La legge di Bilancio depositata alla camera prevede un definanziamento importante del fondo automotive. L'Anfia lancia l'allarme. Quei soldi erano destinati, in gran parte, alle aziende che producono componenti. Il ministro Urso: "Impegnati a sostenere le imprese"
Qualche mese fa si discuteva dell'ipotesi di portare la produzione ad un milione di automobili in Italia. Oggi, oltre agli stati di crisi nelle aziende, spunta lo spettro del quasi azzeramento del fondo automotive. Con buona pace, anche, di un'ipotesi di rinnovo di incentivi auto. Nel disegno di legge della Manovra, arrivato alla Camera la scorsa settimana, infatti ¨¨ previsto il taglio di 4,6 miliardi del fondo automotive, soldi che, nelle intenzioni, vanno in parte a difesa e missioni di pace. Il fondo ¨¨ un capiente salvadanaio istituito nel 2022 dal governo Draghi, originariamente di 8,7 miliardi di euro. Una fetta di quei soldi sono serviti per la domanda con gli incentivi auto tra 2022 e 2024, l'altra parte a sostegno delle aziende nella riconversione industriale. Lo scopo era quello di aiutare il comparto nella costosa transizione tecnologica da termico ad elettrico. Ad oggi nel portafoglio rimangono 5,8 miliardi che, secondo le intenzioni del decreto istituivo del fondo, dovrebbero essere spesi entro il 2030.?
componentisti beffati?
¡ª ?Fin qui alle imprese ¨¨ andato ben poco, solo 350 milioni, spiega Roberto Vavassori, presidente di Anfia, l'associazione di Confindustria che riunisce le imprese dell'automotive. "L'idea era di utilizzare? un miliardo l'anno dal 2025 al 2030 per la filiera", dice Vavassori. Con il definanziamento previsto dalla Finaziaria resterebbero circa 200 milioni l'anno. L'industria automotive italiana ¨¨ un tessuto imprenditoriale da 270mila addetti diretti (1,2 milioni di persone compresi indotto e servizi) e 100 miliardi di fatturato che al 90% ¨¨ fatto di produttori di componenti. La bilancia commerciale della componentisitica italiana ¨¨ da molti anni in attivo con esportazioni particolarmente sostenute in Germania. Tuttavia la frenata della produzione tedesca sta producendo effetti. "Iniziamo a sentire un rallentamento significativo dal versante tedesco" conferma il presidente Anfia. La media, "di Trilussa", delle aziende italiane che producono componenti ¨¨ di piccole e medie imprese, ovvero entro i 250 addetti; oltre a queste sono diverse le grandi aziende. Sull'ipotesi che sul taglio del fondo automotive pesino i cattivi rapporti tra governo e Stellantis Vavassori risponde secco: "Mi auguro di no".?
Verso la Frattura?
¡ª ?Detto questo l'associazione confindustriale, con una nota ufficiale si augura di "vedere fortemente ridotto il taglio nell¡¯iter di approvazione della manovra in Parlamento. In caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera ed il Governo".
urso: "Le risorse andranno alle imprese"
¡ª ?Il ministro per le Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, titolare del fondo automotive replica rassicurando ma non fornendo dettagli: "Siamo impegnati a garantire che la filiera dell'automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione. Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi, con particolare attenzione alla componentistica, che ¨¨ la vera forza del Made in Italy".?
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