Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti: "Rischio di conseguenze sociali e occupazionali gravi per il settore automotive"
Vanno ascoltati gli appelli che arrivano dalla filiera dell'automobile per evitare "conseguenze sociali e occupazionali indesiderate e potenzialmente gravi". Lo dice il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che mercoled¨¬ 9 febbraio alle 10:30 parteciper¨¤ a un incontro sul settore auto che si terr¨¤ a palazzo Chigi. Lo stesso giorno a Bruxelles si riunisce un gruppo di lavoro che comprende politica europea, costruttori e consumatori per prendere in esame test pi¨´ realistici sul consumo delle auto ibride plug-in. Ed ¨¨ proprio all'Europa che Giorgetti si riferisce quando parla di rischi gravi per il settore delle quattro ruote in Italia. Infatti davanti alla platea della Camera di Commercio italo-germanica ipotizza le possibili conseguenze negative del pacchetto di proposte della Commissione europea Fit for 55 che prevede la fine delle vendite delle automobili con motore termico entro il 2035.
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l'appello di federmeccanica e sindacati
¡ª ?La scorsa settimana l'associazione confindustriale Federmeccanica, che riunisce l'industria metalmeccanica italiana, e i sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto un incontro al governo spiegando che con la transizione tecnologica sono a rischio 73 mila posti di lavoro in Italia, di cui 63 mila nel periodo 2025-2030. Richiesta rinnovata con una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi e all'esecutivo che, appunto, ha risposto a stretto giro con la convocazione dell'appuntamento di mercoled¨¬.
oltre 268 mila occupati
¡ª ?Il settore dell'auto in Italia, secondo i dati dell'Anfia, l'associazione di Confindustria della filiera automotive, ¨¨ composto da 5.156 imprese con 268.300 addetti diretti e indiretti che rappresentano il 7% degli occupati del settore manifatturiero italiano con 92,7 miliardi di euro di fatturato pari al 9,3% del fatturato della manifattura in Italia e al 5,2% del Pil italiano. Il prelievo fiscale ¨¨ di 76,3 miliardi di euro.
esportazioni forti
¡ª ?Se con la transizione tecnologica le grandi imprese non se la passano bene, le piccole e medie sono, possibilmente, ad ancora maggiore rischio. Sono infatti molte le Pmi italiane che producono componentistica, un fiore all'occhiello specie per quanto riguarda la bilancia commerciale in attivo da anni con un volume di affari molto importante verso la Germania. Anche il 2021 si ¨¨ confermato un anno positivo per le esportazioni. Secondo l'ultimo dato disponibile gennaio-ottobre 2021 il saldo positivo ¨¨ di 4,85 miliardi di euro in crescita del 19,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. L¡¯Europa rappresenta il 76,3% del valore dell¡¯import ed il 76,3% del valore dell¡¯export. Ad oggi tra le esportazioni ¨¨ particolarmente buono il bilancio che riguarda parti meccaniche (+18,3% sul 2020, saldo in positivo di 4,84 miliardi) e motori (+25,2%, positivo di oltre 836 milioni). Intanto il 2022 del mercato italiano delle auto nuove si ¨¨ aperto in sofferenza con un calo delle vendite del 19,7% rispetto allo stesso mese del 2021 e sia incentivi che Ecobonus non sono pi¨´ attivi.
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