La capitana dell'Italrugby femminile ci racconta il suo percorso di recupero dall'infortunio al crociato del ginocchio destro
Al Mondiale col tutore, ma con la voglia di provarci fino all¡¯ultimo. La rincorsa di Manuela Furlan, capitana dell¡¯Italia femminile impegnata da domenica prossima al Mondiale in Nuova Zelanda (Italia-Usa, il primo match, ¨¨ previsto domenica alle 1.45 del mattino, diretta Rai e Sky), comincia da quel terribile pomeriggio di Nizza, quando durante il test contro la Francia il legamento crociato anteriore del ginocchio destro l¡¯ha abbandonata. Le speranze, per lei che si era anche licenziata proprio per preparare al massimo il Mondiale, sembravano vicine allo zero, ma Andrea Di Giandomenico ha deciso comunque di portarla, e non solo per l¡¯importanza che ha nel gruppo azzurro: l¡¯obiettivo ¨¨ tentare un recupero che avrebbe del miracoloso, e scendere in campo nel caso l¡¯Italia andasse avanti nel torneo. A Gazzetta Active, la trequarti azzurra ha raccontato come si sta muovendo.
Manuela, come procede il recupero?
¡°Rispetto a un mese fa sto decisamente meglio. Dal punto di vista mentale, dopo la tanta paura e l¡¯amarezza iniziale, c¡¯¨¨ stata subito la voglia di esserci e di provare a recuperare una forma decente, per poter essere utile alle ragazze. Sono davvero molto carica e felice di essere qui, a supportare le mie compagne¡±.
In che modo si sta allenando?
¡°Sto seguendo un protocollo particolare, in accordo con lo staff medico. Il recupero sta procedendo bene, con delle sedute differenziate in palestra, ma sempre con cautela per evitare di peggiorare le cose. La mia giornata a volte inizia anche dalle 6 del mattino, perch¨¦ oltre a seguire il lavoro differenziato che sto facendo cerco poi di essere comunque in campo insieme alle ragazze quando si allenano. Stiamo lavorando con delle macchine che possono aiutare il movimento del ginocchio e rinforzare la gamba, in campo ovviamente non posso prendere parte alle sedute di alta intensit¨¤ ma faccio un lavoro a parte¡±.
Quali sono le reali possibilit¨¤ di recupero?
¡°Sono poche, non saprei darti una percentuale precisa ma ¨¨ bassa. Quello che conta, per¨°, ¨¨ che per quanto poche, le possibilit¨¤ ci sono. I medici mi hanno detto che impegnandomi al massimo c¡¯¨¨ una speranza concreta, bisogna vedere se il ginocchio risponde bene al lavoro che stiamo facendo. Ogni giorno vedo dei piccoli progressi, anche se mi aspettano delle giornate davvero impegnative, ma ho talmente cos¨¬ tanta carica addosso che potrei fare qualsiasi cosa (ride, ndr), ho voluto cos¨¬ tanto essere qui e lo voglio cos¨¬ tanto che ci prover¨° fino alla fine, e chi pensa che non posso farcela ¨¨ uno stimolo in pi¨´ per lavorare¡±.
Cosa significa vivere un Mondiale ¡°dai box¡±?
¡°? chiaro che ho sempre voglia di giocare, non per egoismo ma per essere d¡¯aiuto alla causa e alle compagne. ? diverso e non facile, ma sono felice di essere qui e di poterci provare, e di poter essere comunque d¡¯aiuto alle altre¡±.
Le ha pesato lasciare la fascia di capitano (a Elisa Giordano, ndr)?
¡°? la persona giusta per guidare questo gruppo. Poi comunque con Elisa stessa, Michela (Sillari, ndr), Melissa (Bettoni, ndr), Sara (Barattin, ndr) che sono le nostre vice-capitane c¡¯¨¨ un rapporto veramente stretto. Che la capitana sia una o l¡¯altra non fa differenza, ¨¨ la stessa cosa: abbiamo un gruppo pieno di leader e quindi non mi pesa lasciare il ruolo, anzi, sono contenta per Elisa che sar¨¤ un ottimo punto di riferimento¡±.
Il gruppo le ¨¨ stata vicina in questo periodo cos¨¬ difficile?
¡°Se c¡¯¨¨ una cosa con cui parlo spesso con Andrea (Di Giandomenico, il c.t. della Nazionale, ndr) ¨¨ proprio di vivere il momento, il ¡®qui ed ora¡¯. Le ragazze mi sono sempre state vicine, facciamo tutto insieme e anche loro hanno accusato il colpo come me, quando mi sono fatta male. Il dolore di una ¨¨ il dolore di tutte, ma abbiamo cercato subito di capire cosa si potesse fare, non c¡¯¨¨ stato nemmeno il tempo di pensare a cosa era successo, ma bisognava subito agire, e questo mi ha aiutata a reagire immediatamente. Inoltre, quando mi sono fatta male, il mio telefono ¨¨ stato inondato di messaggi, ho sentito una vicinanza davvero incredibile e spero di aver ringraziato tutti. Certo, in Nuova Zelanda non sono arrivata con i miei piedi ma con il tutore, ma sono molto positiva: poi vada come deve andare¡±.
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