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Mazda RX-7, la sportiva da record con motore rotativo Wankel
La Mazda RX-7 deve il suo successo commerciale al propulsore Wankel che l¡¯equipaggiava. Debutt¨° nel marzo 1978 con la prima serie, mentre la seconda generazione fu lanciata a settembre 1985. Con la stessa carrozzeria nel 1987 vide la luce anche la Cabriolet, infine nel 1991 arriv¨° la Mazda RX-7 FD terza serie, prodotta fino al 2002, sostituita dalla RX-8 l¡¯anno seguente.
l¡¯essenza della sportiva da corsa
¡ª ?La Mazda con motore rotativo pi¨´ sportiva di sempre ¨¨ stata proprio la RX-7 FD, che fu lanciata in seguito alla vittoria assoluta della Mazda 787B alla 24 Ore di Le Mans, nel giugno 1991. Era potente, grazie al birotore con doppio turbocompressore, e leggera oltre il possibile. Ne vennero prodotti meno di 85.000 esemplari fino al 2002 e fu venduta nel Nord America solo per due anni, rendendola ancora pi¨´ leggendaria. La RX-7 del ¡¯92, rispetto alle generazioni precedenti, possedeva accentuate doti sportive che andavano al di l¨¤ delle linee affusolate e grintose, modellate con cura maniacale dagli stilisti giapponesi, ben attenti alle regole dell¡¯aerodinamica. Era compatta, con baricentro basso, ed estremamente leggera, alleggerita almeno di un centinaio di chili, a dispetto di un equipaggiamento decisamente pi¨´ ricco delle precedenti e con un birotore Wankel dotato di un inedito sistema di sovralimentazione.
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linee morbide ma muscolose
¡ª ?Un design attraente caratterizza la RX-7 terza serie, definita una coup¨¦ sportiva a due porte con portellone. Le dimensioni parlano di 4.295 mm di lunghezza, 1.760 mm di larghezza, 1.230 mm di altezza, con un passo di 2.425 mm e un¡¯altezza da terra di soli 135 mm. Il baricentro molto basso e il peso contenuto in soli 1.250 kg sono le qualit¨¤ che ne hanno fatto una vera sportiva. Sul frontale, morbido ma importante, si nota l¡¯ampia apertura centrale per il raffreddamento del vano motore, e le due bocchette laterali, per radiatori e intercooler del doppio turbocompressore montato in serie. Appena sotto si evidenzia pure un piccolo spoiler inferiore nero a contrasto.
Decisamente atipica ¨¨ la linea posteriore che congiunge i gruppi ottici, come pure il paraurti in tinta con la carrozzeria. Lo spoiler posteriore ¨¨ una prerogativa del modello europeo, che fa il paio con la lieve cavit¨¤ del tetto, praticamente impercettibile, ma anch¡¯essa con funzione aerodinamica. Completano il design, la scalfatura sui parafanghi anteriori che prosegue sulle porte, che aiutano l¡¯estrazione dell¡¯aria per raffreddare i freni e la maniglia di apertura che ¨¨ posta seminascosta sopra la linea di cintura di lato al vetro. Singolari, poi, sono i fari abbaglianti e anabbaglianti a scomparsa, mentre quelli di posizione sono posti immediatamente sotto.
spazio per due
¡ª ?L¡¯animo sportivo si riflette anche negli interni eleganti e curati, costruiti con materiale di qualit¨¤. Di fronte al guidatore la palpebra del cruscotto protegge gli ¡°orologi¡± degli strumenti di tipo analogico. La consolle centrale prosegue senza soluzione di continuit¨¤ nel tunnel centrale, dovuto alla presenza dell¡¯albero di trasmissione per la trazione posteriore. Insolita, invece, ¨¨ la presenza della leva del freno a mano alla destra del tunnel (un retaggio della guida a destra come d¡¯uso in Giappone). Il volante non ¨¨ regolabile e questo causa delle difficolt¨¤ a chi ¨¨ molto alto. Ma la pedaliera ¨¨ stata notevolmente alleggerita, infatti il pedale dell¡¯acceleratore ¨¨ in resina mentre gli altri due in alluminio sono forati. Lo spazio ¨¨ misurato: comodo per due, se non si tratta di ¡°giganti¡±, anche se ¨¨ immatricolata come coup¨¦ 2+2, il bagagliaio ¨¨ piuttosto piccolo, tuttavia sono stati ricavati due vani a cassetto dietro ai sedili, che prendono il posto delle sedute posteriori. Gli strumenti classici con fondo nero hanno una sottile cornice cromata che richiama i famosi e classici Smith di un tempo. Al centro impera il grande contagiri, a destra ¨¨ posto il tachimetro, di dimensioni inferiori, e a sinistra l¡¯indice del carburante e i due termometri per la temperatura di acqua e olio.
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Kenichi Yamamoto, l¡¯uomo del comando
¡ª ?Se Felix Wankel nel 1957 non avesse inventato all¡¯interno della N.S.U. (allora il nome conteneva ancora i punti) il motore rotativo che avrebbe preso il suo nome, non ci sarebbe stata neppure la Mazda e tanto meno la talentuosa RX-7. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta il Ministero giapponese dell¡¯Industria e del Commercio Internazionale si adoper¨° per razionalizzare il numero di Case automobilistiche, contando sul fatto che i produttori pi¨´ grandi potessero pi¨´ facilmente contrapporsi ai giganti europei e statunitensi dell¡¯epoca, obbligando, di fatto, le piccole aziende a fusioni. Cos¨¬ la Toyo Kogyo Company, oggi Mazda, che in quegli anni aveva gi¨¤ in cantiere l¡¯innovativo motore rotativo Wankel, indirizz¨° le sue risorse su di esso, poich¨¦ un costruttore audace, pronto a lanciare un motore cos¨¬ rivoluzionario, avrebbe potuto mantenere pi¨´ efficacemente la sua indipendenza. E se oggi esiste Mazda, quindi, il merito ¨¨ pure del brillante ingegnere Kenichi Yamamoto, dal 1963 a capo del team per lo sviluppo del Wankel.
Al Tokyo Motor Show del ¡¯64 fu presentata in anteprima la Cosmo Sport con il Wankel, un evento che port¨° il brand giapponese alla ribalta internazionale e l¡¯ingegner Yamamoto dapprima al comando della Ricerca e Sviluppo, e quindi ai vertici dell¡¯azienda come Presidente e CEO dal 1987 al 1992, incarnando sempre lo spirito di sfida tipico della Mazda. Perci¨° ¨¨ a lui che si deve la RX-7 come pure l¡¯iconica MX-5, la sportiva due posti pi¨´ venduta al mondo e l¡¯attuale posizione della Casa di Hiroshima oggi nel mondo dell¡¯automotive.
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il birotore wankel: come funziona
¡ª ?Il motore della RX-7 ¨¨ il birotore Wankel 13B Rew, derivato da quello analogo della generazione precedente. La cilindrata effettiva ¨¨ di 654 cc per camera, che equivale a 2.616 cc di un motore tradizionale a pistoni. Eroga 255 Cv a 6.500 giri con una coppia massima di 294 Nm a 5.000 giri, mentre la versione europea ¨¨ depotenziata a 245 Cv, pur mantenendo il valore di coppia massima. I due rotori in lega leggera alimentati a benzina utilizzano l¡¯iniezione elettronica Egi-HS di Bosch e sono sovralimentati da due turbocompressori Hitachi collegati in sequenza: il primo di piccolo diametro, entra in azione ai regimi pi¨´ bassi, per esaurire la sua funzione ai medi regimi, intorno ai 4.500 giri; a questo punto viene escluso tramite una valvola controllata elettronicamente e i gas di scarico (raffreddati sempre da un intercooler aria/aria) sono inviati al secondo turbo pi¨´ grande, necessario per raggiungere le massime performance. Per rendere immediato il passaggio dal primo al secondo, quest¡¯ultimo ¨¨ tenuto sempre in movimento da un leggero flusso di gas proveniente dal primo. Questa soluzione permette di ottenere una coppia dalla curva particolarmente piatta, e quindi pi¨´ efficiente per un range maggiore, che raggiunge il suo massimo a 5.000 giri, ma gi¨¤ a 2.000 mostra valori solo di poco inferiori. Un altro vantaggio del Wankel ¨¨ la possibilit¨¤ di lavorare anche in fuorigiri, fino a 7.500 in questo caso, senza rischiare di essere danneggiato.
In particolare, il 13B Rew ¨¨ stato modificato nei rotori per aumentare il rapporto di compressione rispetto al precedente 13B. Infatti, ¨¨ passato da 8,5:1 a 9:1 per la versione con il turbo e da 9,4:1 a 9,7:1 per quella aspirata. Inoltre, tra le diverse migliorie apportate, ¨¨ stato modificato l¡¯ingranaggio necessario per la fasatura, che si regge con 12 perni elastici, e pure la guarnizione laterale, che ¨¨ stata ridotta. Tutte le modifiche hanno ottenuto un contenimento del peso in misura del 4% rispetto al precedente. Le prestazioni ottenute sulla RX-7 sono notevoli, la terza serie raggiunge la velocit¨¤ massima di 250 km/h, ed ¨¨ capace di accelerare da ferma fino a 100 km/h in soli 5,1 secondi. I consumi non sono proprio dei migliori: all¡¯epoca si parlava di 13,5 litri/100 km come consumo medio.
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gli artigli del diavolo
¡ª ?Il Wankel originale da sempre ¨¨ noto per due difetti principali: consumo eccessivo di olio motore e di carburante. Il merito pi¨´ grande del team di Yamamoto ¨¨ stato quello di risolvere il problema maggiore del modello originale Wankel, i graffi interni chiamati ¡°gli artigli del diavolo¡±. Poich¨¦ l¡¯architettura del motore si basa su un elemento esterno, lo statore che equivale al cilindro dei motori tradizionali, e uno interno, il rotore che equivale in parole povere al pistone, sebbene invece di scorrere longitudinalmente rimanga sul posto a ruotare, accadeva che la superficie interna dello statore, con l¡¯uso, tendeva a segnarsi internamente. Questi ¡°graffi¡± erano provocati dalle lamine degli elementi di tenuta apicali del rotore triangolare (le punte, per semplificare) che sobbalzando all¡¯interno dello statore, invece di scorrere regolarmente, finivano con il rigarlo, perdendo cos¨¬ la tenuta tra rotore e statore. Questa fu la principale causa del declino del Wankel a opera di altri costruttori. Il team di Yamamoto, invece, risolse applicando come incamiciatura dello statore una lamina in lega di alluminio e grafite, per ovviare all¡¯attrito e quindi al consumo delle parti che minavano la sigillatura tra i due elementi risolvendo pure l¡¯eccessivo consumo di olio e pure una certa mancanza di coppia ai bassi regimi. Il birotore ormai pi¨´ affidabile e potente port¨° la Mazda al successo negli anni Settanta. Solo nel 1972 furono vendute almeno 100.000 vetture con il Wankel negli Usa, mentre nel resto del decennio la met¨¤ delle auto prodotte dalla Casa giapponese avevano il Wankel. Con l¡¯obbligo di rispettare le normative antinquinamento dall¡¯Euro1 in poi, iniziarono i problemi. Per questo la RX-7 m.y. 92 arriv¨° in Europa con il motore depotenziato e nel 1996 per rispettare l¡¯Euro2 il rotativo dovette subire ulteriori modifiche.
la meccanica
¡ª ?Il motore della RX-7 FD ¨¨ quello della generazione precedente, ovviamente rivisitato e con due turbocompressori montati in serie, posto sotto il cofano anteriore in posizione longitudinale accoppiato al cambio manuale a 5 rapporti che prosegue con l¡¯albero di trasmissione fino alle ruote posteriori. La trazione posteriore, infatti, ¨¨ la configurazione perfetta per una grintosa sportiva. Pure l¡¯assetto ¨¨ stato concepito per un uso sia stradale sia sportivo. Le sospensioni sono a ruote indipendenti con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barre antirollio. Quelle anteriori sono a leve trasversali e triangoli sovrapposti, mentre le posteriori sono a bracci longitudinali inferiori, leve trasversali e triangoli superiori. La distribuzione dei pesi 50/50 sugli assi garantisce una guidabilit¨¤ eccellente. Nessun controllo elettronico ¨¨ presente sulla RX-7 FD, un aiuto nel controllo della trazione ¨¨ demandato al solo differenziale autobloccante meccanico Torsen. Il sistema frenante ¨¨ particolarmente potente, per ovviare all¡¯assenza del freno motore, caratteristica del Wankel, e prevede quattro freni a disco autoventilanti del diametro di 294 mm con Abs. Gli pneumatici sono ribassati di dimensioni 225/50 ZR 16, montati su cerchi da 16 pollici con canale da 8Jx16. In opzione si poteva avere il cambio automatico Cvt a 3 rapporti con Over Drive.
prezzo
¡ª ?La RX-7 FD al momento del lancio nel 1992 aveva un prezzo attorno agli 80 milioni di Lire (oltre i 41.000 euro di oggi) e ancora oggi ha mantenuto il suo valore. Si trovano usate tra i 15 e i 30mila euro. Sono piuttosto rare, soprattutto in Italia e converrebbe cercarle sul mercato giapponese dove le vendite di questo modello si sono protratte pi¨´ a lungo.
dove molti hanno fallito, Mazda ha vinto
¡ª ?La prima auto con motore rotativo di serie, la Nsu Spider a due posti lanciata nel 1964, venne seguita dalla berlina sportiva Ro80 nel 1967. In entrambe, il motore ebbe problemi di durata. Parallelamente la Mazda con il team di Yamamoto svilupp¨° il Wankel presentandolo in anteprima al Tokyo Motor Show del 1964 sulla Cosmo Sport, l¡¯auto che non solo consolid¨° l¡¯immagine della Casa di Hiroshima come produttore piccolo ma molto influente, ma si guadagn¨° un posto nel firmamento automobilistico grazie al grande successo commerciale ottenuto dal lancio avvenuto negli anni successivi. Parallelamente altre Case tentarono la strada del Wankel: la Citro?n GS del 1973 fu un disastro commerciale, mentre la Mercedes C111 del 1969 non entr¨° mai in produzione. Il motore rotativo, leggero e compatto non fu limitato alle auto, era adattissimo anche per le moto e fu impiegato sull¡¯Hercules W2000, la Van Veen Ocr 1000 e la Norton Commander, modelli promettenti che per¨° durarono poco.
il dna racing di Mazda
¡ª ?Le Mazda con il Wankel ottennero un successo pieno nelle competizioni, vincendo tra l¡¯altro 11 Campionati Imsa consecutivi fino al 1991, in particolare la RX-7 vinse per l¡¯undicesima volta consecutiva nel febbraio 1992 la 24 Ore di Daytona, categoria Gtu, e altre competizioni anche nei Campionati Rally. Per festeggiare la vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans con la 787B nel 1991, fu lanciata la RX-7 FD, la terza serie, con il propulsore 13B-Rew che presentava un rivestimento di grafite pure sul rotore.
rx-7 da record
¡ª ?Era l¡¯agosto 1986, quando una Mazda RX-7 sfrecci¨° sul lago di sale a Bonneville, Utah (Usa) a ben 383,7 km/h stabilendo un record di velocit¨¤ su terra che superava il precedente di quasi 80 km/h. Il pilota alla guida era Don Sherman, direttore editoriale di Car and Driver, e l'auto era stata fornita dal tuner californiano Racing Beat, specializzato in Mazda Rotative da corsa. Nel 1995 la Racing Beat stabil¨¬ anche un nuovo record a Bonneville, sfiorando i 390 km/h con una RX-7 di terza generazione. Ma fu il primo record oltre i 380 km/h che impresse in maniera indelebile il nome dell'RX-7 negli annali automobilistici.
il futuro ¨¨ la rx-vision?
¡ª ?La Rx-Vision progettata da Ikuo Maeda, (figlio di Matasaburo Maeda, capo progetto della RX-7 e poi responsabile del Design di Mazda), la pi¨´ celebre auto sportiva del brand, presentata al Tokyo Motor Show del 2015 con la sigla identificativa RX (che per Mazda sta per motore rotativo), con il suo stile accattivante che vanta molti elementi della Casa di Hiroshima, suggeriva l¡¯impegno di Mazda sullo sviluppo del rotativo, anticipandone la possibilit¨¤ dell¡¯alimentazione ad idrogeno, testato poi sulle ultime RX-8 nel 2011 (prodotta dal 2003 al 2011 in 200.000 esemplari) sicuramente troppo in anticipo sui tempi, ma non pi¨´ oggi che la mobilit¨¤ green vede nell¡¯elemento pi¨´ diffuso al mondo il vettore energetico del futuro prossimo, l¡¯idrogeno e dunque potremo aspettarci pi¨´ avanti ancora un¡¯altra RX: per la Casa che ha cancellato i segni degli ¡°artigli del diavolo¡± tutto ¨¨ possibile...
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