, arteria tra le pi¨´ trafficate del paese che collega la capitale al capoluogo dell¡¯omonimo distretto sud-occidentale. Il lungo dritto autostradale non ¨¨ lo scenario in cui la Kibo K250 eccelle, ma la tranquilla velocit¨¤ di crociera imposta dalla sua limitata cavalleria ha permesso di riflettere anche sui vari pregi da lei messi in mostra nei giorni precedenti: la sua leggerezza innanzitutto, che la rende sempre maneggevole, amichevole e facile da trasportare, la sua innata capacit¨¤ di adattarsi alle diversi condizioni del territorio ugandese, ma anche la facilit¨¤ di intervenire su di essa ogni qualvolta ¨¨ stato necessario. La Kibo K250 ¨¨ stata infatti scelta per quest'impresa anche per la sua smaliziata semplicit¨¤ e la capacit¨¤ di far vivere un¡¯autentica esperienza ¡°africana¡± ai partecipanti. Si ¨¨ rivelata una fedele compagna di viaggio e, a conti fatti, si pu¨° dire che ha centrato l¡¯obiettivo.
il rientro a Kampala
¡ª ?La Kampala-Masaka Road ¨¨ tra le strade pi¨´ moderne dell¡¯Uganda, ma ci¨° nonostante ¨¨ tra quelle con il pi¨´ alto tasso di incidenti mortali del paese. Ci¨° ¨¨ dovuto in buona parte alla scarsa osservanza del codice della strada da parte della popolazione, ma da una prospettiva pi¨´ generale l¡¯Uganda ha dato dimostrazione di un buon grado di modernit¨¤. Durante i sette giorni del viaggio non ¨¨ stato affatto difficile trovare stazioni di servizio lungo la strada per rifornirsi di carburante (anche se alcune di queste erano ancora dotate di pompa manuale) e la copertura di segnale per l¡¯utilizzo di smartphone e dispositivi mobili ¨¨ stata pressoch¨¦ continua. Stesso discorso per quanto concerne l¡¯utilizzo di carte di credito e servizi bancari ¡°occidentali¡± per i pagamenti o la richiesta di valuta locale, vale a dire lo scellino ugandese. Il sole non era ancora tramontato al momento del ritorno nel caotico traffico di Kampala, ma il suo impatto non ha provocato lo stesso sconcerto del primo giorno. L¡¯intero convoglio, infatti, era decisamente pi¨´ preparato a fronteggiarne le stravaganze.
un viaggio da sogno
¡ª ?L¡¯esperienza offerta dal Dainese Expedition Master Uganda ¨¨ di quelle che tanti amanti delle due ruote si augurano di fare almeno una volta nella vita. In avventure di questa portata la moto diventa quasi un¡¯estensione della propria anima, uno strumento con cui scrivere un capitolo epico della propria storia personale. E inevitabilmente si viene a instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia reciproca con i compagni di viaggio, con i quali ci si trova spesso a condividere le difficolt¨¤ e le soddisfazioni dell'impresa. Chi sceglie di vivere un sogno del genere non si limita ad attraversare un paese straniero, ma si trova immerso nella sua stessa essenza, rispondendo cos¨¬ a un primordiale richiamo alla libert¨¤ che si esaudisce solo a stretto contatto con la natura. E di riflesso il viaggio diventa anche introspettivo, alla scoperta di s¨¦ stessi. Dainese comunicher¨¤ presto date e localit¨¤ degli Expedition Master per il 2025: tutti coloro che hanno mai fantasticato simili imprese farebbero bene a tenere d¡¯occhio i suoi canali ufficiali in quanto il ¡°tutto esaurito¡± viene puntualmente raggiunto in tempi fin troppo brevi.
il grazie di?Medici con l¡¯Africa Cuamm
¡ª ?Il legame quasi unico che si crea tra uomo e macchina davanti alle difficolt¨¤ ¨¨ uno dei cardini dell¡¯esperienza offerta dal Dainese Expedition Master Uganda, ma l¡¯interazione con il personale di Medici con l¡¯Africa Cuamm ha evidenziato come la motocicletta abbia ormai un ruolo assolutamente cruciale nella mobilit¨¤ del paese: ¡°La moto ¨¨ un mezzo che fa la differenza in Africa"? hanno specificato in una nota i medici dell¡¯organizzazione, "e noi lo sperimentiamo ogni giorno quando ci sono casi urgenti che devono essere portati in ospedale. Certe strade sono cos¨¬ malridotte che si passa solo con la moto, e questo vale soprattutto per le donne in gravidanza che devono partorire. Tanta quindi ¨¨ la riconoscenza per il sostegno e l¡¯appoggio ricevuti da questa Dainese Expedition Master. Hanno visitato i luoghi in cui operiamo, toccando con mano quanto utili siano questi mezzi per l¡¯accesso alla salute dei pi¨´ poveri. La strada che abbiamo davanti ¨¨ ancora lunga, ma con compagni di viaggio come loro, sar¨¤ pi¨´ facile percorrerla.¡±
¡°esperienza unica nella vita"
¡ª ?Denis Tarantello, pi¨´ conosciuto sul web con il suo soprannome ¡°Sinnaggagghiri¡±, si ¨¨ anche occupato di realizzare un piccolo documentario sulla Dainese Expedition Master Uganda andato poi in onda sulla piattaforma satellitare Sky Sport. Al di l¨¤ dell¡¯impegno professionale, l¡¯inflencer vicentino si ¨¨ detto particolarmente toccato da tutti i risvolti di questo viaggio: ¡°Per me ¨¨ stata un'esperienza unica nella vita. Poter vedere da vicino come vivono l¨¬, la cultura, i costumi, attraversare piccoli villaggi e stare cos¨¬ vicino alla gente ¨¨ stato stimolante e molto bello. E lo ¨¨ stato ancora di pi¨´ perch¨¦ lo abbiamo fatto in moto, percorrendo strade uniche dove normalmente i turisti non vanno e attraversando paesaggi che non si possono immaginare. Essere cos¨¬ vicini ad animali selvatici come elefanti, giraffe, zebre e molti altri mentre si ¨¨ in moto ¨¨ una sensazione unica e indimenticabile.¡±
"¨¨ anche un viaggio dentro te stesso"
¡ª ?Del medesimo avviso anche Bea Eguiraun, nota giornalista che si occupa anche di MotoGP?per la televisione spagnola e che in passato ha collaborato spesso con Dainese, specialmente in pista. Anche per lei l'Expedition Master Uganda ¨¨ stata per¨° la prima genuina avventura africana su due ruote, una spedizione che l¡¯ha colpita su diversi livelli: ¡°Ogni chilometro percorso mi ha regalato una nuova consapevolezza", ci ha raccontato, "viaggiare non ¨¨ solo esplorare luoghi lontani, ma anche crescere, scoprire nuove prospettive e capire che, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza. Questo viaggio in Uganda mi ha insegnato che la vera avventura non ¨¨ solo sfidare i propri limiti, ma anche tendere la mano a chi ne ha pi¨´ bisogno. E con Dainese al mio fianco, ho scoperto ancora una volta che viaggiare ¨¨ molto pi¨´ di un semplice spostarsi: ¨¨ un viaggio dentro te stesso, che ti cambia e ti spinge a migliorare il mondo che ti circonda.¡±
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