l'analisi
Carburanti, come aumenta il prezzo di benzina e diesel
¡°Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato, fatta a spese delle imprese e dei cittadini¡±. Le parole del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno inevitabilmente acceso i riflettori sul caro carburanti. Cerchiamo di capire insieme dove il complicato meccanismo che porta al prezzo di benzina e gasolio possa lasciare spazio ad una eccessiva speculazione.?
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doppio binario
¡ª ?L'associazione mentale per cui l'aumento del prezzo dei carburanti deve rispecchiare istantaneamente quello del petrolio ¨¨ ovviamente errata, come lo ¨¨ in linea di principio il ragionamento opposto, secondo cui il greggio acquistato sul mercato internazionale, un mese prima e ad un costo pi¨´ favorevole, non dovrebbe autorizzare aumenti immediati. La realt¨¤ ¨¨ invece quella di un settore che ospita infiniti passaggi e soprattutto dove la materia prima e il prodotto finale viaggiano su binari anche diversi. Comanda la logica dell'asta e del miglior prezzo. Ad esempio, gli indici che misurano quello del petrolio sono ufficialmente tre, a seconda della sua provenienza geografica: l'americano West Texas Intermediate ( Wti), l'arabo Fateh e naturalmente il Brent, ovvero la qualit¨¤ di greggio del Mare del Nord presa ormai come riferimento dal mercato europeo per via del minore costo di raffinazione. La logica sarebbe quella di una libera e riservata contrazione tra le aziende di estrazione e quelle di lavorazione, ma non ¨¨ cos¨¬, se ¨¨ vero che il prezzo risulta ¡°rilevato¡±, ovvero nella sostanza fissato quotidianamente da una entit¨¤ finanziaria che domina il settore, chiamata Platts. Fondata nel 1909, oggi formalmente ¨¨ una divisione dell'agenzia S&P Global, ha sede a Londra ed ¨¨ indipendente, nel senso che il suo compito ¨¨ quello di registrare ogni giorno l'andamento della domanda e dell'offerta. A lei per¨° fanno riferimento le compagnie petrolifere per tutte le loro operazioni, e tocca poi soprattutto al Platts fissare il "valore effettivo dei prodotti raffinati". In sostanza, gli inserzionisti determinano il prezzo industriale internazionale della benzina e del gasolio in un regime che non ¨¨ regolamentabile in nessun modo sul piano dei limiti alla speculazione. Sistematicamente, al variare del prezzo di un barile di petrolio, soprattutto in discesa, non ¨¨ affatto scontato corrisponda la medesima variazione del prezzo per benzina e gasolio. Il Platts basa oggi le sue quotazioni principali su un meccanismo d¡¯asta che dura mezz¡¯ora. Chi estrae e raffina petrolio cerca i migliori margini possibili, che per chi acquista diventano invece ideali se sono minimi. L'intera economia mondiale dei carburanti si affida a quest'unica regola, disarmante ma almeno trasparente. Da qui in poi, neppure questo.?
troppi passaggi
¡ª ?La teoria scolastica prevede che il prezzo di ogni carburante sia composto da tre elementi, il costo della materia prima, la componente fiscale che prevede le accise e le tasse propriamente dette, e poi il margine lordo, che determina i guadagni di chi effettivamente distribuisce e vende benzina e gasolio. La pratica ormai regista un gran numero di ¡°presenze¡± soprattutto in questa terza fase, con il lavoro di un numero imprecisato di operatori intermedi, o broker, che si inseriscono nella filiera tra produzione e rivendita vera e propria. L'intermediario petrolifero che rappresenta una raffineria deve trovare un acquirente disposto ad acquistare il prodotto raffinato, costruendo per¨° una lunga serie di passaggi intermedi con altri operatori su mercati diversi. Sembra mirare a questa ¡°catena¡± l'intervento di Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli (l¡¯associazione dei distributori al dettaglio), che nei giorni scorsi ha ribadito al Corriere della Sera la presenza di profonde anomalie nella filiera, particolarmente in Italia e in questa fase storica. "Di solito in Italia le societ¨¤ di raffinazione o importazione del prodotto gi¨¤ raffinato applicano uno spread, una commissione di intermediazione di 8 centesimi al litro per la rivendita al distributore. Dall¡¯inizio della guerra questo spread ha registrato una crescita dal 5% all¡¯11%". Tecnicamente, per i carburanti non si applica la disciplina del sottocosto, ma neppure quella della concorrenza sleale, e dunque qualsiasi prezzo ¨¨ lecito purch¨¦ si paghino le imposte. Aggiungiamo poi che, mentre per il greggio deve viaggiare con una identificazione chiara circa la sua provenienza, per i prodotti raffinati questa resta sostanzialmente una opzione commerciale. Dettaglio non piccolo, che aumenta ulteriormente il potere dei broker. Il mondo della raffinazione infatti sta cambiando molto radicalmente, come sottolinea il centro studi Rienergia, che sottolinea come la capacit¨¤ operativa effettivamente disponibile non superi 85 milioni di barili al giorno, quindi, inferiore alla domanda complessiva di circa 100 milioni di barili. Non c¡¯¨¨ pi¨´, a livello mondiale, una spare capacity di raffinazione, cio¨¨ un margine di riserva, e anzi, siamo di fronte alla situazione opposta in cui molte aree di consumo che non riescono ad essere coperte. A cambiare poi ¨¨ anche la geografia del carburante, che si ¨¨ spostata sempre pi¨´ verso Oriente, dove nei prossimi anni si concentrer¨¤ il grosso dei consumi e dove, per questo, sono sorte raffinerie in grado di coprire da sole l¡¯intera domanda italiana di un anno. La sola Cina che ha attirato nel 2020 la met¨¤ degli oltre 54 miliardi di dollari investiti lo scorso anno in nuova capacit¨¤ a livello mondiale. Nel frattempo, le pratiche di accaparramento sul prodotto finito hanno portato, come ricordato da Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli ¡°a grandi broker internazionali pronti a bloccare le petroliere in acque internazionali in attesa del miglior offerente¡±.?
aggressioni alla rete
¡ª ?Nel nostro Paese abbiamo circa 12.000 punti vendita di carburante, che ora convivono con un clima anche difficile. "Aumentano gli episodi di benzinai presi a male parole, ma questo significa non conoscere la realt¨¤ dei fatti". Questo il duro commento di Bruno Bearzi, presidente di Figisc, la Federazione italiana gestori impianti stradali carburante. "Bisogna far capire ai cittadini consumatori che noi siamo l'obiettivo sbagliato. Abbiamo circa tre centesimi e mezzo al litro di margine fisso lordo, a fronte di un calo dei litri erogati a causa proprio dell'incremento dei prezzi mentre i costi di gestione aumentano. E su questo margine fisso lordo poi il benzinaio deve pagarsi tutte le spese, come personale, energia e altro. E' un margine gi¨¤ contenuto in s¨¦, che con le spese si dimezza. Figuriamoci ora in questa fase in cui c'¨¨ una tempesta perfetta". In ballo c'¨¨ da definire il ruolo della distribuzione, che inevitabilmente in Italia attinge a interlocutori e approvvigionamenti molto eterogenei. "Noi non possiamo spostare maggiori oneri sul prezzo finale. Non possiamo per contratto con la Compagnia petrolifera".
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