La tendenza
Wave pool, il surf su onda artificiale: cos¨¨ e perch¨Ś ¨¨ sempre pi¨´ popolare
Chi ha detto che per fare surf ci vuole il mare? Domanda provocatoria, ovviamente. UnĄŻesagerazione. Ma grazie alle onde artificiali, non ¨¨ del tutto fantascienza. S¨Ź, surfare su onde non naturali ¨¨ possibile ed ¨¨ anzi una tendenza destinata a crescere sempre di pi¨´ nel tempo, con segni gi¨¤ tangibili ai giorni nostri. Tutto ¨¨ partito in realt¨¤ alla fine degli anni 80ĄŻ, ma con opere pensate pi¨´ per lĄŻintrattenimento nei grandi parchi acquatici (Dubai, Lanzarote, Giappone) che per un surf in senso stretto. Ora in diverse parti del mondo sono presenti veri e propri Ą°spot artificialiĄą, luoghi costruiti dallĄŻuomo in cui ci si pu¨° divertire con la tavola come se si fosse in mare.
ONDA STATICA E DINAMICA - ? bene chiarire una distinzione fondamentale, ovvero quella tra onda statica e onda dinamica. Nel primo caso, la tavola ¨¨ ferma e lĄŻacqua scivola sotto: per la sua forma, lĄŻonda statica ¨¨ paragonabile a quello che per lo skateboard sono le rampe. Ma in questo caso, a differenza anche del surf vero e proprio, non si va a prendere lĄŻonda ma si sta fermi: si tratta dunque di un buon allenamento per lavorare sulle percezioni che si hanno sulla tavola, ma manca la ricerca dellĄŻonda e il take-off. Questa soluzione pu¨° comunque essere unĄŻottima idea per i surfisti che abitano in posti lontani dal mare e che non vogliono rinunciare al surf, ma anche per i neofiti che sono incuriositi dal voler provare a stare su una tavola . Un esempio di onda statica ¨¨ rappresentato dal Wakeparadise Milano allĄŻIdroscalo , con un sistema che tramite il risucchio dĄŻacqua (ci vogliono almeno quattro metri di profondit¨¤) e lĄŻincontro con un ostacolo consente allĄŻonda di crescere. In questo caso si parla di ciclo dĄŻacqua aperto, unĄŻalternativa ¨¨ quello chiuso con lĄŻacqua spinta dalle pompe (si parla di tecnologia Citywave).
LE TECNOLOGIE - LĄŻonda dinamica simula invece fedelmente quanto succede in mare. Anche dal punto di vista sonoro: chiudendo gli occhi si ha lĄŻimpressione davvero di essere in un luogo naturale. A differenza dellĄŻonda statica, quella dinamica non ¨¨ ferma ma si muove come unĄŻonda vera e propria: si pu¨° regolarne lĄŻintensit¨¤ (che, tradotto, ¨¨ lĄŻaltezza) e la frequenza. Per realizzare questo tipo di strutture sono presenti tre tecnologie principali in tutto il mondo: Wavegarden, Perfetctswell e la Surf Lake in Australia. La prima, nata in Spagna, ¨¨ la pi¨´ diffusa e si caratterizza per essere utilizzabile a qualunque livello, con onde che vanno dai 50 cm ai 2 metri; la seconda (nota anche come Ą°American Wave MachineĄą) ¨¨ pensata soprattutto per i surfisti esperti, dal livello medio al pro; la terza ¨¨ presente appunto solo in Australia e si caratterizza per avere una campana rovesciata che, entrando in acqua, genera le onde. CĄŻ¨¨ poi la wave pool di Kelly Slater, a Leemor (California), considerata lĄŻonda dei sogni: ¨¨ realizzata con un dispositivo simile a un treno che, sottĄŻacqua, porta avanti una pala che genera le onde. Oltre a queste, sei nuove tecnologie sono in fase post sperimentale ma in attesa di essere realizzate in scala 1/1.
VANTAGGI - In generale, le onde artificiali presentano diversi vantaggi: consentono di fare surf dove non cĄŻ¨¨ il mare; permettono di prendere onde con continuit¨¤, senza doversi basare sul meteo e sulle mareggiate; offrono altri luoghi per fare surf in un momento in cui, a causa della crescente popolarit¨¤ di questo sport , i mari sono affollati. Chiaramente, lĄŻesperienza in mare ¨¨ impagabile e surfare su unĄŻonda artificiale ha dei costi non indifferenti. Si va dai 40 ai 100 euro all'ora . con l'eccezione dell'onda di Kelly Slater che dal punto di vista economico ¨¨ molto proibitiva. Ma ¨¨ una tendenza destinata a crescere ancora, anche perch¨Ś con unĄŻonda artificiale si possono prendere in media 15 onde in unĄŻora e tutte lunghe, con la possibilit¨¤ di compiere almeno quattro manovre: unĄŻutopia nei mari italiani.
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