Abbiamo visto in anteprima l'opera che racconta la vita di Enzo Ferrari nel 1957, un anno di svolta nella carriera del Drake nella storia del Cavallino: perch¨¦ vedere (e perch¨¦ no) l'ultimo film di Michael Mann
? possibile raccontare chi ha scritto la storia dell¡¯automobilismo limitandosi a uno sguardo, approfondito ma comunque parziale, a un periodo molto breve della sua vita? Per il regista statunitense Michael Mann, che torna nelle sale dal 14 dicembre con il personale ritratto di Enzo Ferrari, la risposta ¨¨ evidentemente affermativa. Un po¡¯ come gi¨¤ accaduto con Oppenheimer, l¡¯altro grande film-evento di questa stagione cinematografica, ¡°Ferrari¡± ¨¨ un biopic di nuova generazione. E tratteggia cio¨¨ i lineamenti di un grande personaggio focalizzandosi su una fase molto specifica ma cruciale della sua epopea. Anche qui l¡¯intento ¨C perfettamente riuscito ¨C ¨¨ arrivare al generale partendo dal particolare e raccontare, pi¨´ che la figura storica in s¨¦, le sfaccettature del carattere dell¡¯uomo. Con i suoi tormenti, il suo dolore, i suoi successi e i suoi errori.?
IL TRAGICO 1957
¡ª ?Cos¨¬, quello che per Oppenheimer ¨¨ la nascita del Progetto Manhattan, per il Ferrari di Michael Mann ¨¨ il 1957: un anno di svolta, perch¨¦ segnato dalla prematura scomparsa del figlio Dino, stroncato a soli 24 anni dalla distrofia muscolare, dalla crisi nei rapporti con la moglie Laura e l¡¯amante Lina Lardi, ma anche dalla necessit¨¤ di assicurare un futuro alla fabbrica di Maranello. Lo snodo fondamentale, e non potrebbe essere altrimenti, passa ovviamente dalle corse: per rilanciare l¡¯immagine del Cavallino rampante e stuzzicare l¡¯interesse di potenziali investitori, serve vincere la Mille Miglia. Il risultato sar¨¤ il paradigma perfetto dell'intera esistenza di Enzo Ferrari: il successo va a braccetto con la morte e la vittoria storica di Piero Taruffi salva l¡¯azienda ma viene inevitabilmente offuscata dalla tragedia.?
IL FERRARI DI ADAM DRIVER
¡ª ?? il pomeriggio del 12 maggio 1957 e all'arrivo di Brescia mancano ormai pochi chilometri quando la Ferrari 335 S dello spagnolo Alfonso De Portago fora una gomma, sbanda fuori dalla carreggiata e travolge un gruppetto di appassionati a bordo strada. Muoiono 11 persone, pilota e navigatore compresi, tra cui cinque bambini: ¨¨ la tragedia di Guidizzolo, un dramma legato a doppio filo con la Mille Miglia, che non a caso dall¡¯anno successivo cambier¨¤ il format diventando pi¨´ una gara di regolarit¨¤ che non di velocit¨¤. Ed ¨¨ proprio intorno all¡¯incidente, culmine di quei quattro mesi maledetti, che si svolge la storia raccontata da Mann. Quella in cui emerge il grande carisma della star: Adam Driver somiglia poco o nulla a un Drake gi¨¤ quasi sessantenne, ma l'attore ¨¨ magistrale nel restituire la mimica facciale, la camminata, le espressioni, il tono burbero e persino il cinismo e la spietatezza che hanno reso celebre Ferrari. Per questo il ¡°suo¡± Enzo, dilaniato dal senso di colpa eppure comunque combattivo davanti ai giornalisti, merita di essere ricordato.?
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FEDELT? STORICA
¡ª ?¡°Ferrari¡± ¨¨ un film duro, a tratti crudo, in cui un Drake mai presentato come eroe senza macchia, affronta i propri fantasmi con la compostezza di chi ha dovuto "costruire un muro" per difendersi dal dolore. Un film la cui fedelt¨¤ agli avvenimenti storici ¨¨ certificata dalla partecipazione di Piero Ferrari, il figlio secondogenito di Enzo che ha offerto una preziosa consulenza al regista. Per questo, le licenze a cui i blockbuster hollywoodiani ci hanno abituato sono ridotte all¡¯indispensabile: resistono solo quelle funzionali allo svolgimento della trama, accompagnate da qualche perdonabile concessione emozionale (come quando il piccolo Piero chiede l¡¯autografo di De Portago, o la scena conclusiva sulla tomba di Dino, realmente accaduta ma alcuni anni dopo). Meritevole di elogi ¨¨ poi la prova attoriale di Penelope Cruz, che interpreta una Laura Ferrari distrutta dalla perdita, umiliata e rassegnata all'infedelt¨¤ del marito, eppure sempre lucida nel difendere gli interessi dell¡¯azienda per amore dell¡¯uomo che ha sposato e del figlio che avrebbe dovuto raccoglierne l'eredit¨¤.?
PER TUTTI I PALATI
¡ª ?Non ¨¨ un film privo di imperfezioni: gli effetti speciali degli incidenti di Castellotti e De Portago appaiono fin troppo frettolosi e ancora peggio va con la carrellata sulla folla di spettatori falciati a Guidizzolo. Una mancanza, vero, ma perdonabile in un film biografico. Allo stesso modo, anche i dialoghi sono spesso funzionali alla prosecuzione della trama (tratta dal libro del 1991 del giornalista americano Broke Yates ¡°Enzo Ferrari: the Man, the Cars, the Races, the Machine") e forse talvolta troppo intensi, con alcuni personaggi secondari - su tutti il boss della Maserati, Adolfo Orsi - un po' stereotipato nel ruolo del "rivale-cattivo". La resa visiva delle fasi di gara, per una volta estremamente credibili al contrario di molte altre pellicole del genere, ¨¨ invece molto soddisfacente cos¨¬ come la ricostruzione delle auto dell¡¯epoca e la tensione delle battaglie ruota a ruota. Risultano infine ottimi i costumi e le ambientazioni, che ci riportano all'Italia del miracolo economico. Di sicuro un film che non deluder¨¤ gli appassionati di corse pi¨´ intransigenti, ma che sa strizzare l¡¯occhio anche a chi, pur non seguendo i GP di Formula 1, ha voglia di conoscere una storia laterale ma al contempo centralissima nello sviluppo dell'uomo che ha creato il mito.
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