l'esperienza
Guida autonoma, sulla Nissan Leaf robotaxi a Londra
Auto e guida autonoma. Fino a pochi anni fa era la sfida di molti brand auto. Almeno quelli premium. Una sfida che oggi conta forse meno appassionati, con le case pi¨´ attente a quel che accadr¨¤ nel 2035. Chi ha investito l¡¯ha fatto per non perdere il treno della transizione ecologica che, in una dozzina di anni, dovrebbe mettere in concessionaria solo modelli elettrici. Quando l¡¯Europa fisser¨¤ una data per decidere. Ma questa ¨¨ un'altra storia. Intanto Nissan, in quel di Londra, riapre i giochi o quantomeno il dibattito sull¡¯auto a guida autonoma. Effettivamente, la vettura che guida da sola c¡¯¨¨, funziona davvero. E funziona anche bene per quel che abbiamo potuto vedere.
IL CONSORZIO SERVCITY
¡ª ?Protagonista di una dimostrazione senza sbavature ¨¨ stata l¡¯elettrica Nissan Leaf. Il brand giapponese ¨¨ al centro dell¡¯ambizioso progetto ServCity. Un consorzio composto da pi¨´ aziende, istituzioni comprese, come l¡¯Universit¨¤ di Nottingham, volto a dimostrare l¡¯efficienza e la sicurezza della guida autonoma. La Nissan Leaf del nostro test ha viaggiato da A a B in totale autonomia, nella zona meridionale della citt¨¤, a Greenwich, affrontando anche situazioni cosiddette complesse. E per complesse s¡¯intendono le rotonde, i semafori che si susseguono senza sosta, gli attraversamenti pedonali, gli autobus e i cambi di corsia. Senza dimenticare il traffico di Londra, caotico come poche altre citt¨¤ del mondo. Il tutto svolto con una naturalezza disarmante. Del resto tra gli elementi considerati durante lo sviluppo, c¡¯¨¨ stata anche l¡¯analisi dello stile di guida da dare alla Leaf. Chiave che migliora l¡¯esperienza dei passeggeri.
AUTO E INFRASTRUTTURE
¡ª ?Quel che rende diversa la guida autonoma sviluppata nel Regno Unito da Nissan e gli altri partner, rispetto ad altri brand, ¨¨ la filosofia stessa. Qui l¡¯auto non ¨¨ mai lasciata sola nelle decisioni da prendere, ma ¨¨ sostenuta da due elementi fondamentali. Ai laser, radar e telecamere presenti sul veicolo, si aggiungono infatti l¡¯infrastruttura presente in loco lungo il percorso. Moltissimi i sensori e i radar piazzati ad esempio in prossimit¨¤ dei semafori, che monitorano costantemente il traffico. Decine di giga di dati che rimbalzano tra l¡¯auto alle prese con il traffico londinese e la centrale di controllo di Greenwich. L¡¯Smll, lo Smart Mobility Living Lab, comunica costantemente con la vettura, rilevando eventuali problemi alla viabilit¨¤ fuori dalla portata della Nissan Leaf, come ad esempio dietro una curva. E non c¡¯¨¨ che dire. Le oltre 100 persone che hanno lavorato al progetto ServCity, i tre anni di lavoro e i 1.600 km di test (senza tra l'altro nemmeno un incidente) hanno portato i propri frutti. Adesso, ipotizzare una data in cui questa filosofia di mobilit¨¤ possa davvero sbarcare nelle nostre citt¨¤, resta la previsione pi¨´ difficile. I costi sono ancora proibitivi e le normative farraginose. Ma va detto, la tecnologia stavolta c'¨¨ davvero.
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