Per la prima volta organizzazioni datoriale e dei lavori chiedono al governo un piano strutturato a sostegno della filiera delle quattro ruote
Federmeccanica e sindacati dei metalmeccanici lanciano per la prima volta insieme un grido di aiuto al governo per il settore dell'automotive per il quale "serve un piano straordinario" che vada ben al di la di eventuali incentivi all'acquisto. A rischio, dicono, ci sono "73 mila posti di lavoro". Adesso la filiera italiana delle quattro ruote ¨¨ composta da 5.156 aziende con 268.300 addetti. E quindi, data la transizione tecnologica con la quale ¨¨ alle prese il settore, Federmeccanica, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil chiedono di lavorare con l'esecutivo per tutelare aziende e posti di lavoro con un documento congiunto: Industria Automotive: un patrimonio italiano di fronte alle transizioni.
"stop nel 2035 impossibile"
¡ª ?"Siamo decisamente preoccupati - spiega Federico Visentin, presidente di Federmeccanica - non possiamo pi¨´ attendere per chiedere un colloquio al nostro presidente del consiglio e ai ministri competenti per aprire una discussione con noi sull'automotive. L'automotive ¨¨ un settore complicato. E se la spinta verso la transizione ¨¨ una spinta dovuta dobbiamo dire per¨° che oggettivamente fermare la vendita auto non elettriche al 2035 ¨¨ impossibile. Il rischio ¨¨ di lasciare 70 mila lavoratori per strada". Il riferimento al 2035 da parte del dirigente confindustriale ¨¨ doppio: alle richieste della Commissione europea allo stop di vendite di auto con motore termico entro quell'anno ma anche all'impegno assunto dal governo riguardo le indicazioni di Bruxelles tramite le indicazioni del ministero per la Transizione ecologica.
60 milioni di ore di cig
¡ª ?Secondo Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil "serve un piano straordinario, altrimenti potrebbe saltare un intero settore industriale. I dati sull'andamento dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall'Inps evidenziano la gravit¨¤ della situazione: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60 milioni. L'obiettivo deve essere tornare a produrre in Italia 1,5 milioni di veicoli per salvaguardare l'industria e l'occupazione nel nostro Paese ed essere competitivi sul mercato globale ed europeo. Siamo passati da secondo a ottavo produttore di auto in Europa. Attualmente viene utilizzata solo la met¨¤ della capacit¨¤ produttiva istallata, con 700 mila auto prodotte nel 2021". Re David osserva che "Francia e Germania stanno gi¨¤ mettendo in campo politiche industriali per affrontare la transizione, mentre il Governo italiano non sta svolgendo nessun ruolo".
persi 3 mila posti in un mese
¡ª ?Rocco Palombella, segretario generale Uilm ricorda che "siamo in una situazione di emergenza, una situazione drammatica, nell'ultimo mese 3.000 lavoratori hanno lasciato la propria azienda, per via della transizione ecologica soltanto annunciata. Non possiamo correre il rischio di una grave deindustrializzazione, perch¨¦ vorrebbe dire perdere oltre 60mila posti di lavoro, un quarto del totale, e la chiusura di centinaia di aziende. La situazione ¨¨ talmente drammatica da non perdere pi¨´ tempo: o si assumono condizioni coerenti in tutti i Paesi d'Europa o altrimenti non ce la facciamo, chiediamo l'apertura di un tavolo e ci aspettiamo una convocazione a breve".
componentistica e competenze
¡ª ?"I dati ci dicono che in un mercato fortemente in calo - spiega Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl - la componentistica italiana che opera nel settore dell'automotive ha ancora grandi competitori. Si pu¨° dare slancio al settore solo finanziando un tipo di ricerca che ha lo scopo di promuovere le competenze dei lavoratori, cercando di rafforzarle a breve e lungo termine".
Gazzetta dello Sport
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