Presentata al Motosalone di Milano nel 1981 la moto progettata da Franco Lambertini fu la prima vera Turbo che precedette tutte le giapponesi commercializzate pochi anni dopo. Purtroppo non and¨° mai in produzione per un problema incredibile: i costi degli stampi delle carenature
Quando la Morini 500 Turbo venne presentata nel novembre 1981 al Motosalone di Milano, che allora ancora non si chiamava Eicma, port¨° lo scompiglio. Bellissima. Un vero miracolo dell¡¯ingegno tecnologico italiano. Un miracolo che ha un nome e un cognome: Franco Lambertini, lo storico progettista di tutte le Moto Morini. ¡°La nostra era un¡¯industria piccola - racconta l¡¯ingegner Lambertini - Il mercato si stava spostando sulle grosse cilindrate, ma la Morini non aveva la potenza economica per realizzare un motore totalmente nuovo per una maxi; avevamo il 500 derivato dal 350 bicilindrica a V che aveva una cilindrata effettiva di 480. Nella seconda met¨¤ degli Anni 70, precisamente nel 1976, vedendo che la Renault di Formula 1 con appena 1500 cc arrivava a 1000 cavalli, volli provarci anch¡¯io. Cos¨¬ installai una turbina KKK con overboost. Il prototipo andava fortissimo, aveva circa 80 cavalli, la potenza delle 750 e 1000 dell¡¯epoca, e superava agevolmente i 200 orari con un peso inferiore ai 180 chili. Eravamo contentissimi: avevamo centrato l¡¯obiettivo. Il primissimo prototipo, guidato dal nostro collaudatore Mauro Dal Fiume, lo provammo in gran segreto sull¡¯A1 in un folle tragitto Bologna-Roma percorso a una media elevatissima e facendo soste volanti per i rifornimenti per evitare di farla vedere nelle stazioni di servizio. Come and¨°? Una favola, nessun problema: affidabilissima. Ci rendemmo conto che per una moto dalle prestazioni cos¨¬ elevate era necessaria la carenatura e mi rivolsi a un giovanissimo e bravissimo artigiano romano: Giuseppe Ricciuti, poi diventato designer all¡¯Aprilia. Un ragazzo che aveva una mano fantastica. Ci propose una grafica stupenda che fu quella che presentammo a Milano. Si innamorarono tutti di quella moto e partimmo in tromba per produrla. Il costo del motore era pi¨´ che accettabile, ma la doccia fredda arriv¨° quando ci venne chiesta una cifra folle per fare gli stampi delle carene: circa un miliardo di lire, tre volte rispetto a quanto avevamo preventivato. Un costo proibitivo, insostenibile, che non proprio non ci potevamo permettere. E fu cos¨¬ che il sogno della Morini 500 Turbo svan¨¬¡±. Da tempo quell¡¯unico modello turbo esistente al mondo ¨¨ conservato dal facoltoso collezionista Mario Righini, in un museo all¡¯interno del Castello di Panzano a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena.
indistruttibili
¡ª ?Quando parla del suo bicilindrico a V il tono di voce di Lambertini si trasforma e gli occhi gli sorridono. ¡°Ricordo - rivela - che spessissimo ero in contatto con i fratelli Luciano e Roberto Nardi, storici concessionari Morini di Roma. Mi confidarono che in officina avevano tre operai e furono costretti a licenziarne due perch¨¦ i nostri motori non si rompevano mai, necessitavano solo di ordinaria manutenzione, quindi bastava un meccanico. Da un lato ero addolorato per i due licenziati, ma dall¡¯altro ero felice che le mie moto erano affidabilissime¡±.
nonno e consulente
¡ª ?L¡¯ing. Franco Lambertini ¨¨ un arzillo giovanottone di 76 anni, vive in un paesino tra Bologna e Modena e ha una mente ancora vivacissima che produce tuttora alta tecnologia. ¡°Sono un pensionato - aggiunge - e il mio lavoro principale ¨¨ quello di fare il nonno e il baby sitter, visto che da poco mi ¨¨ nato il sesto nipotino. Lavoro in casa da libero professionista e ho varie consulenze, con altre case, tra cui la Swm la cui propriet¨¤ ¨¨ cinese. E purtroppo i cinesi sono furbi: i loro brevetti se li fanno rispettare, mentre non si fanno problemi a copiare quelli degli altri. I nostri compresi¡±.
il flop del turbo
¡ª ?A pochi anni di distanza tutte le case giapponesi misero in catalogo almeno un modello turbocompresso: la Honda con la CX 500 e poi CX 650; la Kawasaki con la GPZ 750 (sicuramente la migliore di tutte insieme alla CX 650); la Suzuki con la XN 85 di 653 cc e la Yamaha con la XJ 650. Ma il mercato le respinse in blocco: fu un flop commerciale da incorniciare. Stavolta i colossi Jap fallirono clamorosamente. Del resto nessuna era particolarmente appetibile e, pensate, la Yamaha sovralimentata addirittura aveva prestazioni inferiori del modello aspirato da cui era derivata. ¡°Ed ecco spiegato il mio grande rammarico - conclude l¡¯ing. Franco Lambertini - la nostra Moto Morini 500, la prima ad avere gli scarichi che fuoriuscivano dalla sella, era bellissima, leggera, stabile e veloce, se fosse andata in produzione le avrebbe sbranate tutte¡±.
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