le ripercussioni
Guerra in Ucraina: Renault, Stellantis e Volkswagen coinvolti nella crisi
La Russia non ¨¨ la Cina, ovvio ma non banale. La guerra in Ucraina mette in luce l'importanza strategica pi¨´ che economica del mercato automobilistico di Mosca, dove non esiste una crescita rampante della classe media e dunque la prospettiva di una espansione dei consumi. La Russia ¨¨ stata considerata in questi anni soprattutto come una appendice importante per far lievitare il totale delle vendite dei gruppi automobilistici europei: presidiare l'estremo Est del Vecchio continente ¨¨ stata per tutti solo una mossa contabile, ma quasi indispensabile. Il blocco delle transazioni finanziarie e il rallentamento dei normali collegamenti commerciali pone adesso un problema ai costruttori coinvolti. Vanno riscritti dei piani di sviluppo, molto pi¨´ importati di un mercato che nel 2021 ha registrato circa 1,67 milioni tra autovetture e veicoli commerciali leggeri venduti, in leggerissima crescita rispetto al 2020, ma con un sostanziale stallo che ormai si protrae dal 2015. In Russia esiste un totale di 34 stabilimenti di produzione di vetture e componentistica, tra cui quelli di marchi come Continental, Magna International and Visteon: a preoccupare sono i contraccolpi da questa parte della nuova cortina di ferro.
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renault
¡ª ?I produttori con le vendite pi¨´ elevate nel 2021 sono stati il gruppo Hyundai - Kia con circa 380 mila veicoli importati, e Avtovaz-Lada con 351 mila esemplari commercializzati, ma di produzione russa. Proprio il gruppo Avtovaz rappresenta la maggiore esposizione straniera, perch¨¦ controllato da Renault dal 2017. Al grande stabilimento Avtovaz a Togliatti si aggiunge un secondo impianto nella periferia di Mosca, e per entrambi gi¨¤ ora si prospettano seri problemi di approvvigionamento di componenti elettroniche di provenienza estera, con una prima sospensione della produzione per due settimane. Il futuro per il gruppo Avtovaz pare assai poco roseo, nonostante in questi anni si sia andati ben oltre modelli iconici come la Lada Niva e puntando su una sinergia tecnica con le vetture a marchio Dacia. Il precedente delle sanzioni imposte all'Iran nel 2018 sta a ricordare il disimpegno rapido di Renault da Teheran e dalla joint venture con Idro, il colosso industriale controllato dallo stato iraniano.
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Volkswagen e Stellantis
¡ª ?La cittadina di Kaluga, a circa 180 km a sud ovest di Mosca, rappresenta un centro industriale di eccellenza per l'automobile Russa. A Kaluga il gruppo Volkswagen ha uno stabilimento che si occupa della produzione del Suv Tiguan e della compatta Polo, oltre che della berlina Skoda Rapid, ma esiste anche una linea di assemblaggio per gli Sport Utility Audi Q7 e Q8. La produzione totale nel 2021 ha toccato quota 118 mila veicoli e 150 mila propulsori. Volkswagen ha investito finora oltre un miliardo di euro nello stabilimento di Kaluga, operativo dal 2007, e un totale di oltre 2 miliardi di euro mettendo in conto anche il secondo polo produttivo a Nizhny Novgorod, in partnership con il costruttore locale Gaz, dove vengono realizzati modelli a marchio Volkswagen e Skoda. Ancora a Kaluga ¨¨ operativa Stellantis, con una capacit¨¤ di produzione di 125.000 veicoli all¡¯anno utilizzata per realizzare veicoli commerciali leggeri come Peugeot Expert, Opel Vivaro e Citro?n Jumpy: nei piani pi¨´ recenti c'era la volont¨¤ di una esportazione anche verso i mercati europei.
Mercedes, daimler e Bmw
¡ª ?Anche il settore del lusso ha investito in questi anni in una presenza produttiva sul mercato russo, pur se con esposizioni ben pi¨´ caute. E' il caso di Mercedes e del suo stabilimento a nord di Mosca, costato 250 milioni di euro nel 2019 e destinato all'assemblaggio della berlina Classe E e della gamma di Sport Utility di grandi dimensioni. Intanto il quotidiano? finanziario tedesco?Handelsblatt riporta la notizia della sospensione della collaborazione tra Daimler Truck e il pi¨´ grande costruttore russo di mezzi pesanti, Kamaz. Bmw, dal canto suo, ha una partnership operativa dal 1999 con il costruttore locale Avtotor per l'assemblaggio di motori a Kaliningrad, mentre i piani di realizzazione di uno stabilimento completo sono stati accantonati nel 2020. Una exit strategy era gi¨¤ anticipata da Ford, che dopo aver costruito un impianto a San Pietroburgo nel 2001 ha scelto nel 2019 di disimpegnarsi in modo totale dalla Russia, cessando anche la commercializzazione di autovetture attraverso la rete ufficiale e mantenendo una presenza nel settore dei veicoli commerciali in collaborazione con il marchio locale Sollers.
volvo
¡ª ?Anche Volvo si unisce alle case automobilistiche intenzionali che prendono posizione. La Casa svedese, infatti, secondo alcuni media internazionali ha deciso di sospendere la spedizioni di veicoli verso il mercato russo fino a nuovo avviso. La decisione, secondo alcune fonti, riguarda la tutela legata a "potenziali rischi associati al commercio di materiale con la Russia" in seguito alle sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. La Casa svedese diverrebbe cos¨¬ il primo costruttore automobilistico a prendere una tale decisione.
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