Ha ideato alcune tra le pi¨´ belle Ferrari e Lamborghini. Aveva 96 anni l'ingegnere, designer e imprenditore livornese. Fu uno sperimentatore, antesignano dell'aerodinamica. Ebbe intuizioni geniali in ogni campo, dalla gestione dell'assetto al motore?
Addio all'ingegnere, designer e imprenditore Giotto Bizzarrini, una delle eccellenze dell'industria automobilistica italiana, che ha contribuito a rendere iconici i veicoli Ferrari e Lamborghini, ha fatto crescere l'Alfa Romeo, e ha dato vita egli stesso a una fabbrica che portava il suo nome, capace di produrre alcune delle pi¨´ belle e potenti gran turismo italiane. Il "Giotto dell'automobile", come era soprannominato, ¨¨ morto sabato 13 maggio all'et¨¤ di 96 anni a Rosignano (Livorno). I funerali si tengono luned¨¬ 15 maggio, alle ore 11:00 nella chiesa livornese di Quercianella, la cittadina dove viveva da ormai molti anni. Nato a Livorno il 6 giugno del 1926, figlio di un ricco proprietario terriero toscano, il nome Giotto arriv¨° dal nonno?biologo che lavor¨° insieme ad Alessandro Marconi e contribu¨¬ alle sue invenzioni, specialmente a quella della radio. Il nonno riponeva grandi attese su questo nipote che educ¨° sin da piccolo all'amore per la scienza e che ben presto super¨° con i fatti le pi¨´ rosee delle attese. Poich¨¦, come detto, Giotto Bizzarrini progett¨° e lavor¨° su un insieme di macchine sportive e da corsa tra le pi¨´ rare e pi¨´ memorabili di tutti i tempi.
dall'alfa romeo alla ferrari
¡ª ?Bizzarrini si laure¨° nel 1953 all'Universit¨¤ di Pisa in Ingegneria. Gi¨¤ al momento della sua tesi stup¨¬ tutti basandola su studi aerodinamici molto avanzati e applicati sia al mondo dell'auto che non, si innesc¨° addirittura un primo dibattito perch¨¦ i suoi studi e soluzioni sperimentali erano cosi avanzati per l'epoca che oltre a non esistere una cattedra di aerodinamica non esisteva neanche una letteratura o alcuno studio in merito che potesse confermare o meno le conclusioni da lui estratte. Bizzarrini nel 1954 lasci¨° la didattica per entrare a far parte dello staff di designer dell'Alfa Romeo. Nell'agosto del 1954? inizi¨° a lavorare come ingegnere al "Servizio Esperienze" presso il dipartimento dell'ingegnere Nicolis. Qui venne assegnato allo sviluppo del telaio della Giulietta. Nel 1957 lasci¨° l'Alfa Romeo per andare alla Ferrari, dove fu velocemente promosso come direttore degli esperimenti e degli sviluppi sulle macchine sportive e GT. In particolare, tra gli altri progetti realizzati, per la Ferrari ide¨° la celebre Gto e le sue versioni (250 GT Swb, 250 Spider California, 250 Gto). La 250 fu un'auto a lui molto vicina: base dei suoi esperimenti, la miglior¨° tantissimo sia in ottica stradale che in chiave corse realizzando la bellissima e velocissima 250 Swb, poi definita la berlinetta pi¨´ bella del '900.
il capolavoro 250 gto
¡ª ?Sotto le cure di Giotto l'auto miglior¨° molto e sempre lavorando sulla Swb fu il primo a introdurre i vantaggi di utilizzare degli pneumatici differenziati: con le gomme posteriori pi¨´ larghe e le anteriori pi¨´ strette, questo sviluppo che port¨° avanti insieme a Stirling Moss si dimostr¨° efficace e port¨° subito grandi successi a quell'auto, ricevendo enormi ampi complimenti proprio da Moss. Una delle sue opere pi¨´ grandi durante l'era Ferrari fu appunto la 250 Gto. Su questa si concentr¨° tantissimo, sviluppando non solo l'assetto e il motore ma con la libert¨¤ progettuale di cui benefici¨° inizi¨° a introdurre sulla Gto i primi studi aerodinamici avanzati, come le prese d'aria sul muso e le zone di depressione sul cofano, concetti che poi introdusse anche su auto successive come le Bizzarrini 5.300 e che proponevano soluzioni mai viste prima in quegli anni ma che oggi vengono utilizzate su tantissime sportive e Gt sia da corsa che stradali. Ha poi? lavorato sempre in Ferrari alla 250 Testa Rossa dodici cilindri 3 litri e alla Testa Rossa 500 Mondial 2 litri.
via da maranello
¡ª ?And¨° via dalla Ferrari dopo l'epurazione da parte di?Enzo Ferrari di tutti gli ingegneri di prima linea. Nonostante il grande successo ottenuto dalla Gto, il fondatore della casa di Maranello non aveva un carattere facile e cos¨¬, a causa di un contrasto con il direttore delle vendite, si arriva all' "ammutinamento" che vedeva coinvolti tra gli altri Carlo Chiti, grande amico di Bizzarrini, toscano come lui e direttore tecnico. Saputo con una soffiata della imminente protesta e ammutinamento di alcuni suoi "generali" Ferrari decise per la cacciata in blocco della prima linea, non senza ripercussioni per i modelli successivi e la continuit¨¤ tecnica. In quel periodo c'era un giovane ingegnere in fabbrica apprendista proprio di Bizzarrini e Chiti che vide cos¨¬ anche accelerare in modo repentino la sua escalation in azienda, si trattava di Mauro Forghieri.?
quelle ingerenze
¡ª ?Il motivo dello scontro rimasto segreto per molti anni ¨¨ poi stato ricondotto a un atteggiamento a volte poco costruttivo del "Drake" verso i suoi diretti subalterni e poi al fatto che la signora Laura, moglie di Enzo Ferrari, era fortemente presente nella vita quotidiana della azienda con ingerenze continue e atteggiamenti fuori luogo e spesso eccessivi tanto da arrivare a situazioni estreme quando Della Casa e Gardini vennero accusati di essere dei ladri, Galassi venne schiaffeggiato, Tavoni apostrofato pi¨´ volte. I dirigenti, ormai esasperati, fecero mandare una raccomandata scritta da un avvocato in cui chiedevano a Enzo Ferrari di tenere lontana la signora dai loro lavori e dalle attivit¨¤ produttive e sportive. La missiva recava i nomi di Girolamo Gardini (direttore commerciale), Federico Giberti (direzione approvvigionamenti), Ermanno della Casa (direttore amministrativo),? Carlo Chiti (responsabile progettazione), Giotto Bizzarrini (responsabile sperimentazione prototipi), Fausto Galassi (responsabile della fonderia), Enzo Selmi (direttore del personale) e Romolo Tavoni (direttore sportivo).
la ats gts
¡ª ?Usciti da Ferrari nel 1962 Chiti e Bizzarrini insieme fondarono la Ats: la Automobili Turismo e Sport. Nel 1962, alla Scuderia Serenissima del conte Giovanni Volpi di Misurata, Giotto sviluppa con Piero Drogo una vettura dall'aerodinamica innovativa, ispirata alla Gto. Il nuovo modello, creato in 2 settimane, ¨¨ pi¨´ basso e con la linea del tetto molto estesa sul posteriore, si chiama BreadVan (porta-pane). Prima arriv¨° la GT con motore 2.500 cc V8 e poi la sua evoluzione nella Gts che pesava appena 750 kg, con la potenza aumentata a 245 Cv e accelerazione da zero a cento in 5,1 secondi. Per entrambe le versioni, il telaio era uno spaceframe in tubi e travi uniti mediante saldatura, con trazione posteriore e cambio a 5 marce Colotti. Esteticamente bellissima, simile alla Gto, la Ats Gts era nata per fare concorrenza all¡¯altra creatura di Chiti e Bizzarrini e alle Maserati compensando la minore potenza con la leggerezza.
l'entrata in lamborghini
¡ª ?Proprio in quegli anni un imprenditore nel mondo dei trattori, Ferruccio Lamborghini, decise di fondare una azienda di auto sportive perch¨¦ poco soddisfatto delle sue Ferrari. Decise cos¨¬ di assumere come capo progettista il migliore fino ad allora sulla piazza: inizi¨° l'era di Bizzarrini in Lamborghini, dove cre¨° da un foglio bianco il motore della famosa Lamborghini 350 Gtv. Era il primo 12 cilindri della storia di Lamborghini e venne utilizzato con piccole evoluzioni fino agli anni 2000 per il suo livello tecnico e per la bont¨¤ del progetto di base.?
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il v12
¡ª ?Il motore, vincendo una scommessa tra Giotto e Ferruccio Lamborghini, super¨° al primo test sul banco la potenza indicata da Bizzarrini in via teorica prima di iniziare a progettarlo, diventando da subito il propulsore con la pi¨´ alta potenza specifica mai progettato fino ad allora.?Insieme agli ingegneri Giampaolo Dallara e Paolo Stanzani, Lamborghini con Bizzarrini entr¨° nel mondo delle GT con la 350 Gtv, che dopo divent¨° la 350 GT. Nel 1966, la sua compagnia guadagn¨° il pi¨´ grande riconoscimento con il debutto della Miura che adottava la versione 4 litri Fohc del progetto V12 di Bizzarrini. Il 3.5 litri V12 Fohc fu progettato in un tempo record di quattro mesi per la Lambo 350 Gtv. Questo motore fu anche adottato nei nuovi prototipi P400 e LP400.?
l'arrivo della p400 miura
¡ª ?Questo superbo propulsore, con poche modifiche, motorizz¨° tante delle pi¨´ famose creazioni come la Espada. Si dice che Bizzarrini ottenesse un compenso in denaro per ogni cavallo di potenza in pi¨´ che estraeva dal motore Lamborghini rispetto al motore 3 litri Ferrari. Il progetto della P400 Miura comparve prima come un autotelaio marciante al Salone di Torino nel 1965, ma non ci aspettava che potesse avere una produzione reale. Tuttavia, l'anno seguente al salone di Ginevra, la prima macchina completata era pronta per svelarsi al pubblico.?
l'apparizione in bullitt
¡ª ?Disegnata da Marcello Gandini, la Miura adottava la versione 4 litri del Lamborghini di Giotto Bizzarrini, il V12 con 4 alberi a camme in testa. Con 350 cavalli a disposizione, la Miura era capace di prestazioni eccezionali, con una velocit¨¤ massima dichiarata di 290 km/h. Bizzarrini ha poi integralmente progettato e realizzato la mitica Bizzarrini 5300 GT Strada, presente nel film Bullitt con Steve Mc Queen, auto simbolo degli anni Sessanta. Fortissimo ¨¨ stato il sodalizio professionale con l'ingegnere e progettista Carlo Chiti. ? stato inoltre il deus ex machina della Iso Rivolta e della Autostar poi trasformatasi in Bizzarrini, la fabbrica con il proprio nome che volle nella sua Livorno, un'avventura durata pochi anni.
la fine della bizzarrini spa
¡ª ?La fabbrica di Livorno realizz¨° all¡¯incirca 155 vetture. Nel 1966 venne fondata la Bizzarrini S.p.A.. L¡¯attivit¨¤ termin¨° ufficialmente nel 1969. Tre di queste 5300 vennero costruite in versione Spider/targa. Bizzarrini inoltre diresse il progetto di una 5300 GT pi¨´ piccola. Progettata per la GM-Opel, essa si basava sull'Opel 1900 GT. La proposta di Bizzarrini era ancora pi¨´ aggressiva e dal look migliore. Le macchine furono ufficialmente chiamate Bizzarrini 1900 GT Europa. La creazione pi¨´ importante fu il modello Bizzarrini P538 S. Questa bassa barchetta gareggi¨° a Le Mans del '66 e partecip¨° alla stagione del '67. Negli Anni 80 l'ing. Bizzarrini svolse attivit¨¤ di consulenza per diverse Case Costruttrici, fra le quali Kawasaki.?
i nuovi progetti
¡ª ?Giotto ricopr¨¬ inoltre l'incarico di Professore presso la Facolt¨¤ di Ingegneria dell'Universit¨¤ di Pisa. Nel 1990, Bizzarrini venne coinvolto nel progetto di una supercar. Basandosi sulla Ferrari Testarossa, Bizzarrini e il suo team progettarono una macchina superba. La Bizzarrini BZ-2001 ¨¨ la vera erede della stirpe della P358. Nel 1989 l'ingegnere Giotto Bizzarrini progett¨° il primo prototipo di una vettura da corsa per la Picchio, giovane casa costruttrice italiana. Le macchine corsero con successo nel campionato italiano prototipi e in quello sport. Grande esperto anche di materiali, si ¨¨ appassionato al carbonio con cui realizzava auto sui vecchi stampi in vetroresina della sua vecchia 5.300 GT.?
le ibride anni 90
¡ª ?Dalla met¨¤ degli Anni 90 inizi¨° una lunga cooperazione con l'universit¨¤ La Sapienza di Roma; tale sodalizio ha generato la prima auto ibrida prodotta in Italia: si tratta della Ma.Gi.Ca, nata dalla collaborazione con lo storico professore ordinario di motori della Sapienza Carmelo Caputo. Al prototipo della Magica 1 venne poi dato il nome di Kjara una volta carrozzata. Il?progetto Kjara nacque nel 1998 e la Scuderia Bizzarrini costru¨¬ questa barchetta in stretta collaborazione con la Sapienza, l'ingegner Caputo e l'ingegner Leone Martellucci. Il motore ¨¨ un 2,5 litri Fiat turbo Diesel e l'auto ¨¨ stata esposta al Salone di Torino nel 2000. Alla Magica 1 ¨¨ poi seguita una evoluzione pi¨´ leggera, potente e efficiente dal punto di vista dell'ibrido denominata Magica 2. ? poi stato realizzato anche un prototipo su base 5.300 tutt'ora custodito dal ripartimento di energetica della Sapienza di Roma.?
il lavoro per la f1 di schumacher?
¡ª ?Tecnico lungimirante e visionario, alla fine degli Anni '90 ¨¨ tornato a collaborare con la Scuderia Ferrari in Formula 1. Venne ingaggiato come consulente per risolvere i problemi alle sospensioni della vettura di Michael Schumacher che determinavano un eccessivo consumo di gomme e vibrazioni anomale in curva. Risolse il problema isolando e individuando alcune vibrazioni che innescavano saltellamenti e micro oscillazioni della ruota e una traslazione trasversale della gomma. Si lavor¨° sui punti di ancoraggio e su alcuni punti smorzanti e l'auto divenne tra le pi¨´ vincenti della storia di Maranello. Nel 2012 gli ¨¨ stata conferita la laurea magistrale honoris causa in Design presso l'Universit¨¤ di Firenze nella nuova sede di Calenzano. Nell'autunno 2022 Livorno ha celebrato la sua genialit¨¤ con una tre giorni a lui dedicata all'interno degli Hangar Creativi. Di s¨¦ stesso diceva che era un ottimo operaio con una laurea in ingegneria. S¨¬, perch¨¦ oltre a progettare e inventare su un foglio bianco, oltre a svolgere tutti i calcoli teorici, Giotto era un ottimo collaudatore che guidava le sue auto con perizia, grande tecnica e sensibilit¨¤. L'ingegnere si prestava, imparava e eseguiva ogni tipo di attivit¨¤ manuale, dallo smontaggio e rimontaggio di telai e bracci sospensioni, alle lavorazioni a mano di alberi motori, teste e alleggerimenti di bielle e valvole, dalla saldatura di acciai fino alle lavorazioni con vetro resina e carbonio dove in prima persona si occupava di stendere le pelli e trattarle durante gli stampi delle carrozzerie. Una volta un po' tutti gli ingegneri non erano settari e iper specializzati come oggi.?
campo largo
¡ª ?Ma lui anche allora andava oltre spaziando dalla termodinamica alla scienza dei materiali, dai sistemi di vibrazione alla meccanica per finire all'aerodinamica. Tutti coloro che lo hanno conosciuto da vicino (come io stesso che ho avuto la fortuna di lavorare con lui) rimanevano realmente? impressionati da questa sua capacit¨¤ di spaziare dai vari ambiti della tecnica con disinvoltura e colpiti dalla sua innata semplicit¨¤ e umilt¨¤ d'animo. Capace di adattarsi a situazioni scomode e lontane da ogni comfort che manager e tecnici di livelli ben meno nobili dei suoi invece consideravano uno standard irrinunciabile. Ancor pi¨´ disarmante poi era la sua capacit¨¤ di prendere in mano una chiave inglese, o di comandare un tornio, o utilizzare una saldatrice subito dopo aver verificato che i conti e le verifiche di progetto fossero quelle corrette.?
eccellenza livornese
¡ª ?Il sindaco Luca Salvetti, a nome dell'amministrazione comunale e della citt¨¤ di Livorno ha espresso cordoglio la scomparsa di Giotto Bizzarrini: "? stato veramente un livornese che ha dato lustro alla sua citt¨¤. Con le sue creazioni ha portato il nome di Livorno nel mondo".
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