La nuova Sportster S 2021 apre una nuova era all¡¯insegna di tecnologia e prestazioni. Piacer¨¤ agli Harleysti? Il carattere non le manca, e nemmeno i muscoli per farsi largo nella mischia
Per la loro stessa natura le rivoluzioni non possono mettere d¡¯accordo tutti. Anzi. La Storia, quella con la S maiuscola, ci racconta che raramente sono state pacifiche, e che in qualche caso c¡¯¨¨ persino chi ci ha rimesso la testa. Fortunatamente qui si parla moto ed il rischio di spargimenti di sangue ¨¨ scongiurato, ma il concetto di fondo ¨¨ pi¨´ meno lo stesso: i mutamenti radicali fanno sempre qualche vittima, e sono fisiologicamente accompagnati da confronti molto accesi. Se poi il cambio di rotta riguarda Harley-Davidson, beh, ci sono tutti i presupposti di un vero e proprio scontro frontale tra ¡°conservatori¡± e ¡°progressisti¡±: storicamente i primi rappresentano la maggioranza tra le fila dei fan della casa americana, un brand che in oltre un secolo di storia ha quasi sempre preferito la tradizione all¡¯innovazione, mantenendo un atteggiamento di cautela tecnologica quasi reazionaria. E che nelle rare occasioni in cui ha provato ad osare non ha quasi mai riscosso il successo sperato, generando anzi molte critiche all¡¯interno dello zoccolo duro dei propri fedelissimi. Non stupisce affatto, dunque, che la presentazione della nuova Sportster S 2021 abbia rappresentato una sorta di meteorite nello stagno degli harleysti: d¡¯altra parte ¨¨ arrivata sbattendo i pugni sul tavolo, a lanciare nel cassetto dei ricordi l¡¯album di famiglia. Spalancando a spallate una nuova era per la casa di Milwaukee, dopo ben 63 anni di storia: siamo stati a provarla per capire, in prima persona, di che pasta ¨¨ fatta questa Harley ¡°ribelle¡±.
SPORTSTER, UN MITO
¡ª ?L¡¯ancien r¨¦gime, in questo caso, ha le sembianze di un V-Twin raffreddato ad aria. Era il 1957 quando il marchio di Milwaukee lanci¨° sul mercato la prima XL Sporster, una moto che voleva essere ¡°sportiva¡± ¨C nel senso americano del termine ¨C con l¡¯obbiettivo di conquistare anche il pubblico europeo. Missione compiuta, visto che le Sporty sono presto diventate le Harley pi¨´ vendute nel Vecchio Continente, rimanendo sulla cresta dell¡¯onda fino a diventare un autentico oggetto di culto. In pi¨´ di sessant¡¯anni la Sportster si ¨¨ ovviamente evoluta, ma lo ha fatto molto gradualmente, quasi senza dare nell¡¯occhio: a met¨¤ anni Ottanta il motore Ironhead ha lasciato spazio all¡¯Evolution, che nel corso delle stagioni ha dato il benvenuto anche alla trasmissione finale a cinghia dentata e al sistema di fissaggio tramite silent block. Piccoli passi, per non stravolgere una moto diventata ormai un mito.
UN NUOVO CAPITOLO
¡ª ?Ma il tempo passa per tutti, anche nel Wisconsin. E complice l¡¯ entrata in vigore delle norme Euro 5 a Milwakee hanno deciso di voltare pagina, facendo calare il sipario su quella che per molti era l¡¯Harley per eccellenza. Scelta obbligata? Pu¨° essere. Fatto sta che nelle stanze dei bottoni si ¨¨ deciso di cogliere la palla al balzo per mettere in atto una rivoluzione vera, travolgente, che ha il volto ed i muscoli di questa Sportster S. Vero, i segnali di un cambiamento epocale c¡¯erano gi¨¤, su tutti l¡¯elettrica LiveWire e l¡¯endurona PanAmerica, teste di ponte per l¡¯apertura di nuove vie al mondo Harley. Ma la nuova Sporty va addirittura oltre in quanto a sfacciataggine, perch¨¦ innovare non le basta: ha anche il coraggio quasi iconoclasta di recitare il requiem di un¡¯autentica leggenda. Di cui forse, per¨°, era ormai giunta l¡¯ora.
COM¡¯¨¨ FATTA: UNA NUOVA MUSCLE BIKE
¡ª ?Lunga, bassa, minacciosa, molto simile al prototipo 1250 Custom visto ad Eicma un paio di anni fa: anche ad un occhio poco esperto la nuova Sportster S appare molto diversa dalle progenitrici. Le forme classiche delle vecchie V-Twin lasciano spazio a muscoli quasi da hypernaked, con le scintillanti cromature tipiche delle custom che cedono il passo a finiture pi¨´ sportive. A livello di estetica l¡¯unica citazione esplicita alle antenate la si ritrova nel serbatoio a goccia da 11.7 litri, una sorta di re-interpretazione moderna del caro vecchio ¡°Peanut¡±. Per il resto si direbbe di essere di fronte alla figlia pi¨´ discola della V-Rod, un¡¯altra HD sui generis che vent¡¯anni fa prov¨° (invano) a fare la rivoluzione: il Dna, del resto, ¨¨ da bruciasemafori, anche se non mancano le influenze del mondo del flat track. In particolare nella sezione posteriore sono evidenti i richiami alle mitiche tracker XR 750: l¡¯esile codino monoposto e il doppio scarico sovrapposto sembrano arrivare direttamente dagli ovali di terra battuta, mentre gli specchi bar-end ed gruppo ottico anteriore a sviluppo orizzontale ¨C la fanaleria ¨¨ completamente a Led ¨C riportano alla mente alcune special del filone streetfighter. Ovviamente l¡¯impostazione generale rimane quella di una cruiser, ma la nuova Sporster S strizza chiaramente l¡¯occhiolino al mondo delle nude anabolizzate, presentandosi anche nel look come una muscle bike di rottura.
COM¡¯¨¨ FATTA: UN V2 POTENTE E MODERNO
¡ª ?Ma ¨¨ li, sotto a quelle striminzite sovrastrutture, che il fuoco del cambiamento arde davvero. Niente, sul piano estetico o meccanico, ¨¨ pi¨´ come prima: incastonato in quel piccolo traliccio ormai ridotto ai minimi termini non c¡¯¨¨ il ¡°solito¡± V2 ad aria di 45¡ã gradi, equivalente motociclistico dei mastodontici V8 ad aste e bilancieri delle auto a stelle strisce. Quando si preme il pulsante Start a risvegliarsi ¨¨ un bicilindrico moderno e raffinato, che non sfigurerebbe affatto su una sportiva italiana o su una naked giapponese: il cuore della Sportser S si chiama Revolution Max 1250T, ed ¨¨ sostanzialmente una versione modificata del V2 di 60¡ã utilizzato sulla PanAmerica. Parliamo dunque di un motore che sfoggia soluzioni tecniche assolutamente raffinate, come il raffreddamento a liquido, la distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro e la fasatura variabile. Capace di girare a 9.500 giri/min, questo V-Twin eroga 127 newtonmetri di coppia a 6000 rpm e 121 cavalli a 7.500 rpm: la potenza ¨¨ leggermente inferiore a quella della versione destinata all¡¯endurona perch¨¦ in questo caso i tecnici americani hanno preferito convogliare gli sforzi sulla prima parte del contagiri, privilegiando la ¡°castagna¡± ai bassi e medi regimi.
COM¡¯¨¨ FATTA: CICLISTICA SPORTIVA
¡ª ?Il motore in funzione semi-portante gi¨¤ di per s¨¦ ci parla di una ciclistica atipica per una Harley-Davidson. Ecco perch¨¦ a Milwaukee hanno coniato un termine apposito, sport cruiser, per definire la Sportster S: la risposta la si trova nella forcella upside-down pluriregolabile da 43 mm firmata da Showa, e nel mono posteriore con serbatoio piggyback, anch¡¯esso fornito dallo specialista giapponese e dotato di regolazioni nel precarico. L¡¯impianto frenante porta invece il marchio dell¡¯italiana Brembo e all¡¯avantreno sfoggia una pinza radiale monoblocco a quattro pistoncini, abbinata ad un disco singolo da 320 mm. Mastodontiche infine le ruote: se al posteriore, cinto da uno scultoreo forcellone tubolare, c¡¯¨¨ uno cerchio da 16 pollici che veste uno pneumatico da 180, a catturare l¡¯attenzione ¨¨ soprattutto il gigantesco anteriore in stile bobber. Le misure? 160/70-17, e vi diciamo gi¨¤ che non si tratta di un errore di battitura.
COM¡¯¨¨ FATTA: DOTATA E TECNOLOGICA
¡ª ?Mai su una HD di serie si era vista una cos¨¬ grande attenzione al contenimento del peso, e infatti grazie all¡¯impiego di materiali pregiati come magnesio e alluminio (e la rinuncia a qualche pezzo di nobile metallo a favore della pi¨´ leggera plastica) il verdetto della bilancia ¨¨ stato contenuto in soli 227 chili in ordine di marcia. Un valore ¡°piuma¡± per una cruiser yankee. Anche in quanto a vezzi tecnologici la Sportster S pu¨° guardare negli occhi le naked europee e giapponesi, con una suite elettronica degna di una sportiva carenata: il pacchetto include piattaforma inerziale a sei assi, ride-by-wire multimappa e tutto il necessario in quanto ad aiuti di guida (Abs e traction con funzione cornering, anti-impennamento e controllo di freno motore). Sul fronte cockpit-multimedia troviamo uno schermo Tft di forma circolare che riprende i quadri analogici delle passate Sportster, e supporta la connessione Bluetooth per gestire attraverso lo smartphone musica, chiamate, messaggi e soprattutto la navigazione. Sono presenti anche la presa Usb-C per ricaricare i dispositivi e la chiave di avviamento con sistema keyless.
COM¡¯¨¨ FATTA: COLORI E PREZZI
¡ª ?L¡¯aspetto da special gi¨¤ c¡¯¨¨, dunque tutta questa cattiveria estetica andava valorizzata con livree all¡¯altezza: se il nero non pu¨° mancare nel catalogo colori di una Harley, dal vivo rendono forse ancora meglio il bordeaux Midnight Crimson e il bianco Washed White Pearl, che con i suoi contrasti esalta le forme aggressive di una moto che sembra gi¨¤ customizzata da un preparatore. Alla voce prezzo la cifra riportata ¨¨ di 15.900 euro, a cui si deve aggiunge il costo degli eventuali accessori disponibili al momento del lancio (kit pedane arretrate, sella passeggero, manopole riscaldate, parabrezza a sgancio rapido e borsa posteriore).
COME VA: SALIAMO IN SELLA
¡ª ?Tra le poche tradizioni che vengono onorate su questa Sporty c¡¯¨¨ quella della posizione in sella: la postura ¨¨ quella classica delle custom, busto eretto e braccia distese, con le gambe protese in avanti. La seduta bassissima (753 mm) consente anche ai meno alti di appoggiare bene i piedi a terra, anche se ovviamente lo sviluppo orizzontale della moto non ¨¨ certo la condizione migliore per esaltare la maneggevolezza. E infatti nel traffico cittadino la Sportster S non ¨¨ poi cos¨¬ diversa dalle altre cruiser: l¡¯interasse generoso non fa di quello urbano il suo ambiente ideale, e anche il misto stretto ci ricorda che siamo a bordo di una moto che ha pur sempre misure da lowrider.
COME VA: OK NEL MISTO, PURCH¨¨ VELOCE
¡ª ?La musica cambia quando il raggio delle curve si allarga. Il nostro a giro, a onor del vero, ¨¨ stato piuttosto tranquillo, ma siamo riusciti comunque ad apprezzare differenze enormi con le antenate: sul veloce la nuova Sporty esibisce una grande stabilit¨¤, e anche se rimane piuttosto ¡°fisica¡± da buttare gi¨´ ¨¨ perfettamente in grado di divertire quando si alza il ritmo. Le pedane cos¨¬ avanzate non invitano alla guida sportiva e il gommone anteriore difficilmente pu¨° renderla un fulmine nei cambi di direzione, ma l¡¯assetto rigido delle sospensioni e un avantreno davvero solido sono di contro un ottimo incentivo a girare la manetta. Sulle prime, a moto ferma, ammettiamo di aver storto un po¡¯ il naso guardando il disco anteriore singolo, ma alla prova dei fatti dobbiamo promuovere anche il comparto freni: rimaniamo convinti che la potenza assicurata da un doppio disco non avrebbe certo fatto male, ma siamo costretti ad ammettere che il mordente ¨¨ comunque pi¨´ che discreto. A fronte, per altro, di una modulabilit¨¤ eccellente, che se si ha un po¡¯ di esperienza rende quasi superfluo l¡¯Abs anche sull¡¯asfalto scivoloso.
COME VA: CHE MOTORONE!
¡ª ?A proposito di pioggia: purtroppo l¡¯abbiamo presa, apprezzando enormemente il fatto che la mappa pi¨´ conservativa sia ci¨° che dovrebbe essere. Vale a dire una Rain vera e propria, in grado di rendere un agnellino anche un leone affamato. E infatti con il pi¨´ ¡°cauto¡± dei riding mode la Sportser S diventa docilissima, a prova di neopatentato, anche se l¨¤ sotto pulsa un 1250 cc che sfonda il muro dei 120 cavalli. Passando in Standard la moto guadagna cattiveria e (molta) potenza, ma rimane piacevolissima da condurre anche al trotto. Il propulsore, che se lasciato girare sottocoppia gorgoglia quasi come i vecchi V-Twin di casa Harley, si distingue per elasticit¨¤ e grande fluidit¨¤ di marcia, aspetto in cui fa la sua parte anche il preciso cambio a sei rapporti con frizione anti-saltellamento. L¡¯unico neo sotto questo profilo ¨¨ un po¡¯ di on-off alle pi¨´ secche riaperture del gas, soprattutto alle pi¨´ basse velocit¨¤.
COME VA: DRAGSTER STRADALE
¡ª ?Ma veniamo al dunque, cio¨¨ alla mappa Sport, che chiude il cerchio dei riding mode di serie (ce ne sono altri due personalizzabili dal cliente). ? qui che la nuova Sportster tira fuori la sua anima da drag-racer stradale, quella che ci induce a considerarla in una certa misura l¡¯erede moderna della V-Rod. Liberato dalle briglie dell¡¯elettronica, il bicilindrico 1250 diventa un motore sportivo nella pi¨´ stretta accezione del termine, un propulsore che non ha davvero nulla da invidiare ai V-Twin ¡°pepati¡± prodotti da questa parte dell¡¯Atlantico. Un po¡¯ castrato ai bassissimi giri dalle norme anti-inquinamento ¨C ma solo se paragonato ai due valvole che conoscevamo ¨C quando arrivano i medi regimi il Revolution Max spinge come un forsennato, regalando accelerazioni mozzafiato non appena si va a stuzzicare la manopola destra. E quel che stupisce maggiormente ¨¨ che non si ¡°spegne¡± affatto nella seconda met¨¤ del contagiri, ma anzi continua ad urlare la sua rabbia anche in alto, incitandovi con una voce esaltante ad accarezzare la zona rossa. Come mai aveva fatto un V-Twin stradale costruito a Milwaukee.
COME VA: ADDIO ¡°GOOD VIBRATIONS¡±
¡ª ?Ma la vita quotidiana non ¨¨ sulla drag-strip, almeno non per la maggior parte di noi, e allora siamo costretti a valutare la Sportster S anche sotto il profilo del comfort. Chiariamolo subito: questa nuova Harley ¨¨ ben lontana dall¡¯essere una tourer e non cerca nemmeno di convincervi del contrario, ma tutto sommato non ¨¨ sacrificante come si potrebbe pensare guardando quel sellino basso e striminzito. Ci¨° che fa soffrire di pi¨´, soprattutto quando il manto stradale non ¨¨ perfetto, ¨¨ la grande rigidit¨¤ del mono posteriore, che in mancanza di spazio disponibile ¨C e dunque di escursione ¨C ¨¨ l¨¬ pronto a darvi una sonora legnata sulle terga in caso di buche e asperit¨¤ significative. A questo proposito dobbiamo anche sottolineare che il motore, soprattutto a causa della posizione dello scarico, riverser¨¤ sulla vostra gamba destra buona parte dei suoi bollenti spiriti. In compenso il Revolution Max ¨¨ sorprendentemente poco propenso ad¡ agitarsi: scordatevi le tradizionali vibrazioni delle Harley, questo V-Twin ¨¨ un¡¯esperienza nuova anche sotto questo profilo. Se positiva o negativa lo lasciamo decidere a voi, ma se non siete tra i pi¨´ radicali harleysti della vecchia guardia crediamo di avere gi¨¤ la risposta. E siamo pienamente d¡¯accordo!
IN SINTESI
¡ª ?Gli integralisti del Bar and Shield hanno gi¨¤ iniziato ad odiarla, e lei di tutta risposta gli sorride beffarda. In molti diranno che non ¨¨ una vera Harley, che ha tradito i principi del marchio. Altri sosterranno che ¨¨ una moto ¡°inutile¡±, e per fortuna hanno ragione: le cose belle, da guardare e da guidare, non hanno quasi mai un vero e proprio senso. Un po¡¯ naked e un po¡¯ custom, la Sportster S ¨¨ una moto deliziosamente incoerente, che parla la lingua delle emozioni pi¨´ che quella della razionalit¨¤. Dismessi ormai definitivamente i panni della entry level di Milwaukee, la Sporty si rivolge alla pancia degli appassionati, a quelli che vogliono cavalcare una power cruiser appariscente e piena di carattere, che se ne frega del parere dei nostalgici. Di certo non le mancano i muscoli per fare a cazzotti, se necessario, e nemmeno la volont¨¤ di conquistare un pubblico che non ¨¨ per forza quello tradizionale della Casa americana. ? arrogante e facinorosa, ed ¨¨ proprio per questo che ci ¨¨ piaciuta da matti.
PREGI E DIFETTI
¡ª ?Piace: Il Revolution Max ¨¨ un motorone, anche in questa veste modificata per privilegiare le accelerazioni da ¡°bruciasemafori¡±. La Sportster S non sar¨¤ fedele alla tradizione ma ¨¨ una moto con una spiccata personalit¨¤, sia da ferma che in movimento. Lo stile ¨¨ davvero intrigante, quasi da special ¡°di serie¡±: di certo questa Harley sa come attirare gli sguardi.
Non piace: il bellissimo scarico laterale sovrapposto si far¨¤ presto odiare dalla vostra gamba destra, e il vostro fondoschiena avr¨¤ qualcosa da ridire anche sulla rigidezza del mono posteriore. La Sporty tutto sommato non frena male, ma continuiamo a credere che un doppio disco anteriore sarebbe stato preferibile.
SCHEDA TECNICA
¡ª ?Harley Davidson Sportster S 2021
Motore e trasmissione
Tipo: bicilindrico a V di 60¡ã
Cilindrata: 1.252 cc
Alesaggio x corsa: 105 x 72.3 mm
Distribuzione: Dohc azionata a catena, 4 valvole per cilindro, fasatura variabile
Rapporto di compressione: 12.0:1
Potenza max: 121 cv a 7.500 giri/min
Coppia max: 127 nm a 6.000 giri/min
Cambio: a 6 marce
Trasmissione finale: a cinghia dentata
Ciclistica e freni
Telaio: traliccio in acciaio, con il motore parte stressata
Forcellone: tubolare in acciaio
Sospensione anteriore: Forcella Showa a steli rovesciati da 43 mm, regolabile, 92 mm di escursione
Sospensione posteriore: mono-ammortizzatore Showa con piggyback, regolabile nel precarico; 51 mm di escursione
Ruote: in alluminio
Pneumatico anteriore: 160/70TR17 73V
Pneumatico posterior: 180/70R16 77V
Freno anteriore: pinza Brembo monoblocco ad attacco radiale, 4 pistoncini con Abs, disco singolo da 320 mm
Freno posteriore: pinza a doppio pistoncino con Abs, disco da 260 mm
Dimensioni e pesi
Lunghezza: 2,265 mm
Larghezza: 843 mm
Altezza: 1,089 mm
Altezza sella: 753 mm
Interasse: 1,518 mm
Capacit¨¤ serbatoio: 11.7 l
Peso in ordine di marcia: 227 kg
Prezzo: da 15.900 euro
ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO
¡ª ?Casco: Arai Concept X
Paraschiena: Dainese Pro-Armor Back.
Pantaloni: Dainese Classic Slim Text Pants.
Giacca: Dainese San Diego.
Stivali: Tcx Rook WP.
Guanti: Spidi G-Warrior.
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