Un documentario in onda su Sky racconta la vicenda di "Day of the champion" che fu girato in parte ma non arriv¨° mai in sala perch¨¦ battuto sul tempo dal film rivale "Grand Prix"
Dall¡¯alto si vede una monoposto di Formula 1 che sfreccia in una campagna rigogliosa. Ai lati della striscia di asfalto ci sono due ali di folla accampate alla meglio. Stacco di montaggio, cambia la prospettiva: adesso si vede la macchina inquadrata da quella che la segue. I colori sono saturi, il contrasto ¨¨ forte, l¡¯immagine proiettata ¨¨ immensa grazie al rapporto 2,35 : 1 . ? il 1965 al N¨¹rburgring. Una scena magnifica e surreale pensando alla F1 attuale. ? una delle parti girate del film mai terminato e quindi mai uscito in sala Day of the champion, diretto da John Sturges, il regista dei Magnifici sette e della Grande fuga, fortemente voluto e interpretato da Steve McQueen. La pellicola sul mondo delle corse automobilistiche infatti fu battuta sul tempo da un altro film, Grand Prix, di John Frankenheimer, con James Garner e Yves Montand, ma anche Toshiro Mifune e Adolfo Celi, che nel 1966 vinse tre Oscar.
dietro le quinte
¡ª ?Un ricchissimo documentario, Steve McQueen, il film perduto ricostruisce la lavorazione del lungometraggio mai terminato e in parallelo ripropone la corsa con Frankenheimer. Ottantasette minuti tutti da gustare e visibili da sabato 28 su Sky Documentaries alle 21:15. Parte del girato, foto sul set, filmati d¡¯epoca, dietro le quinte, interviste degli anni passati e altre realizzate per il documentario spiegano cosa accadde tra il 1965 e il 1966 quando il progetto era in essere. Tra le moltissime testimonianze spiccano le interviste a Jackie Stewart e quelle, di qualche anno fa, ai due registi rivali, Sturges e Frankenheimer. Ma anche ricostruzioni dei dialoghi con Jack Warner, produttore della pellicola interpretata da McQueen, e tra Enzo Ferrari e il regista di Grand Prix.
tecnica e realismo
¡ª ?Uno degli aspetti interessanti del documentario scritto, diretto e prodotto da Alex Rodger ¨¨ anche come avvenne la realizzazione tecnica delle riprese in pista con cineprese che pesavano una ventina di chili monate su vere auto da corsa come le Lola T70, con tutti i problemi annessi e le soluzioni trovate, e tutte le invenzioni adottate per rendere la lavorazione sicura e realistica al tempo stesso. Gi¨¤, il realismo, una delle ossessioni di McQueen. Uno degli obiettivi dell¡¯attore infatti era che il film fosse giudicato bene, autentico, dai suoi amici piloti e non mera finzione. Sapr¨¤ poi rifarsi con Le 24 Ore di Le Mans girato nel 1971, pellicola amata dagli appassionati di sport motoristici.
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