Mancano pochi giorni alla partenza della sperimentazione sul campo degli occhiali smart prodotti da una ditta italiana per la Polizia municipale, ma il Garante della privacy ha qualche dubbio
Chi dovesse trovarsi nel centro storico di Arezzo, ai primi di dicembre, potrebbe incappare in un poliziotto con uno strano visore high-tech in testa. Non ¨¨ Robocop, ma un agente della Municipale che indossa i nuovi occhiali smart di laBconsulenze, un'azienda romana specializzata in prodotti e servizi per la Pubblica amministrazione, i sistemi di sicurezza per pedoni e ciclisti, i sistemi di videosorveglianza, i sistemi di gestione delle aree di sosta a pagamento e, soprattutto, i sistemi di rilevazione automatica delle infrazioni al Codice della strada. Tre di questi dispositivi, chiamati laBglasses, verranno utilizzati dai Vigili urbani della cittadina toscana a partire dal primo dicembre, per una prima sperimentazione. Questi occhiali, infatti, hanno uno scopo ben preciso: accelerare il processo di verifica dei dati del veicolo e del conducente, in cerca di infrazioni al CdS, e il processo di notifica dell'eventuale multa. laBconsulenze, infatti, afferma grazie ai suoi occhiali smart sar¨¤ possibile fare una multa in meno di venti secondi. Tutto questo, per¨°, potrebbe saltare: il Garante Privacy ha aperto un'istruttoria nei confronti del Comune di Arezzo per verificare se l'uso di questi dispositivi sia lesivo per la privacy del cittadino o per quella dell'agente della Polizia municipale che li indossa. Sempre il Garante, per¨°, incautamente ha comunicato ci¨° insieme alla notizia dell'apertura di un'altra istruttoria nei confronti del Comune di Lecce, dove stanno per arrivare delle telecamere fisse con riconoscimento facciale.
OCCHIALI SMART: COME FUNZIONANO
¡ª ?Per evidenti motivi di riservatezza industriale, laBConsulenze non ha dato molti dettagli su come siano fatti i suoi laBglasses, sappiamo solo che il sistema ¨¨ formato da tre elementi: gli occhiali, con telecamera integrata e schermo virtuale sulla lente trasparente (tecnologia simile a quella degli Head Up Display delle auto moderne), uno smartphone agganciato al polso con un bracciale a strappo e sul quale gira l'app Urbano 2.0, una piccola stampante termica Bluetooth (simile a quella per fare gli scontrini) che si aggancia al cinturone dell'agente e serve a stampare le multe. L'azienda ha pubblicato un video in cui mostra il funzionamento di questo sistema in modo pratico con una vigilessa di Arezzo che indossa gli occhiali smart in due scenari diversi.
Il primo scenario ¨¨ quello dell'automobile parcheggiata in area non consentita. La vigilessa usa gli occhiali per leggere il numero di targa e il sistema gli mostra sullo schermo virtuale i dati del veicolo: numero di targa, stato della revisione, stato dell'assicurazione Rca compresa la compagnia assicuratrice, la data di scadenza e il numero di polizza. Se dal controllo emerge una violazione del Codice, allora l'agente pu¨° usare la stampante per produrre la notifica della contravvenzione, da lasciare sotto al tergicristallo come da tradizione. Il tutto in circa 19 secondi, compresa la passeggiata per raggiungere il lunotto posteriore dell'auto.
?Il secondo scenario, invece, ¨¨ quello del controllo dei documenti dell'automobilista: il cittadino fornisce la patente di guida e l'agente, tramite gli occhiali, vede a schermo il numero del documento, la data di scadenza, i punti rimanenti ed eventuali prescrizioni come la guida con occhiali da vista. Anche in questo caso, se c'¨¨ qualcosa che non va ¨¨ possibile "stampare" la multa nel giro di pochissimi secondi.
IL GARANTE PRIVACY NON CI STA
¡ª ?La notizia dell'inizio di questa sperimentazione ¨¨ arrivata fin negli uffici del Garante per la privacy, il quale ha aperto nel giro di meno di una settimana un'istruttoria per chiedere al Comune di Arezzo tutte le informazioni in merito alla gestione della privacy di chi user¨¤ gli occhiali, di chi possiede le auto controllate e di chi viene fermato per il controllo dagli agenti. "L¡¯Autorit¨¤ - si legge nella nota diffusa alla stampa - ha messo in guardia dall¡¯uso di dispositivi video che possano comportare, anche indirettamente, un controllo a distanza sulle attivit¨¤ del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Anche il Comune di Arezzo dovr¨¤ fornire copia dell¡¯informativa che sar¨¤ resa agli interessati: sia ai cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia al personale che indosser¨¤ i dispositivi, e la valutazione d¡¯impatto sul trattamento dei dati che li riguarda".
I dubbi del Garante sono sia a tutela dei Vigili urbani che degli utenti della strada. I dubbi per gli agenti derivano dal fatto che questi occhiali potrebbero avere dei sistemi di geolocalizzazione, in grado di tracciare i movimenti (o i non movimenti) dei lavoratori in servizio sulle strade. I dubbi sugli utenti, invece, riguardano i dati che vengono raccolti, in che modo e dove vengono trasferiti e una eventuale conservazione di tali dati. Ormai lo sanno un po' tutti, infatti, che se un dato viaggia dal punto A al punto B senza essere stato prima crittografato ¨¨ possibile intercettarlo e leggerlo. Si sa anche che, se il dato viene conservato in maniera poco sicura, ormai anche un hacker alle prime armi prima o poi riuscir¨¤ a leggerlo.
AREZZO RISPONDE
¡ª ?Ai dubbi del Garante della privacy ha risposto il comandante della Municipale di Arezzo Aldo Poponcini, il quale nega categoricamente ogni tipo di problema di privacy derivante dall'uso di questi occhiali: "I dati relativi ai veicoli e ai conducenti si hanno normalmente gi¨¤ con la richiesta dei documenti, patente di guida e carta di circolazione, l'organo accertatore acquisisce quei dati". Tra un controllo classico ed uno smart, secondo il comandante Poponcini, la differenza sarebbe dunque solo velocit¨¤ ed efficienza: nessun dato in pi¨´ e nessuno in meno. Gli agenti, poi, possono scegliere se usare il visore oppure no.
IL RICONOSCIMENTO FACCIALE NON C'ENTRA
¡ª ?Infine, una precisazione: nonostante il Garante della privacy abbia fatto un unico comunicato stampa sull'istruttoria relativa ai fatti di Arezzo e su quella sui fatti di Lecce, ¨¨ giusto puntualizzare che gli occhiali smart per le multe non hanno alcun sistema di riconoscimento facciale integrato. Tale sistema, invece, ¨¨ presente nelle telecamere fisse che stanno installando a Lecce. Il Garante, quindi, avrebbe fatto meglio a dividere le due comunicazioni vista la delicatezza di entrambi i temi.
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