Molte case automobilistiche si stanno riorganizzando per produrre i macchinari indispensabili per salvare la vita dei pazienti finiti in terapia intensiva
Come in una guerra. ? una delle frasi che si sente pi¨´ spesso in questa drammatica realt¨¤ in cui ci ha catapultato il coronavirus, insieme all¡¯invito sintetizzato nell¡¯hashtag #iorestoacasa. Come in guerra si resiste, si compattano le forze e ci si riorganizza per sconfiggere il nemico. L¡¯emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova gli ospedali e chi ci lavora, medici ed infermieri in prima linea a combattere il nemico invisibile, curando i contagiati. Il Covid-19 ha messo a nudo le carenze strutturali degli ospedali italiani, impreparati ad accogliere in una settimana il numero di pazienti che solitamente arrivano in un anno, in circostanze normali. I reparti di terapia intensiva ed il personale che ci lavora, specialmente negli ospedali lombardi, sono allo stremo. Per questo ci si organizza ricavando nuovi spazi, o allestendo nuovi ospedali temporanei per fronteggiare l¡¯emergenza. Mancano per¨° sia il personale medico, sia i macchinari, almeno quelli pi¨´ indispensabili per combattere il coronavirus: i ventilatori polmonari. Per il primo punto si sta provando a rimediare con il bando per arruolare nuovi medici ed infermieri, oltre a richiamare il personale andato in pensione di recente. Per quanto riguarda i ventilatori, diversi governi nazionali stanno chiedendo una mano all¡¯industria per aumentarne produzione e disponibilit¨¤. Le case automobilistiche, avanguardie del nuovo millennio nel settore metalmeccanico, hanno riposto presente e si stanno organizzando per dare il loro contributo alla causa.
Coronavirus, ventilatori: in Italia disponibilit¨¤ di Fca, Ferrari e Magneti Marelli
¡ª ?Partendo dall¡¯Italia, Ferrari, Fca e Magneti Marelli sono in trattativa con Siare Engineering, il pi¨´ grande produttore italiano di ventilatori polmonari, per produrre componenti essenziali dei macchinari ed eventualmente occuparsi anche dell¡¯assemblaggio. Nello specifico, il Cavallino sta pensando di produrre mascherine e ventilatori e ha dato la sua disponibilit¨¤, mentre Fca sta valutando come agire per collaborare alla produzione di alcune parti. Lo ha confermato agli organi di stampa l¡¯amministratore delegato di Siare, Gianluca Preziosa. Il soccorso offerto dall¡¯industria dell¡¯auto ¨¨ indispensabile: l'azienda bolognese ¨¨ uno dei quattro maggiori produttori al mondo di ventilatori, ma ¨¨ una realt¨¤ relativamente piccola per affrontare una simile emergenza da sola. Conta infatti 35 dipendenti e prima dell¡¯emergenza assemblava solitamente circa 200 dispostivi al mese. Il Governo Italiano, attraverso la Protezione Civile, ha chiesto di aumentare la sua produzione mensile a 500 ventilatori. Un aiuto ¨¨ arrivato dall'esercito, che ha messo a disposizione 25 tecnici specialisti, ma ancora non basta.
Regno Unito: Johnson si rivolge ai costruttori
¡ª ?Dopo il dietrofront di Boris Johnson, il Regno Unito si prepara ad affrontare l¡¯epidemia di coronavirus. Il governo ha infatti chiesto aiuto alle case automobilistiche che hanno siti produttivi nel Regno per produrre attrezzature sanitarie, inclusi i ventilatori polmonari, per colmare la carenza negli ospedali. All¡¯appello del governo britannico hanno risposto positivamente Jaguar Land Rover, Vauxhall, Ford e Honda. Al momento, come sta avvenendo in Italia, si sta studiando il metodo: i ventilatori sono dispositivi sofisticati. ? fondamentale che funzionino correttamente poich¨¦ la vita delle persone pu¨° dipendere da questo fattore. Le case automobilistiche sarebbero in grado di produrre alcune componenti, ma difficilmente potrebbero fabbricare anche le componenti elettroniche di un ventilatore. Boris Johnson incontrer¨¤ presto i produttori per cercare supporto. Secondo il suo portavoce, ¡°Johnson sottolineer¨¤ il ruolo vitale dell¡¯industria britannica nell¡¯affrontare la diffusione del coronavirus e li inviter¨¤ a intensificare e sostenere gli sforzi per combattere l¡¯epidemia¡±.
Stati Uniti: via libera di Trump a Ford, GM e Tesla per i ventilatori
¡ª ?Gli USA sono diventati il terzo Paese al mondo per numero di contagiati, visti gli 8.000 casi registrati nella sola giornata del 21 marzo. A dispetto della sottostimata pericolosit¨¤ inizialmente manifestata dal presidente Trump, la rapida ascesa del numero dei contagiati ha imposto un¡¯immediata inversione di rotta. Anche negli USA le case automobilistiche hanno dichiarato la disponibilit¨¤ a produrre macchinari sanitari. Il primo ¨¨ stato Elon Musk, anche se inizialmente aveva dichiarato via Twitter "The coronavirus panic is dumb", il panico da coronavirus ¨¨ stupido. Poi, prendendo atto della drammatica evoluzione dello scenario statunitense, ha corretto il tiro: ¡°Faremo ventilatori, se scarseggeranno". Ma non ¨¨ stata solo Tesla a proporsi per costruire ventilatori polmonari, lo hanno fatto anche Ford e General Motors. La casa dell¡¯Ovale Blu ha dichiarato in una nota: "Come primo produttore di auto in America Ford ¨¨ pronta ad aiutare l'amministrazione in ogni modo possibile, inclusa la possibilit¨¤ di produrre ventilatori o altri dispositivi. Abbiamo avuto una prima conversazione con il governo degli Stati Uniti e stiamo studiando la fattibilit¨¤¡±. Una portavoce di General Motors, invece, ha dichiarato che "GM sta lavorando per trovare soluzioni per la nazione durante questi tempi difficili e ha offerto aiuto". ? intanto notizia del 22 marzo il tweet di Trump in cui annuncia che ¨¨ stato dato il via libera a Ford, General Motors e Tesla per produrre respiratori e altri attrezzi metallici. ¡°FAST!¡±, velocemente, ha aggiunto il presidente a caratteri maiuscoli.
? RIPRODUZIONE RISERVATA