L¡¯importanza del copilota resta troppo spesso lontano dai riflettori. Una prospettiva inconsueta accanto all¡¯asso belga sulla sua Hyundai i20 Coup¨¦ Wrc
Tutti sappiamo quanto i piloti di rally viaggino ai limiti del sovrumano. E quanto i loro copiloti, i navigatori, formino un legame di fiducia totale per condividere nello stesso abitacolo pericoli, soddisfazioni (quando si vince) e delusioni (quando si perde). Le riprese televisive, in particolare le inquadrature on board, dall'interno della vettura, sono esemplari per far capire abbastanza quanto impegnativo sia correre nei rally. Ma esserci dentro per alcuni minuti apre una nuova prospettiva. La Hyundai ha organizzato, dopo il Rally di Alba, una "Co-Drive Experience" offrendo, appunto, l'opportunit¨¤ di un punto di vista inconsueto. Navigatore per un giorno, quindi, nientemeno che di Thierry Neuville a bordo della sua Hyundai i20 Coup¨¦ Wrc.
Rally, il fisico conta
¡ª ?L'impatto maggiore ¨¨ fisico. Prima di tutto c¡¯¨¨ da dire che una persona che conduce una ¡°vita normale¡± non ha l'allenamento specifico di un pilota, quindi subisce molto brutalmente le sollecitazioni estreme di una vettura da gara. Inoltre, se non si ¨¨ piloti a propria volta (ma allora non saremmo qui a parlarne), ¨¨ quasi impossibile anticipare con precisione utile frenate e altri trasferimenti di carico, in modo da compensare almeno minimamente gli sballottamenti provocati dalle leggi fisiche e dalla volont¨¤ del pilota. Per inciso: quando si parla di frenate normali in un'auto da corsa, e una vettura da rally ¨¨ un'auto da corsa all'ennesima potenza, l'effetto paragonabile ad un ordinario veicolo stradale sarebbe gettare un'ancora sull'asfalto dopo aver aperto il paracadute. Stesso discorso per le curve; anche se si ¨¨ blindati con le cinture da competizione, l'accelerazione laterale somiglia molto da vicino alla decompressione nella cabina di un jet in avaria: si tende ad essere sparati fuori. Paura di andare a sbattere mentre si ¨¨ fiondati tra muri e precipizi a velocit¨¤ impossibili per noi comuni mortali? Stranamente, neanche un po'. Perch¨¦ al volante c'era il vicecampione del mondo, il quale guidava ad una velocit¨¤ per lui meno che turistica rispetto a ci¨° a cui ¨¨ abituato in gara.
Il navigatore, questo sconosciuto
¡ª ?? un dettaglio logico e arcinoto fin dalla notte dei tempi ma lontano dai riflettori: il ruolo fondamentale del navigatore. Senza, il pilota guiderebbe "al buio"; nel senso che sarebbe costretto ad impostare la traiettoria solo dopo aver visto in prima persona la strada, o affidandosi completamenti a quei vaghi ricordi delle ricognizioni, di fatto perdendo un'infinit¨¤ di tempo. Il navigatore, con le note raccolte durante le ricognizioni con auto stradali, comunica via radio (in linguaggio rallystico) il percorso che l¡¯equipaggio andr¨¤ ad affrontare, permettendo cos¨¬ al pilota di anticipare tutte le azioni, andando a colpo sicuro. Tutti gli appassionati lo sanno perfettamente. Ma vederne gli effetti dal vivo resta comunque illuminante. Nella "Co-Drive Experience" di Hyundai, chi scrive ha avuto la possibilit¨¤ di salire accanto a Neuville all'inizio della giornata, su un breve percorso di test (naturalmente chiuso al traffico). "Ora cominciamo il primo giro. Non conosco la strada", il breve avviso del campione belga; dopo di che ¨¨ partito come un fulmine. E meno male che non la conosceva. Al termine del giro, quando il comune mortale usurpatore del posto che in gara spetta a Nicolas Gilsoul gi¨¤ riteneva che non fosse fisicamente possibile andare pi¨´ forte, Thierry ha tirato la lunga leva del freno a mano per mettere la macchina in posizione e ha nuovamente emesso un secco bollettino: "Ok, cominciamo il secondo giro. Ora conosco la strada". Neanche il tempo di capire se la sensazione che lui stesse sinistramente sogghignando fosse solo un'allucinazione indotta dai colpi presi fino a quel momento ed ¨¨ partito ancora pi¨´ forte, pennellando millimetricamente il ciglio della stradina ad una velocit¨¤ visivamente superiore, nonch¨¦ ancora pi¨´ impossibile. E pensare che non aveva il navigatore. "Ti ¨¨ mai capitato di ricevere indicazioni sbagliate?" "S¨¬", ha risposto sorridendo. Naturalmente non si riferiva all'eccellente Gilsoul che lo accompagna dal 2011 e lo ha aiutato a sfiorare per cinque volte il titolo Mondiale nel rally e a salire per tredici volte sul gradino pi¨´ alto del podio.
Hyundai nel Mondiale rally, da Alba all¡¯Estonia
¡ª ?Il Rally di Estonia, in programma dal 4 al 6 settembre, segner¨¤ la ripresa del campionato del mondo rally dopo lo stop per la pandemia. Hyundai Motorsport si ¨¨ preparata in due tappe. Inizialmente portando due i20 Coup¨¦ Wrc in assaggio a fine luglio al Rally di Roma Capitale (categoria Rally Stars), accanto alle cinque vetture di classe R5 che partecipano al campionato Europeo per le varie squadre clienti. Primi due posti: Dani Sordo vincente davanti al junior driver Pierre-Louis Loubet. Al Rally di Alba, disputato nei primi due giorni di agosto, il test ¨¨ diventato "totale": oltre alle 16 i20 R5 (che hanno dominato la gara finendo ai primi quattro posti con Craig Breen, Jari Huttunen, Dani Sordo e Luca Rossetti), nella competizione Rally Stars sono scesi in "pista" anche Thierry Neuville e ?tt Tanak, dove il belga ha vinto precedendo il campione del mondo in carica e altre due Hyundai i20 Coup¨¦ Wrc, quelle di Pierre-Louis Loubet e di Luca Pedersoli. "Il riscontro ¨¨ stato positivo, abbiamo fatto un passo avanti - ha commentato Neuville -. La macchina va bene e mi ci sento molto a mio agio. Non vedo l'ora di tornare ad una vera gara nel Wrc".
Umberto Scandola, la corsa al campionato italiano
¡ª ?La competizione piemontese ha rappresentato anche l'inizio del Campionato italiano rally 2020. Nello Hyundai Rally Team Italia, supportato da Hyundai Italia, partecipava Umberto Scandola. Alcuni problemi gli hanno impedito di competere per la classifica finale, per¨° nella seconda giornata ha potuto guidare come al solito, cio¨¨ alla grande, ottenendo tempi da top 5 in met¨¤ delle prove speciali. Dopo la pausa forzata, i suoi programmi prevedono certamente la partecipazione al Rally d'Italia in Sardegna posticipato ad ottobre, mentre il resto ¨¨ ancora da definire. Scandola ¨¨ al secondo anno in Hyundai. Com'¨¨ la i20? "? una vettura che d¨¤ tanto ma allo stesso tempo richiede molto. ? cos¨¬ tecnica e professionale che bisogna darle del lei, va capita. Ma quando si arriva ad avere un buon feeling si ottengono risultati che con altre auto da rally non si riescono a raggiungere. Sono ancora nella fase di studio e apprendimento, ma gi¨¤ nella tappa di Roma abbiamo dimezzato il gap con i nostri avversari. Il potenziale ¨¨ molto alto e si tratta solo di sfruttarlo al cento per cento".
Andrea Adamo, ¡°focalizzati sullo sviluppo¡±
¡ª ?In Estonia riprender¨¤ l'inseguimento di Neuville e Tanak alle Toyota Yaris Wrc di S¨¦bastien Ogier ed Elfyn Evans. Andrea Adamo, team principal di Hyundai Motorsport, fa il punto della situazione: "Dobbiamo recuperare in fretta il distacco di punti che non ¨¨ enorme. Non tanto da Ogier, perch¨¦ per noi il titolo piloti ¨¨ secondario, ma da Toyota nel campionato costruttori. La situazione non ¨¨ drammatica, abbiamo corso solo tre rally finora e in calendario ce ne sono ancora almeno cinque o sei, tutti su terreni interessanti. Al momento siamo focalizzati soprattutto sullo sviluppo dell'auto".
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