lo scenario
Tesla, il futuro oltre i veicoli elettrici: le auto venderanno energia?
Nella batteria carica di una Tesla Model S 100D c'¨¨ abbastanza energia elettrica da alimentare un appartamento con tutti gli elettrodomestici accesi, fino alla soglia del contatore standard da 3 kW, per 33 ore di fila. Ma oggi la ricarica bidirezionale Vehicle to Grid, cio¨¨ la possibilit¨¤ sia di prendere energia che di cederla, non ¨¨ ancora un affare conveniente perch¨¦ stressa le batterie. E le batterie costano parecchio: sono la parte pi¨´ costosa di un'auto elettrica, anche se il loro prezzo ¨¨ sceso da una media di 1.160 dollari per kWh di capacit¨¤ nel 2010 a una media di circa 140 dollari al kWh nel 2019 (secondo le stime di Bloomberg New Energy Finance). Ma che succede se il prezzo delle batterie scende sotto i 100 dollari al kWh? La rivoluzione.
cento dollari
¡ª ?Secondo i calcoli dell'industria automobilistica, se le batterie arrivano a costare 100 dollari al kWh (tutto incluso, a livello dell'intero pacco batteria) allora le auto elettriche hanno un costo di produzione equivalente a quello delle auto diesel. Ma non solo: se le batterie costano cos¨¬ poco inizia a essere conveniente usarle anche come accumulo di energia, che pu¨° essere poi ceduta (cio¨¨ venduta) in rete per guadagnarci. Perch¨¦ il costo aggiuntivo derivante dal maggior sforzo (e quindi minor vita utile) della batteria viene ripagato dal ricavo ottenuto vendendo l'energia. Tasse permettendo, naturalmente.
battery day
¡ª ?Entro il mese di aprile Tesla avrebbe dovuto tenere un ¡°Battery Day¡± con i suoi investitori. Un incontro durante il quale Elon Musk avrebbe dovuto illustrare gli ultimi sviluppi della tecnologia a ioni di litio, per convincerli a tenere piene le casse di Tesla in attesa del momento in cui l¡¯azienda arriver¨¤ finalmente a generare utili in modo costante. Nei quasi 16 anni di vita di Tesla, infatti, i trimestri in utile si contano sulle dita di una mano. Tesla, da quando ¨¨ nata, produce in perdita ma continua a godere del supporto degli investitori che versano fiumi di denaro nelle sue casse, trattandola ancora come una startup. Il 15 maggio Musk ha dovuto prendere atto (ovviamente su Twitter) che a causa del coronavirus il Battery Day sarebbe andato praticamente deserto, cos¨¬ lo ha rinviato sine die proponendo al suo posto un Webcast, una presentazione online, oppure un incontro in carne ed ossa ma solo tra qualche mese. Lo stesso Musk, per¨°, ha detto di preferire l¡¯incontro in presenza perch¨¦ ¡°c¡¯¨¨ tanta roba da vedere, non ¨¨ una semplice presentazione¡±. L¡¯argomento del battery day ¨¨, comunque, il segreto di Pulcinella: Tesla sarebbe riuscita a scendere sotto i 100 dollari al kWh di costo, a livello di pacco batteria finito, grazie a nuove formule chimiche che permettono di usare molto meno cobalto. Minerale costosissimo, geopoliticamente delicatissimo e la cui estrazione dal sottosuolo ¨¨ tutt¡¯altro che un favore per l¡¯ambiente.
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ricerca e accordi
¡ª ?Secondo alcune fonti anonime riportate da Reuters, il traguardo dei 100 dollari sarebbe stato raggiunto da Tesla tramite corposi piani di ricerca interni e accordi con i produttori di batterie. Al momento Tesla produce le sue batterie nella Gigafactory del Nevada, in joint venture con la giapponese Panasonic e con chimica nichel-cobalto-alluminio (Nca) e ne compra altre al nichel-manganese-cobalto dalla sudcoreana LG Chem. I numerosi brevetti sulla tecnologia delle batterie registrati negli anni da Tesla provengono da un team di ricerca con sede ad Halifax in Canada, guidato da Jeff Dahn.
? lui lo scienziato che ha sottoscritto un accordo quinquennale con Tesla nel 2016 promettendo a Musk il Santo Graal dei 100 dollari al kWh entro la fine del suo mandato nell'ambito di quello che Tesla ha chiamato "Progetto Roadrunner". Il secondo scopo di questo progetto ¨¨ quello di creare una batteria in grado di sopportare percorrenze fino a un milione di miglia, cio¨¨ 1,6 milioni di chilometri. I brevetti Tesla hanno trovato un alleato industriale nella cinese Catl, con cui Musk ha stretto un accordo di fornitura di batterie a febbraio 2020.
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terafactory
¡ª ?La scelta di Catl non ¨¨ stata casuale: i cinesi hanno altri brevetti nel loro portafoglio, uno dei quali ¨¨ sulle batterie quasi completamente senza cobalto e un altro ¨¨ relativo alla tecnologia Cell-to-Pack. Cio¨¨ dalla cella al pacco batteria, senza impacchettare le celle (cio¨¨ le singole pile) in moduli intermedi al fine di ridurre la complessit¨¤, il peso e il costo del pacco batteria finito. Queste nuove batterie senza cobalto, senza moduli e a basso costo verranno costruite (sempre secondo le fonti citate da Reuters) con un nuovo processo industriale altamente automatizzato in nuove fabbriche, con una nuova scala: le "Terafactory", grandi fino a 30 volte di pi¨´ della Gigafactory in Nevada.
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la visione di tesla
¡ª ?La visione di Musk ¨¨ iniziata nel lontano 2004, quando ¨¨ diventato il principale investitore di Tesla Motors, fondata l'anno prima da Martin Eberhard e Marc Tarpenning. All'epoca le batterie costavano molto pi¨´ di mille dollari al kWh, ma Musk aveva gi¨¤ le idee molto chiare: creare subito il mercato delle auto elettriche, per far scendere prima possibile il prezzo degli accumulatori a ioni di litio. Il prodotto di Tesla, sin dall'inizio, ¨¨ stata la batteria, non l'auto. Tanto ¨¨ vero che le batterie sono di gran lunga la parte costruita meglio nelle auto elettriche di Elon Musk e tanto ¨¨ vero che, dopo l'acquisizione di Solar City nel 2016, Tesla produce e vende anche pannelli fotovoltaici e batterie di accumulo domestiche.
vendere energia
¡ª ?Il 2 maggio 2020 The Telegraph riporta la notizia: Tesla ha intrapreso il primo passo per diventare energy provider nel Regno Unito, tramite un'apposita istanza presentata alla Gas&Electricity Markets Authority, equivalente inglese della nostra Autorit¨¤ per l'Energia. Quasi contemporaneamente sul sito ufficiale di Tesla compare una pagina di informazioni sul Tesla Autobidder, un software per fare trading automatizzato di energia elettrica che ¨¨ stato gi¨¤ utilizzato in Australia, dove l'azienda di Musk a fine 2017 ha installato, su richiesta del Governo regionale, una batteria a ioni di litio da 129 MWh, per accumulare l'elettricit¨¤ generata dal parco eolico da 315 MW di Hornsdale gestito dalla francese Neoen. Questa batteria ha ridotto sensibilmente i frequenti black out che affliggevano la rete elettrica locale.
lo scoglio ue
¡ª ?Negli Stati Uniti il mercato dell'energia ¨¨ abbastanza libero, molto pi¨´ che in Europa. Il Regno Unito non ¨¨ soggetto alle regole del Mercato interno dell'Energia UE, ma il resto dell'Europa s¨¬. Se Elon Musk vuole vendere milioni di auto elettriche nel Vecchio Continente e usarle per accumulare e vendere energia allora dovr¨¤ scontrarsi con la Commissione Europea e con le utility europee dell'energia. Che sono, come ben sappiamo, potentissime. Tesla, come se non bastasse, ¨¨ una azienda americana e non europea. Ma gi¨¤ dal 2016 Tesla ha messo piede in Europa, acquisendo Grohmann Engineering, societ¨¤ di ingegneria tedesca con 700 dipendenti che costruisce robot per l'automazione industriale, e trasformandola in Tesla Advanced Automation Germany. Tra i clienti di Grohmann Engineering prima dell'acquisizione c'era quasi tutta l'industria automotive, incluse le tedesche Bmw e Daimler Mercedes, produttori di semiconduttori e molte altre aziende tecnologiche. Pochi mesi dopo essere diventata Tesla Advanced Automation Germany, per¨°, Grohmann Engineering dice addio a tutti i suoi clienti per concentrarsi sulla costruzione dei robot per la produzione della Model 3. Una mossa che ha scombussolato di parecchio i piani degli altri costruttori auto, ritrovatisi da un giorno all'altro senza un fornitore strategico. Impossibile non ricordare, poi, che Tesla sta costruendo proprio in questi mesi GigaBerlin, una mega fabbrica di auto elettriche alle porte di Berlino, citt¨¤ dalla quale ¨¨ ben pi¨´ facile dialogare con Angela Merkel e il suo ministro dell'Economia, Peter Altmaier. Lo stesso Altmeier che, si narra, durante un incontro con i vertici delle case automobilistiche tedesche a novembre 2018 tir¨° loro le orecchie rimproverandoli perch¨¦ non riuscivano a costruire auto elettriche sexy come le Tesla.
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autopilot e supercharger
¡ª ?Se la strategia industriale di Tesla ¨¨ veramente quella appena descritta, ¨¨ lecito chiedersi perch¨¦ l'azienda abbia speso un patrimonio negli ultimi anni per sviluppare una rete capillare di colonnine private, i Tesla Supercharger, e un evoluto sistema di guida autonoma (con chip fatti in casa, per giunta), l'Autopilot. Il ruolo dei Supercharger ¨¨ facile da capire: sono il punto di connessione tramite il quale le auto elettriche Tesla scambieranno energia. Gi¨¤ oggi sono tutti connessi in rete e qualunque proprietario di Tesla pu¨° chiedere al computer di bordo dove si trova il Supercharger pi¨´ vicino, quante prese libere ha o, eventualmente, quanto lunghi sono i tempi di attesa per ricaricare il veicolo. Una struttura del genere, quindi, ¨¨ gi¨¤ pronta per il Vehicle to Grid. Per capire il ruolo dell'Autopilot nella strategia a lungo termine di Tesla, invece, bisogna chiudere gli occhi e diventare "pazzi furiosi" come Elon Musk, almeno per un attimo. Se oggi una Tesla ¨¨ in grado di entrare e uscire da sola da uno stallo di parcheggio, di guidare in modo discretamente sicuro sia in citt¨¤ che in autostrada, se possiamo richiamarla, aprirla e chiuderla dallo smartphone e se pu¨° dialogare con la rete delle colonnine di ricarica, allora ¨¨ lecito pensare che un giorno sar¨¤ in grado di andare da sola al Supercharger per vendere energia quando a noi non serve, ad esempio dopo che ci ha portato al lavoro.
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