Lo squadrone tedesco 80 anni fa sfid¨° le Alfa Romeo in una edizione molto speciale del Gran Premio di Brescia
Questo weekend ¡°orfano¡± di Mille Miglia, rinviata al 22 ottobre a causa della pandemia, ¨¨ l¡¯occasione per ricordare gli 80 anni trascorsi da un¡¯edizione davvero speciale, rimasta nella storia perch¨¦ fu la prima corsa dopo il divieto imposto Benito Mussolini nel 1938 alle gare di velocit¨¤ su strade pubbliche, e l¡¯ultima prima dello stop imposto nuovamente dal 1941 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale. Una edizione speciale, voluta a tutti i costi, un gesto coraggioso di passione sportiva in un momento di crisi internazionale.
Mille Miglia 1940: IL GRAN PREMIO DI BRESCIA
¡ª ?Da sette mesi era cominciata la seconda guerra mondiale, scoppiata il 1¡ã settembre 1939 con l¡¯avvio dell¡¯invasione della Polonia da parte della Germania nazista. Era prossimo il primo scontro diretto con le forze degli Alleati nella campagna di Norvegia. In una Italia di ¡°non belligeranza¡± i segnali di un imminente conflitto erano inequivocabili. Ma Brescia non voleva rinunciare alla sua Freccia Rossa. L¡¯evento era stato vietato a causa dell¡¯incidente della Lancia Aprilia finita sulla folla a Bologna due anni prima, ma il 28 aprile del 1940 la gara riusc¨¬ a riprendere vita in un¡¯altra veste- chiamato ufficialmente Gran Premio di Brescia- sul circuito Brescia-Cremona-Mantova di 167 chilometri, da disputarsi nove volte per raggiungere la lunghezza complessiva di circa 1.000 miglia. Il tracciato era pianeggiante e con poche curve, senza il famoso settore iniziale velocissimo da Brescia a Bologna, e un nuovo raccordo polveroso fino a Goito per evitare il centro di Mantova.
LE CLASSI DELLA MILLE MIGLIA
¡ª ?Come da tradizione i concorrenti vennero suddivisi in cinque classi in base alla cilindrata e, questa volta, tutte vetture senza compressore: 88 i partenti, con squadre portacolori di nazioni in guerra fra loro, costrette a non parlarsi. Da una parte i tedeschi con le Bmw, dall¡¯altra i francesi con le Delage. Amici-nemici sotto lo stesso tetto dell¡¯Hotel Vittoria, vicino a piazza della Loggia a Brescia, prima della partenza. Le classi pi¨´ piccole erano monopolizzate dalle Fiat preparate da specialisti come il modenese Vittorio Stanguellini, che iniziava a mettersi in luce: partirono 19 Topolino (750 cc) e 25 Fiat 1.100 cc, seguite dalle vetture della categoria da 1.500 cc, di cui 12 Lancia Aprilia e due 815 preparate da un ancor giovane Enzo Ferrari.
Mille Miglia 1940, LE 815 DI ENZO FERRARI
¡ª ?Le prime vetture del Drake, con un motore 8 cilindri in linea e telaio a ruote anteriori indipendenti, vennero affidate agli equipaggi Ascari-Minozzi e Rangoni-Nardi, ma entrambe furono costrette al ritiro. Furono i piani alti a combattere per la vittoria assoluta: nella classe 2.000, le cinque Bmw ai nastri di partenza promettevano di dare battaglia con una potenza di fuoco inaspettata. Non si trattava pi¨´ delle stesse 328 che avevano corso due anni prima bens¨¬ di vetture evolute, con lo stesso telaio ma potenti e velocissime: tre spider aerodinamiche e due berlinette, una che aveva debuttato a Le Mans affidata a Fritz Huschke von Hanstein e Walter B?umer (vettura poi scoperta e restaurata dal collezionista californiano Jim Proffit) e l¡¯altra con a bordo gli italiani Giovanni Lurani e Franco Cortese. La squadra ufficiale Alfa Romeo diretta da Bartolomeo Costantini, campione Bugatti, partecipava nella classe di 3 litri: elegantissime berlinette carrozzate Touring da 2.500 cc con motore 6 cilindri bialbero. Sulla carta erano le favorite, con 120 Cv di potenza, ma il peso faceva la differenza: rallentate da una stazza di circa 1.000 kg, le italiane non riuscirono a reggere il confronto in termini di velocit¨¤: 196 km orari per le Alfa Romeo, rispetto ai circa 220 km orari delle berlinette Bmw. La ricetta vincente delle tedesche era proprio il telaio che consisteva in una struttura tubolare filigranata e rivestimento esterno in alluminio: una vettura "superleggera¡± che permetteva a questa coup¨¦ pronta per le competizioni di contenere il peso in appena 780 kg con un motore a sei cilindri in linea da 130 Cv sotto il cofano.
IL DUELLO FRA Bmw E ALFA ROMEO
¡ª ?Messa subito fuori gioco la Lancia Astura 8 cilindri a V 3.000 cc di Gigi Villoresi per un guasto ad una testata, la gara mise in campo il pi¨´ straordinario duello fra Alfa Romeo e Bmw, con la filante Bmw 328 Mille Miglia Coup¨¦ Touring di Fritz Huschke von Hanstein e Walter B?umer, al comando dall¡¯inizio: al terzo giro l¡¯equipaggio tedesco aveva gi¨¤ la media record di 174,102 km orari, riuscendo a tagliare il traguardo in 8 ore 54¡¯ 46¡±, davanti a delle tribune allestite a Brescia per l¡¯occasione e stracolme di gente. Seguivano l¡¯Alfa Romeo di Farina-Mambelli in 9 ore, 10¡¯16¡± e la Bmw di Brudes-Roese in 9 ore 13¡¯ 27¡±. Le condizioni di bel tempo per tutta la gara avevano forse favorito le vetture tedesche, molto veloci ma meno stabili di quelle italiane. Ma ¨¨ un dato di fatto che in quella Mille Miglia indimenticabile, le regine del Quadrifoglio furono surclassate di gran lunga dalle agilissime vetture della casa di Monaco, scese in Italia a guerra iniziata, per vincere a testa alta. Il conte Lurani, costretto al ritiro al settimo giro per una serie di noie alla vettura di alimentazione e lubrificazione, scrisse: ¡°Forse un meditato gesto politico e la volont¨¤ di non strafare consigliarono alla squadra tedesca di accontentarsi di una schietta e chiara vittoria con un bel quarto d¡¯ora di vantaggio sulla prima delle Alfa Romeo¡±.
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