Kevin Young parla con gli occhi. E certe espressioni dicono tutto. Il racconto delle sue imprese affascina: sembrano siano di ieri, anche se risalgono a un trentennio e pi¨´ fa. Una su tutte: quella realizzata all’Olimpiade di Barcellona 1992, quando l’oggi 57enne statunitense vinse l’oro dei 400 ostacoli, con tanto di super record del mondo. Quel 46”78 scalz¨° dopo nove anni una leggenda come Edwin Moses, l’uomo delle 122 vittorie consecutive che a Coblenza, nel 1983, si spinse a 47”02. Sarebbe resisto per 29 stagioni, fino al 2021.
ATLETICA
Young, l’uomo del record che cancell¨° Moses e i suoi consigli a Sibilio
Lo statunitense ricorda l’oro di Barcellona e una giornata eccezionale. E d¨¤ suggerimenti all’azzurro: “Ascolta sempre il tuo corpo”
IL RECORD
¡ª“Edwin era dio - sorride Kevin dal palco della Sala Depero - far meglio del suo primato, in un’occasione cos¨¬ prestigiosa, fu il massimo. Ricordo tutto di quel giorno e di quella gara. Dopo i Giochi di Seul 1988 e i Mondiali di Tokyo 1991, ero quello dei quarti posti. In una delle ultime sedute di rifinitura, alla pista di riscaldamento, il mio allenatore John Smith mi cronometr¨° dei tempi clamorosi. Era la conferma che la condizione era eccezionale. In finale lo dimostrai: dopo essermi approcciato al terzo e al quarto al quarto ostacolo con una ritmica da dodici passi, ero gi¨¤ davanti a tutti. Poi sarei tornato ai pi¨´ tradizionali tredici, ma era come volassi. Il rettilineo finale fu una cavalcata trionfale e anche se incocciai nell’ultima barriera e cominciai ad esultare ben prima del traguardo, la prestazione fu sensazionale”.
Il confronto
¡ªAd ascoltare il racconto, seduto al suo fianco, c’¨¨ Alessandro Sibilio, il miglior specialista azzurro di questa generazione, finalista ai Giochi di Tokyo 2021. Tra i due c’¨¨ subito intesa. “Ho avuto la fortuna di essere protagonista della gara dell’attuale record del mondo, il 45”92 corso dal norvegese Karsten Warholm proprio nella finale giapponese. Lui ¨¨ un mostro, ma chiss¨¤ cosa avrebbe fatto Kevin se avesse avuto a disposizione i materiali, le tecnologie e le metodologie di oggi”. “Avrei corso in 45”90 - scherza, ma non troppo, il californiano -: io, comunque, sono soddisfatto per dove sono arrivato e delle esperienze che ho maturato. L’atletica mi ha dato tanto e ancora oggi vivo di sport. In Europa, poi e in Italia in particolare, la gente mi riconosce e mi acclama pi¨´ che negli Stati Uniti”.
Il consiglio
¡ªSibilio ascolta e prende nota. “Sono reduce da due stagioni nelle quali avrei voluto fare di pi¨´ - ammette - ma gli infortuni non me lo hanno concesso. Sentir parlare di Moses e poter chiacchierare con Young mi stimola tanto. Spero che il 2024, tra Europei di Roma e Olimpiadi di Parigi, pendando anche alla staffetta 4x400, possa diventare l’anno di una mia seconda svolta”. Tra i tanti consigli, uno non deve passare inosservato: “Ascolta sempre il tuo corpo - dice Kevin al finanziere - e se c’¨¨ qualcosa che non va, fermati”. L’abbraccio finale sancisce un’amicizia e lancia un augurio per il futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA