Il dottor Roberto Scrigna, biologo nutrizionista specializzato in sport da combattimento, ha approfondito il rapporto tra nutrizione e concussioni
Il punto di partenza ¨¨ un concetto chiaro. "Dopo un trauma cranico, la nutrizione si inserisce sempre come un supporto al recupero". Roberto Scrigna, biologo nutrizionista specializzato in sport da combattimento, ha affrontato con Gazzetta Active il tema della nutrizione clinica. "Nei casi di concussione, lĄŻalimentazione ¨¨ meno efficace rispetto ai trattamenti farmacologici, ma resta un aiuto importante".
Intanto, unĄŻintroduzione. Quando si parla di trauma cranico?
"? una lesione che avviene con un colpo alla testa. In genere, si chiama anche concussione e parliamo di un trauma che non presenta lesioni evidenti. I cambiamenti fisiologici a livello neuronale sono dati perch¨Ś i colpi portano a uno stiramento o alla rottura delle fibre neuronali, a lesioni microscopiche e ad alterazioni chimiche. Bisogna sempre intervenire in maniera tempestiva, allĄŻoccorrenza anche da un punto di vista chirurgico, perch¨Ś se non ridotti e trattati possono portare a ulteriori peggioramenti".
Come bisogna strutturare la nutrizione in casi del genere?
"Il cervello ¨¨ un organo particolare e delicato e, in caso di neuroinfiammazione, il comportamento alimentare deve essere differente. Soprattutto nella scelta di macro e micronutrienti da dare allĄŻindividuo".
Come si procede?
"In sostanza, il danno tissutale al cervello aumenta le richieste. Dunque, lĄŻintake energetico deve essere adeguato alle nuove esigenze e ai nuovi livelli di attivit¨¤. Dopo un trauma cranico il soggetto non sta bene, perde equilibrio, ha vertigini e nausea e spesso ¨¨ costretto ad allettamento, dunque va a ridursi in maniera drastica la quantit¨¤ di movimento".
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Cosa accade a questo punto?
"Va ricalcolato in primis il fabbisogno calorico, mentre in seconda battuta la priorit¨¤ sar¨¤ fornire un adeguato apporto proteico. Intanto perch¨Ś la maggior parte delle cellule del sistema immunitario produce anticorpi, che sono strutture di natura proteica, e poi perch¨Ś la riparazione dei tessuti richiede building blocks, costituiti in gran parte da proteine. Di fronte a uno stop, sar¨¤ necessario lavorare per il mantenimento della massa muscolare".
Come bisogna invece rimodulare i carboidrati?
"? importante cercare una moderazione glucidica, andando su diete con basse o scarse escursioni glicemiche. Il protocollo deve diventare moderate o low carb e al momento sono in fase di studio gli utilizzi delle diete chetogeniche, soprattutto nelle fasi pi¨´ acute. La produzione di corpi chetonici (acetone, acido acetoacetico e acido ŚÂ-idrossibutirrico, ndr) ha rivelato una forte attivit¨¤ contro la neuroinfiammazione e proprio in fasi acute sembrerebbero promettenti. In questi casi pu¨° essere utile una supplementazione esogena, mentre in fase di risoluzione si pu¨° virare da diete low carb a moderate carb".
Quali altri aiuti sono da tenere in considerazione?
"Non ci sono ancora evidenze scientifiche, ma buoni presupposti esistono per la camera iperbarica, che porta a un aumento di ossigenazione dei tessuti del sangue. Dobbiamo ricordare che dopo un trauma cranico il cervello avr¨¤ problemi di produzione energetica, infiammazione e approvvigionamento di ossigeno. Mentre le prime due situazioni si correggono con la nutrizione, grazie a supplementazione massiccia di omega 3, creatina monoidrato e antiossidanti, la camera iperbarica pu¨° essere importante proprio per lĄŻossigeno".
E a livello di integrazione?
"Sono utili di sicuro la creatina monoidrato, diversi estratti di erbe, tra cui Curcuma, Bacopa monnieri, Ashwagandha, Boswellia serrata, Reishi e Cordyceps, due funghi con importanti propriet¨¤ contro la neuroinfiammazione. E non sottovaluterei nemmeno i probiotici, per i fondamentali effetti di comunicazione con il cervello e di protezione della barriera intestinale ed emato-encefalica".
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