Il rapporto tra padre e figlio non sempre ¨¨ semplice da gestire, se poi i due sono anche maestro e atleta l’affare si complica. Nello e Luigi Bus¨¤ hanno combattuto e vinto tante battaglie insieme, tutte con l’unico obiettivo di lasciare un segno nella storia. Al Festival dello Sport, sul palco del Palazzo Geremia, il racconto dell’impresa olimpica, portata a compimento a Tokyo 2020 dal Gorilla D’Avola, ha lasciato spazio alla storia della riscoperta di un amore unico, quello incondizionato di un padre e quello devoto di un figlio, un amore che per 34 anni si ¨¨ celato dietro ad allenamenti serrati e critiche severe: "L’ho capito col tempo che tutti i rimproveri erano in realt¨¤ il suo modo di amarmi, tutto per farmi arrivare a realizzare il mio sogno", racconta Bus¨¤.
AL FESTIVAL DELLO SPORT
Luigi e Nello Bus¨¤: "L’oro di Tokyo ci ha restituito il vero rapporto padre-figlio"
L’oro olimpico del karate e il suo padre-maestro si sono raccontati al Festival dello Sport: dagli inizi alla realizzazione del sogno a Cinque Cerchi, tra le difficolt¨¤ di un rapporto a volte complicato ma sempre ricco di amore
Il patto
¡ª"Luigi da piccolo era in sovrappeso, veniva preso in giro, ma io riuscivo solo a vedere un bambino con un’energia talmente grande dentro di s¨¦ che sarebbe potuto arrivare ovunque", spiega Nello. Ed ¨¨ proprio nella cucina della loro casa di Avola che nasce il patto che cambier¨¤ la vita del piccolo Bus¨¤: "Se mi segui in tutto e per tutto, diventerai un campione", gli propose suo padre. Da l¨¬ un percorso fatto di sacrifici e rinunce, iniziato come sfida, "Volevo diventare pi¨´ forte del mio maestro", e proseguito con una passione sempre pi¨´ grande per il karate, il tutto nell’eterna approvazione di pap¨¤.
Severo
¡ª"Ricordo che nel 2006, tre minuti dopo aver conquistato il mio primo titolo mondiale senior a soli 18 anni, la prima cosa che mi disse mio padre fu che potevo combattere meglio - racconta Luigi-. In quel momento non capivo, ero sul tetto del mondo, il pi¨´ giovane della storia e a lui non bastava. Poi col tempo ho compreso: ha sempre cercato di farmi tenere i piedi saldi a terra, e aveva ragione. Oggi vedo tanti ragazzi che per una sola vittoria si esaltano, si sentono arrivati. Io se sono riuscito a vincere l’oro olimpico a Tokyo ¨¨ anche perch¨¦ mio padre mi ha sempre spinto a migliorare e a dare il massimo". "Non ¨¨ stato semplice ricoprire il doppio ruolo di padre-maestro - risponde Nello-, ma quando mi concentravo pi¨´ sui suoi errori che sul successo era perch¨¦ non ho mai dubitato un secondo delle potenzialit¨¤ che aveva".
Dream team
¡ªCos¨¬ Nello ha cresciuto tutti i suoi quattro figli: lasciandoli liberi di scegliere quale strada percorrere nella vita, spingendoli per¨° a dare tutto per realizzarsi al massimo. Non ¨¨ un caso che tutti e quattro abbiano poi conseguito risultati importanti: Lorena, presente in sala, ha vinto medaglie mondiali ed europee prima di diventare tecnico del Centro Sportivo Carabinieri, Cristina ¨¨ stata pi¨´ volte campionessa italiana e fa ora parte delle Fiamme azzurre, mentre Stephanie ¨¨ un brillante avvocato. Poi c’¨¨ la mamma, il vero collante di tutta la famiglia: "Siamo quattro personalit¨¤ diverse e lei faceva da pacere per ogni divergenza - sottolinea Luigi-. Se pap¨¤ non si esaltava mai per una gara, lei al contrario era incontenibile. Alla fine insieme siamo un vero dream team". E quando quel tanto sognato oro olimpico ¨¨ arrivato, anche per il maestro ¨¨ stato il momento di sfilarsi l’armatura: "Era come se mi fossi tolto un peso, ora potevo finalmente smettere di ricoprire il ruolo di maestro ed essere semplicemente pap¨¤ Nello". "Ora quando ci vediamo o telefoniamo non parliamo pi¨´ di karate. Stiamo riscoprendo la gioia di essere solo padre e figlio, e questo vale molto pi¨´ di qualsiasi medaglia".
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