San Antonio spazza via i Lakers anche in gara-4 e si guadagna la semifinale a Ovest. Steph Curry trascina Golden State alla vittoria nella quarta sfida con i Nuggets: i Warriors sono avanti 3-1 e martedì a Denver giocano per guadagnarsi il rendez-vous con gli Spurs nel turno successivo.

Kobe Bryant consola Pau Gasol. Afp

Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 82-103

San Antonio vince la serie 4-0 Inferno Hollywoodiano. San Antonio travolge i Lakers anche in gara-4, mettendo la parola fine a una stagione che a Los Angeles era nata con ambizioni di titolo e che invece si conclude con la prima eliminazione al primo turno senza nemmeno un successo dal 1967. Gli Spurs si meritano la semifinale di Conference: hanno giocato meglio in ogni partita della serie vincendo sempre con almeno 10 punti di scarto, appoggiati ai loro Big Threes che anche nell’ultimo atto non sono mancati, con Tony Parker ad illuminare la strada con 23 punti nei primi 3 quarti (l’ultimo l’ha passato in panchina a riposare), Manu Ginobili a fare la differenza con 6 assist nei 20’ in cui è rimasto in campo e Tim Duncan a dimostrare ancora una volta che si può essere decisivi anche a 37 anni. Gli uomini di Gregg Popovich non hanno nemmeno avuto bisogno di strafare (46,4% al tiro con 5/13 da tre) per centrare la quarta vittoria di fila, limitandosi a sfruttare i regali avversari, dalle 20 palle perse nei primi tre quarti all’espulsione di Dwight Howard per doppio tecnico a 9’51” dalla terza sirena. I Lakers sono stati spediti all’inferno dagli infortuni (oltre a Kobe Bryant, in gara-4 erano in borghese anche Steve Nash, Steve Blake, Metta World Peace and Jodie Meeks) ma ci hanno messo del loro, e ora incassano un “cappotto” che brucia e che apre tanti interrogativi sul futuro, a cominciare dal ritorno di Dwight Howard. In gara-4, con Darius Morris e l’Mvp della D-League Andrew Goudelock nel backcourt che a inizio stagione era stato progettato col due volte Mvp (della Nba) Steve Nash e il miglior realizzatore nella storia della franchigia Kobe Bryant, i Lakers hanno colpito solo in area, tirando 22/30 contro il 14/46 nel resto del campo. Una sconfitta annunciata che nemmeno il ritorno allo Staples Center di Kobe, comparso in panchina poco dopo l’espulsione di Howard, è riuscito a interrompere. I Lakers quasi non ci provano: sotto 13-4 in avvio, si rifanno sotto con un 9-2 ispirato da Howard e Gasol che li porta a 2 punti di distanza ma alla prima sirena sono sotto 26-20 con 8 palle perse. San Antonio scappa in avvio del secondo quarto, spinta da 8 punti consecutivi di Gary Neal che aprono il 17-5 buono per il 47-29 a 4’01” dall’intervallo. Gasol lotta, Howard invece sbatte contro la difesa di San Antonio (2/2 al tiro nel primo tempo) e al riposo i Lakers vanno sotto 52-34 con più palle perse (16) che punti fuori dall’area (10). La ripresa si apre con l’espulsione di Howard e nemmeno l’apparizione di Kobe serve a togliere dall’aria il sapore del cappotto. San Antonio chiude il terzo periodo sul 78-58, poi tocca l’87-62 in apertura del quarto e la gara, come la stagione dei Lakers, va in archivio. “E’ una sensazione strana - racconta Tony Parker a fine partita -. Sono contento per la vittoria ma è stato strano. Ora abbiamo una settimana per prepararci alle semifinali”. Golden State o Denver sono avvisate.
L.A. Lakers: Gasol 16 (8/12 da due, 0/1 tiri liberi), Goudelock 14, Jamison 12. Rimbalzi: Gasol 8, Howard 8. Assist: Duhon 7.
San Antonio: Parker 23 (9/15, 0/1, 5/5 tl), Leonard 13, Neal 13. Rimbalzi: Leonard 7. Assist: Ginobili 6.

Kosta Koufos con la palla. Usa Today

Golden State Warriors-Denver Nuggets 115-101

Golden State avanti 3-1 nella serie L’uomo dei canestri impossibili. Steph Curry si inventa una notte magica, nonostante la caviglia sinistra dolorante e l’occhio nero che rimedia nell’ultimo quarto, e con un terzo periodo da 22 punti trascina Golden State al 3-1 nella serie su Denver, ad un passo dalla semifinale di conference visto che solo 8 squadre nella storia sono riuscite a rimontare uno svantaggio simile (l’ultima è stata Phoenix nel 2006). Il gioiellino di Golden State dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori tiratori in circolazione: dopo un primo tempo da 1/3 dal campo e dopo che Ty Lawson aveva riportato Denver da -15 a -4, Curry infila nel canestro (quasi) tutto quello che tira, facendo esplodere una già bollente Oracle Arena. “Nel secondo tempo mi sentivo molto meglio - racconta la guardia di Golden State, che ha chiuso la regular season col maggior numero di triple a bersaglio della storia -. Sono contentissimo per questa vittoria”. Ma oltre a Curry c’è di più per i Warriors, che hanno condannato i Nuggets alla terza sconfitta di fila, cosa che alla truppa di George Karl non accadeva da metà febbraio: 6 giocatori in doppia cifra e il 55,6% dal campo, con Jarrett Jack che nelle ultime 3 partite viaggia a 23,3 punti di media e tira col 73,7%, Carl Landry che assicura punti dalla panchina e Andrew Bogut (12 punti, massimo in carriera nei playoff) che nel primo tempo mette in mostra un repertorio di schiacciate e giocate da prima scelta assoluta (chiamata, nel 2005, che finora aveva raramente dimostrato di aver meritato). L’assenza di David Lee, k.o. in gara-1, non si sente per niente. Denver annaspa ancora, travolta in area (28-18) e punita da 14 palle perse nel primo tempo, incapace di difendere su Curry nella ripresa. Lawson (20 punti dopo il riposo) da solo non basta, i lunghi (Kenneth Faried su tutti) non mordono e si sente l’assenza di un leader come Danilo Gallinari. Gara-4 ai Nuggets sfugge di mano una prima volta a fine primo tempo, che Golden State chiude sul 56-44 grazie a un 11-0 negli ultimi 3’ complici 6 palle perse dagli ospiti. Thompson in avvio di ripresa firma il 59-44, poi Lawson con 15 punti in meno di 6’ riporta Denver a 4 punti di distanza. Ma è a questo punto che alla Oracle Arena va in scena il Steph Curry show, un campionario di triple e tiri impossibili con cui il gioiello dei Warriors apre un divario che alla sirena è di 19 punti (91-72). Golden State sfonda il +20 in apertura di ultimo quarto e chiude i conti. Martedì a Denver c’è gara-5: i Nuggets in casa hanno vinto 38 partite di regular season su 41, ma stavolta il fattore Pepsi Center potrebbe non bastare.
Golden State: Curry 31 (5/5, 6/11, 5/5 tl), Jack 21, Landry 17. Rimbalzi: Green 6. Assist: Jack 9.
Denver: Lawson 26 (11/17, 0/3, 4/5 tl), Iguodala 19, Brewer 14. Rimbalzi: Faried 12. Assist: Lawson 6.