Quello di Senna ¨¨ un nome che ispira subito velocit¨¤ e passione agli amanti dei motori, gli stessi tratti che caratterizzano i bolidi a 2 e 4 ruote a lui intitolati
A trent'anni dalla sua tragica scomparsa, Ayrton Senna da Silva rimane uno dei pi¨´ grandi piloti nella storia della Formula 1. Per molti il migliore in assoluto. Il fuoriclasse brasiliano, tre volte campione del mondo, ha certamente conquistato i cuori di tanti appassionati durante la sua luminosa carriera e i tributi alla sua memoria sono sempre stati numerosi. Tra questi ci sono anche auto e moto a lui intitolate, modelli inevitabilmente accomunati dalla propensione alla velocit¨¤ e che hanno potuto fregiarsi del suo nome grazie alla benedizione della Ayrton Senna Foundation, ente benefico gestito dalla famiglia del campione dedito all¡¯assistenza dell¡¯infanzia in Brasile. Per tutti i mezzi che andremo a descrivere, la fondazione ¨¨ stata infatti destinataria di una parte dei proventi.
Indice
McLaren Senna
¡ª ?Senna conquist¨° tutti i suoi allori iridati in F1 con la McLaren, storico team inglese il cui attuale braccio produttivo, McLaren Automotive, ha sfornato nel 2018 la McLaren Senna, terzo modello della minacciosa Ultimate Series dopo i bolidi F1 e P1. Si tratta di una sportiva purosangue con motore centrale e trazione posteriore prodotta in una serie limitata di 500 esemplari, omologati per la strada ma concepiti con l¡¯unico obiettivo di eccellere contro il cronometro. Si presenta con un design aerodinamicamente elaborato sviluppato sulla monoscocca leggermente modificata della 720S, modello da cui eredita anche il V8 biturbo da 3.994 cc con trasmissione a doppia frizione a 7 rapporti in grado di produrre 800 Cv a 7.250 giri/min e 800 Nm di coppia a 5.500 giri/min. Con soli 1.198 kg di peso a secco dichiarato, freni carboceramici Brembo, sospensioni elettroniche RaceActive Chassis Control II a doppio braccio oscillante e interni spartani dominati dalla fibra di carbonio a vista, la McLaren Senna dichiarava numeri stratosferici quali i 325 km/h di velocit¨¤ massima, i 2,8¡± per passare da 0 a 100 km/h e un prezzo vicino al milione di euro. Ad ogni modo, il marchio di Woking ne avrebbe rapidamente sfornato delle versioni ancora pi¨´ brutali.
McLaren Senna: le versioni speciali
¡ª ?La Senna Gtr, esclusivamente per la pista, fu presentata da McLaren in forma di concept quasi contemporaneamente al primo modello, ma quando arriv¨° alla produzione due anni dopo era gi¨¤ cambiata significativamente. L'aerodinamica era diventata meno estrema, ma rispetto al modello per cos¨¬ dire standard le sospensioni erano pi¨´ prestanti e il V8 da 4 litri aveva beneficiato di uno step evolutivo per arrivare a sviluppare?825 Cv. Ne furono realizzate solo 75. Poco dopo arriv¨° la Senna Lm, versione con omologazione stradale e la stessa potenza della Gtr, ovvero 825 Cv. Caratterizzata da una carrozzeria in arancione e da componentistica ancora pi¨´ pregiata, fu prodotta in 35 esemplari di cui uno protagonista di un famoso?incidente stradale nel 2020 con l'ex pilota di Formula Uno Adrian Sutil. Sul finire di quello stesso anno fece la sua comparsa la McLaren Senna Gtr Lm, versione stradale della Gtr da pista prodotta in soli 5 esemplari, ciascuno con una propria livrea personalizzata. Venne data alla luce per celebrare il 25¡ã anniversario del trionfo delle McLaren F1 alla 24 Ore di LeMans del 1995. Con ben 845 Cv su cui contare e il massimo regime di rotazione innalzato da 8.250 a 9.000 giri/min, ¨¨ a tutt¡¯oggi la pi¨´ potente variante della Senna mai venuta alla luce.
Ducati 916 Senna
¡ª ?Nei suoi anni da superstar della velocit¨¤ su pista, Ayrton Senna strinse amicizia anche con il patron di Cagiva Claudio Castiglioni, che in quel periodo controllava anche Ducati. E fu proprio da questo rapporto che nacque il progetto della 916 Senna, un¡¯edizione speciale della celebre bicilindrica di Borgo Panigale a cui lo stesso fuoriclasse brasiliano, gi¨¤ orgoglioso proprietario di una 851, fece in tempo ad accordare il suo avvallo. Fu lui stesso a scegliere la singolare colorazione antracite con cerchi in rosso, giusto poche settimane prima di morire a Imola il 1¡ã maggio del 1994. I 300 esemplari annunciati andarono esauriti in tempi brevissimi anche se la moto in s¨¦, in pratica una rivisitazione prevalentemente cromatica della variante ¡°pistaiola¡± Sp, fu ufficialmente svelata solo a fine anno al Motor Show di Bologna. Con una potenza di 131 Cv a 10.500 giri/min e un peso di 195 kg, poteva oltrepassare i 260 km/h di velocit¨¤ massima. Sull¡¯onda del successo della prima serie ne vennero realizzate altre due, la 916 Senna II del 1997 e la 916 Senna III del 1998, con colorazioni diverse ma con la stessa tiratura limitata a 300 unit¨¤. Quasi superfluo sottolineare come tutte e tre le versioni siano oggi ricercatissime dai collezionisti di tutto il mondo.
Ducati?1199 Panigale S Senna
¡ª ?Nel 2014, per commemorare i 20 anni dalla scomparsa dell¡¯asso brasiliano, Ducati lanci¨° una versione Senna di quella che al tempo era la sua moto di riferimento, ovvero la bicilindrica sportiva 1199 Panigale S. Anche in questo caso si tratt¨° di una rivisitazione principalmente cromatica dovuta in primo luogo alla nuova livrea, con la stessa colorazione che Senna scelse a suo tempo per la 916 Senna I, ma anche allo scarico racing a corredo. Prodotta in una serie limitata di 161 esemplari, un richiamo al numero dei Gran Premi disputati da Senna in Formula 1, fu destinata al solo mercato brasiliano. Ad ogni modo, almeno due pezzi sono poi riusciti ad approdare nel Vecchio Continente, pi¨´ precisamente nei garage di due nomi pesanti del motorsport: una se l¡¯¨¨ accaparrata il pluri-iridato del motociclismo Max Biaggi ad un¡¯asta di beneficenza; l¡¯altra ¨¨ finita nelle mani del pluri-iridato del Rally S¨¦bastian Ogier, un omaggio della stessa Ducati dopo il suo secondo titolo iridato Wrc del 2014. Con 195 Cv di potenza messi a disposizione dal suo motore Superquadro da 1198 cc, 132 Nm di coppia massima a 9.000 giri/min e un peso a secco di 164 kg, la Ducati 1199 Panigale S Senna faceva sicuramente onore al suo nome in termini di pura performance.
MV Agusta F4 750 e 1000 Senna
¡ª ?A inizio anni 2000 Ducati era passata sotto il controllo del fondo americano Texas Pacific Group e Castiglioni era impegnato nel rilancio di un altro nobile marchio italiano, a sua volta caduto in disgrazia dopo anni di trionfi in pista: Mv Agusta. Per restituire al marchio varesino le sue storiche credenziali sportive occorreva innanzitutto creare una moto all¡¯altezza del suo blasone e per questo fu chiamato in causa il ¡°maestro¡± Massimo Tamburini, gi¨¤ padre della strabiliante Ducati 916. Il risultato fu l¡¯altrettanto avvenente F4, una quadricilindrica da 750 cc la cui cilindrata sarebbe poi salita nel corso degli anni fino ad arrivare ai 1.000 cc. In nome della vecchia amicizia personale con Senna, Castiglioni ne fece realizzare due versioni speciali. La prima fu la F4 750 Senna del 2002, realizzata in 300 esemplari, dotata per¨° di un motore pi¨´ potente capace di esprimere 137 Cv a 12.900 giri/min e 77,5 nm di coppia a 10.700 giri/min. Pochi anni dopo, nel 2006, arriv¨° la F4 1000 Senna, equipaggiata con un quattro cilindri in linea da 998 cc accreditato di 174 Cv a 11.900 giri/min e 111 Nm di coppia a 10.000 giri/min. Il suo peso a secco era lo stesso della 750: 190 kg. Entrambe andarono rapidamente a ruba trasformandosi quasi istantaneamente in pregiati oggetti da collezione.
Tante special come la Vespa Senna
¡ª ?Oltre ai modelli ¡°di produzione¡± sopra citati, la galassia di tributi ad Ayrton Senna ¨¨ popolata da una miriade di auto e moto special realizzati in un unico esemplare. Tra i pi¨´ celebri esempi in questo senso c¡¯¨¨ la Vespa Senna?del 2014, realizzata sulla base di una versione Px 200 del 1986 da Alan Mosca. Si tratta del figlio di quel Sid Mosca che un paio di decenni prima cre¨° l¡¯iconico design del casco di Senna con i colori della bandiera brasiliana. Il medesimo schema grafico fu infatti ripreso per questa speciale versione del mitico scooter di Pontedera, poi battuta all¡¯asta on-line con tutti i proventi destinati ancora una volta all'Ayrton Senna Institute.
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