Youngtimer
Youngtimer: Ferrari 360 Modena, la sportiva per il terzo millennio
Cinque anni dal debutto dell¡¯amata F355, proporre un nuovo modello che andasse a sostituire la gamma di vetture spinte dal motore a 8 cilindri che, con le 308 prima e le F355 poi, avevano garantito successi commerciali mai raggiunti prima da alcuna creazione della casa, impegn¨° non poco i progettisti di Maranello. Quando al salone di Ginevra del 1999 fu svelata la Ferrari F360 Modena, la 163? Ferrari disegnata da Pininfarina, nessuno avrebbe potuto immaginare la portata di questa novit¨¤, esposta in bella vista sullo Stand pi¨´ ¡°assediato¡± del Salone. Ferrari e Pininfarina, infatti, avevano deciso di realizzare una vettura interamente nuova sia dal punto di vista estetico, sia da quello meccanico. E il lavoro svolto fin dall¡¯inizio sul Progetto 131 (cos¨¬ era denominata internamente la F360 Modena) ha portato alla realizzazione della GT con la scocca dalla rigidit¨¤ mai raggiunta prima, per regalare momenti di vera esaltazione, sia su strada, sia in pista. D¡¯altro canto la Ferrari 360 Modena era stata ideata e progettata per diventare la flagship delle Ferrari con motore V8 del terzo millennio. Gli obiettivi posti ai progettisti prevedevano un innalzamento significativo dei contenuti prestazionali e tecnologici, conciliando anche elementi contrastanti tra loro, quali la riduzione di peso, sebbene in presenza di maggiori dimensioni finalizzate ad una migliore abitabilit¨¤, e un livello di equipaggiamento superiore che esaltasse il comfort.
L¡¯ANIMA SPORTIVA
¡ª ?Pi¨´ dettagliatamente gli obiettivi posti al team di progetto Ferrari, capitanati dall¡¯ingegner Maurizio Manfredini erano i seguenti: prestazioni incrementate con l¡¯adozione di soluzioni tecniche e aerodinamiche originali; miglioramento dell¡¯abitabilit¨¤, godibilit¨¤ della vita a bordo; riduzione del peso; conservazione della connotazione di moderna vettura sportiva con architettura a motore posteriore.
L¡¯AERODINAMICA
¡ª ?Al fine di creare un¡¯automobile dall¡¯aerodinamica avanzata e dal peso complessivo quanto pi¨´ ridotto possibile, in fase di progettazione furono sacrificati alcuni stilemi classici, fino a quel momento ritenuti irrinunciabili su una Ferrari, come la tipica griglia anteriore, sostituita da un¡¯unica carenatura con due ampie prese d¡¯aria laterali per raffreddare i radiatori, sistemati davanti all¡¯asse delle ruote. Un connubio tra estetica e funzionalit¨¤ ottenuto grazie a questi elementi innovativi, giustapposti per favorire la suddivisione ottimale del flusso aerodinamico sopra e sotto la vettura, incanalato inoltre dal fondo carenato e dagli estrattori posteriori, studiati per migliaia di ore nella galleria del vento. Un riguardo, questo, al quale nessuna vettura stradale era mai stata sottoposta prima, un segno tangibile del Dna corsaiolo infuso in questa rossa cos¨¬ speciale. E tanta abnegazione nello studio delle forme ha dato i suoi frutti: con l¡¯aumentare della velocit¨¤ il carico aerodinamico (deportanza) schiaccia la F360 Modena verso l¡¯asfalto, creando l¡¯auspicato effetto suolo, che nella F360 Modena genera una spinta verticale sull¡¯auto che arriva a superare i 180 kg-forza alla velocit¨¤ massima, anche in assenza di spoiler o alettoni, sfruttando invece l¡¯effetto Venturi.
ALLUMINIO L¡¯ELEMENTO CHIAVE
¡ª ?La 360 Modena ¨¨ stata la prima Ferrari stradale con un telaio monoscocca completamente in alluminio, sviluppato in stretta collaborazione con l¡¯Alcoa. Lo chassis prende forma da sezioni in estrusione di alluminio, geometriche e scatolate di differenti sezioni, saldate tra loro tramite 12 punti di intersezione. Le fusioni del propulsore, della scatola di trasmissione e degli elementi delle sospensioni, sono stati realizzati con varie leghe di alluminio, come pure la carrozzeria, formata da pannelli in lega leggera rivettati al telaio. La qualit¨¤ delle fusioni d¡¯alluminio eseguite dalla fonderia Ferrari ¨¨ leggendaria, e per accorgersene ¨¨ sufficiente guardare attraverso il cristallo posteriore della F360 Modena: il motore ¨¨ ben visibile e si pu¨° ammirare la finitura rossa e leggermente corrugata delle cassette d¡¯aspirazione, decorate dalle scritte Ferrari in rilievo, e unite da una semplice fusione d¡¯alluminio con apposto il leggendario ¡°Cavallino Rampante¡±.
IL CARATTERE
¡ª ?La F360 Modena avvia il nuovo corso intrapreso dalla Ferrari, prendendo vita senza vincoli progettuali, con un design inedito e tecnologie innovative che anticipano quelli dei futuri modelli. Il corpo vettura ¨¨ mosso e muscolare: abbandonate le forme geometriche, i parabrezza piatti, i cofani lisci delle vetture a motore centrale ¡°post BB¡±, sulla F360 Modena spiccano il musetto sporgente vagamente appuntito, il cofano basso circondato da voluminosi parafanghi che accolgono anteriormente i gruppi ottici a vista. Il parabrezza ¨¨ piuttosto avvolgente con i montanti arretrati per armonizzare il fianco ben scolpito, nel quale il passo lungo sembra spostare in avanti l¡¯abitacolo raccordandosi poi con un piccolo spoiler appena accennato sulla coda.
LE ELEGANTI PRESE D¡¯ARIA
¡ª ?I radiatori in posizione avanzata hanno permesso ai designer di abbandonare le forme geometriche e le grandi griglie. Le superfici diventano pi¨´ eleganti e le prese d¡¯aria pi¨´ piccole, e posizionate sul parafango posteriore in basso e in alto, omaggiano una grande Ferrari a motore centrale, la 250 Le Mans, e allo stesso tempo donano al parafango posteriore la stessa evidenza volumetrica di quello anteriore. La coda evidenzia quattro gruppi ottici circolari sistemati nella fascia superiore convessa. La parte bassa, invece, ripropone le due grandi griglie per l¡¯uscita dell¡¯aria dove fuoriescono i quattro terminali di scarico. La ricerca della migliore dinamica, quindi, non ha minimamente inficiato lo stile che, invece, viene esaltato dal cofano motore posteriore in cristallo trasparente, che lascia sempre ben in vista il potente propulsore a otto cilindri a ¡°V¡±. Questo elemento fortemente attrattivo ¨¨ una singolarit¨¤ della F360 Modena.
L¡¯ABITACOLO
¡ª ?L¡¯innovazione ha riguardato anche gli interni dove sono privilegiate principalmente l¡¯ergonomia e la ricerca dei materiali. Tutti gli strumenti, tra i quali spicca il contagiri di grandi dimensioni, sono raggruppati davanti al pilota. I comandi principali si presentano alla sua sinistra, mentre al centro, in una piccola consolle, sono sistemati quelli in comune con il passeggero, quali il climatizzazione, la radio e gli alzacristalli. Manca il tunnel centrale, poco giustificato, per altro, in una vettura con motore centrale, per offrire un senso di continuit¨¤ degli spazi interni e una sensazione di maggiore ampiezza degli spazi. A parte questa scelta stilistica le dimensioni in lunghezza, altezza e larghezza della vettura, come pure la facilit¨¤ di ingresso e uscita, sono state particolarmente curate per aumentare la vivibilit¨¤: dietro le due poltroncine, poi, c¡¯¨¨ spazio sufficiente ad accogliere una sacca da golf o un paio di valigie non molto voluminose. L¡¯alluminio, con il quale sono costruiti il telaio e la carrozzeria, ¨¨ l¡¯elemento caratterizzante anche dell¡¯abitacolo. Alcune parti di questo materiale, sono state utilizzate per dare una continuit¨¤ visiva e tattile, come i pannelli che coprono la consolle centrale, gli ornamenti inferiori delle porte e la finitura del quadro strumenti. Gli occupanti in questo modo possono recepire immediatamente il ruolo primario svolto dall¡¯alluminio nella costruzione dell¡¯auto.
LA MECCANICA
¡ª ?Le dimensioni della F360 Modena non sono eccessive: ¨¨ lunga 4.477 mm, larga 1.992 mm e alta 1.214 mm. Lunga poco meno di 300 mm, rispetto alla precedente F355 ormai in runout. Il telaio ha un passo di 2.600 mm, 100 mm pi¨´ lungo della coeva 12 cilindri F550 Maranello, e 150 mm in pi¨´ rispetto alla F355. La carreggiata ¨¨ di 1.679 mm, quella posteriore di 1.617 mm. Anche questi ultimi due valori sono pi¨´ elevati sulla 360 Modena che sui modelli gi¨¤ menzionati. Le sospensioni sono tutte a ruote indipendenti con barre antirollio su entrambi gli assali. Gli chassis della F360 Modena sono stati tutti numerati, come d¡¯uso nelle vetture stradali, con la sequenza di cifre continua nell¡¯intervallo tra il 104376 e il 136686. Gi¨¤ al lancio era disponibile con la guida a destra o a sinistra, con il servosterzo nella dotazione di serie. Le ruote dell¡¯equipaggiamento stradale standard sono una versione stilizzata del tipico cerchio Ferrari a forma di stella a cinque punte, con le razze leggermente convesse, fissato mediante cinque bulloni. Il diametro ¨¨ pari a 18¡± e la larghezza del canale ¨¨ di 7,5¡± sull¡¯asse anteriore e 10¡± su quello posteriore.
IL MOTORE
¡ª ?Il propulsore longitudinale V8 a 90¡ã deriva da quello progettato per la F355, ma ha sub¨¬to un piccolo incremento della cilindrata totale, ora portata 3.6 litri, esattamente a 3.586,20 cc, e la denominazione ¡°360¡± ¨¨ dovuta a questo dettaglio. ? collocato in posizione centrale, ha alesaggio e corsa di 85 mm per 79 mm, cinque valvole per cilindro, doppio albero a camme in testa per bancata di cilindri e lubrificazione a carter secco. Il blocco motore, le teste dei cilindri, la coppa dell¡¯olio e varie altre fusioni sono in lega leggera. Inoltre, le camicie dei cilindri sono trattate in Nicasil e le bielle sono in lega di titanio. Il sistema di accensione/iniezione scelto per la gestione del V8 ¨¨ il Bosch Motronic ME 7.3 che offre il comando dell¡¯acceleratore di tipo ¡°fly by wire¡±. La potenza dichiarata ¨¨ di 400 cavalli a 8.500 giri, pari a circa 112 cv/litro e la poderosa coppia ¨¨ di 373 Nm a 4.750 giri. Il tradizionale cambio manuale, con la caratteristica grata a settori, ¨¨ un 6 marce, tuttavia a richiesta si poteva avere una versione pi¨´ evoluta del cambio ¡°F1¡± introdotto sul modello F355, con alette di comando a destra per salire di marcia e a sinistra per scalare, situate sulla colonna dello sterzo. Con il ¡°F1¡± quando i sensori rilevano il comando del pilota su una delle alette regolano automaticamente l¡¯apertura dell¡¯acceleratore durante la cambiata, per rendere l¡¯operazione pi¨´ morbida.
LA SPIDER E LA CHALLENGE
¡ª ?La Ferrari 360 Spider, ovvero la versione aperta della F360 Modena, ¨¨ stata presentata al salone di Ginevra l¡¯anno seguente, nel 2000. Con il termine della produzione della F355 Spider e l¡¯ingresso di questo modello, la gamma delle vetture costruite a Maranello in quell¡¯anno tornava a quattro modelli. La F360 Spider incamera tutte le innovazioni progettuali della Modena raggiungendo cos¨¬ risultati tecnici mai toccati prima dai modelli di questo tipo della marca del Cavallino e, probabilmente, mai ottenuti da vetture spider di qualsiasi costruttore fino in quel momento. Naturalmente molte modifiche sono state apportate al telaio opportunamente rinforzato per sopperire all¡¯assenza del tetto, e per accogliere la capote a scomparsa, migliorie hanno interessato parimenti il cofano posteriore in cristallo, per favorire lo scambio termico. Sulla base della Modena, alla fine del 1999, la Ferrari allest¨¬ una corrispondente versione da corsa la F360 Modena Challenge, con potenza aumentata fino a 415 Cv, destinata a portare i clienti sportivi in pista nell¡¯omonimo campionato ¡°Challenge 2000¡±.
LISTINO PREZZI E PARTICOLARI
¡ª ?La dotazione di serie prevedeva i doppi airbag, l¡¯aria condizionata, i cristalli elettrici e l¡¯impianto stereofonico comprendente, a richiesta, il lettore Cd. Standard pure gli interni rivestiti in pelle, mentre la regolazione elettrica dei sedili era opzionale, come, gli originali sedili di tipo sportivo e tutta una serie di accessori previsti dalla gamma di personalizzazione ¡°Carrozzeria Scaglietti¡±, realizzati specificatamente per questo modello. Il prezzo di listino nel 1999 partiva da 230.292.000 di lire, circa 119 mila euro. Le quotazioni attuali per la F360 Modena variano da 50 a 67.000 euro per esemplari in buone condizioni, un po¡¯ pi¨´ alte per la Spider e ancora per la Challenge.
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