Scenari
Stop alle auto a benzina dal 2035, l¡¯Italia sfida Bruxelles: servir¨¤ a qualcosa?
La crisi del settore automobilistico in Germania e la crescente concorrenza cinese, contrastata con i dazi sulle vetture elettriche, sono i temi di attualit¨¤ su cui incombe una scadenza ben pi¨´ importante, vissuta finora come inevitabile, ovvero il blocco alla vendita di vetture con motore a combustione nei 27 Paesi della UE a partire dal 1¡ã gennaio 2035. L¡¯intervento al Consiglio competitivit¨¤ dell'Unione Europea del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, segna invece un passaggio significativo nel trasmettere anche formalmente alle istituzioni comunitarie i dubbi ormai largamente diffusi nell¡¯opinione pubblica. Proprio il dossier ¡°Fit for 55¡± che istituisce la scadenza del 2035 prevede infatti una clausola di revisione che obbliga entro dicembre 2026 la Commissione a tener conto dei ritardi nella realizzazione di una rete di ricarica elettrica, oltre che dell'impatto sociale della transizione energetica sull'industria automobilistica e su quella della componentistica. Con il suo intervento, il ministro Urso ha evidenziato la necessit¨¤ che la Commissione Europea anticipi questa fase di revisione dal 2026 ai primi mesi del 2025. C¡¯¨¨ insomma una dichiarazione politica di volont¨¤ da parte dell¡¯Italia, prima mossa di un eventuale percorso che va oltre il semplice spostamento del blocco alle vetture a motore termico oltre il 2035. Lontano dai palazzi del potere di Bruxelles, del resto, la discussione era gi¨¤ aperta da mesi. I prossimi serviranno a capire in che modo?accelerare la fase di verifica o rallentare la tabella di marcia delle scadenze finali. E per chi eventualmente si riveli utile.
La mossa italiana
¡ª ?La proposta illustrata dal ministro Adolfo Urso ¨¨ in realt¨¤ piuttosto articolata. Una piattaforma di lavoro che segnala la necessit¨¤ di introdurre un ¡°European Automotive Act¡±, cio¨¨ un programma comunitario abbinato ad un fondo di sostegno per l¡¯intera filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche prodotte in Europa. Tutto questo, adottando un approccio che favorisca la neutralit¨¤ tecnologica, riconoscendo cio¨¨ un ruolo importante anche ai biocarburanti, agli e-fuels e all'idrogeno. Forte anche la sottolineatura sulla strategia per garantire l¡¯autonomia europea nella produzione di batterie, utilizzando materie prime critiche estratte e lavorate nel continente. Chiaro a tutti per¨° che il nodo centrale resta la eventuale ridiscussione dell¡¯obbligo della svolta al 100% elettrica in Europa dal 2035. Si apre un dialogo sottile, sul filo di un rasoio tra l¡¯eventualit¨¤ teorica di prorogare la scadenza e quella assai pi¨´ pratica di rinforzare le politiche di incentivo alla produzione e all¡¯acquisto di vetture a batteria. L¡¯ipotetica fase di revisione anticipata al 2025 non avrebbe quindi un esito certo. Anzi. ¡°Dobbiamo rivalutare il quadro in cui sono state assunte nel 2023 le decisioni correlate al settore dell¡¯auto¡± ha ricordato Urso. ¡°I dati che emergono, gli allarmi che ci sono lanciati dall'industria automobilistica e dai sindacati, sono gi¨¤ sufficienti per trarre un primo bilancio. Per questo l'Italia intende accelerare il percorso creando nuove condizioni, affinch¨¦ siano raggiunti gli obiettivi", ha aggiunto. Esiste un chiaro tema di competitivit¨¤ per le aziende europee ed ¨¨ anche opportuno tenere conto degli investimenti fatti, che andrebbero vanificati con politiche di rallentamento volute, per paradosso, a protezione del settore.
le prime reazioni
¡ª ?La mossa italiana non ¨¨ passata inosservata, perch¨¦ fonti qualificate segnalano che nel corso della discussione al Consiglio Competitivit¨¤ le delegazioni di Romania, Repubblica Ceca, Malta, Lituania e Slovacchia sono intervenute esprimendo sostegno alle idee alla base della proposta del ministro Adolfo Urso. Il gioco dei Paesi pi¨´ grandi e influenti nella politica europea resta invece ancora al coperto, nonostante dichiarazioni apparentemente rassicuranti. "La Germania non vuole indebolire le regole climatiche, per noi gli obiettivi climatici sono fondamentali e vediamo gi¨¤ un pericolo che l'industria Ue non regga la competizione con veicoli elettrici provenienti da altrove. Il nostro obiettivo non ¨¨ mettere in discussione l'uscita dal motore endotermico nel 2035 e non chiediamo nuovi biocarburanti, che non sono climaticamente neutrali". Il segretario di Stato tedesco agli Affari economici, Sven Giegold, intervenendo al Consiglio Competitivit¨¤ non sembra lasciar spazio al sostegno della posizione italiana, ma l¡¯autunno dell¡¯industria automobilistica sar¨¤ piuttosto caldo a Berlino. Gi¨¤ molto pi¨´ possibilista?la Spagna, almeno interpretando le parole del?ministro dell'industria e del turismo, Jordi Hereu i Boher: "Siamo convinti di dover mantenere l'ambizione ma rafforzare gli strumenti per raggiungere questi obiettivi". Da gennaio ad agosto in Europa, sono state immatricolate 902.011 nuove auto elettriche, che rappresentano solo il 12,6% del mercato. Una svolta finora troppo lenta per sostenersi da sola. Questo non c'¨¨ bisogno di attendere il 2025 per dirlo.
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