Bene Memphis e Brooklyn
Houston travolge Utah

L'ala dei Memphis Grizzlies, Rudy Gay, contro i Sixers. Reuters

Rudy Gay trascina alla vittoria Memphis a Philadelphia, incurante delle voci di mercato che lo danno a un passo da Toronto, a sua volta sconfitta in casa da Golden State, che celebra nel migliore dei modi il ritorno di Bogut anche se si fa di nuovo male Curry. Brooklyn riparte contro Orlando allo sbando, Houston è travolgente a Salt Lake City con un eloquente +45, mentre Sacramento fa il colpo sul campo della rinata Washington, grazie al canestro all'ultimo secondo di Isaiah Thomas.

Toronto Raptors–Golden State Warriors 102-114
Golden State festeggia il ritorno di Andrew Bogut dopo 38 gare di assenza, raccogliendo a Toronto la prima vittoria di questo viaggio a Est dopo le sconfitte a Chicago e Milwaukee. I Warriors però perdono Curry (25,8 di media nelle ultime cinque partite) per una distorsione alla caviglia nel terzo quarto e per precauzione preferiscono non farlo rientrare. I Raptors, alla settima sconfitta in nove gare, crollano quando iniziano il quarto periodo sbagliando 10 dei primi 11 tiri soprattutto con Johnson, Anderson e Davis, subendo il 12-3 dei californiani, in una giornata da 40/71 da due. Con un buon contributo proprio di Bogut, che ha chiuso i suoi 24' con 6/8 al tiro, 8 rimbalzi, 4 stoppate, 3 falli, 2 assist, 2 perse e 1 recupero. Frenata dal brutto 6/19 da tre e dalla brutta giornata complessiva di Calderon (4/13) e Anderson (2/11), alla squadra canadese non è bastata la buona prestazione di Gray. Oltre a Bargnani e Valanciunas, assenti per almeno un'altra settimana, i Raptors erano anche senza Pietrus, Kleiza e Lowry. Proprio Calderon e Davis però sono dati da radio-mercato con la valigia in mano verso Memphis: Toronto punta forte a Rudy Gay.
Toronto: Gray 22 (9/12, 4/4 tl), DeRozan 21, Davis 12, Calderon Anderson e Ross 11. Rimbalzi: Gray 10. Assist: DeRozan 9.
Golden State: Lee 21 (10/17, 1/2), Thompson 19, Curry 17, Barnes e Jack 14, Bogut e Landry 12. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Lee 7.

Philadelphia 76ers–Memphis Grizzlies 100-103
Nonostante voci di scambio che lo danno sempre più vicino a Toronto, Rudy Gay esce dal buco nero delle ultime prestazioni e guida al successo esterno Memphis. Da due mesi Philadelphia non vince due gare di fila e non succede neanche stavolta, cadendo per la nona volta nelle ultime dodici gare. Avanti 100-97 a 3'04'' dalla fine, i Sixers non segneranno più, mettendo insieme una serie di errori con Holiday, Nick Young e Thaddeus Young. Decidono nell'ultimo minuto i rimbalzi d'attacco di Randolph (al minimo stagionale di 4 punti e solo 7 tiri presi) e Gay (super dopo le ultime cinque gare da 12,8 punti con 32,2% al tiro). Thaddeus Young manca il jumper del vantaggio così due liberi di Gay chiudono i giochi prima che la tripla della disperazione del possibile overtime di Nick Young venga stoppata sulla sirena da Marc Gasol, al massimo stagionale di 27 punti. Ne era uscita una partita a punteggi più alti di una decina di punti rispetto alle abitudini di entrambe anche per il massimo stagionale da una parte di Turner (anche 7 assist) per non far rimpiangere la quarta assenza di fila di Richardson, e dall'altra di Bayless, utile non solo a non far sentire l'assenza del titolare Conley dopo la distorsione alla caviglia sinistra della partita precedente, ma anche in un buon periodo: 14 punti di media nelle ultime quattro uscite, il triplo rispetto ai 4,6 del resto della stagione. Per i Grizzlies è il quinto successo nelle ultime sette partite. In casa Sixers la buona notizia è che Andrew Bynum dovrebbe tornare ad allenarsi entro fine settimana.
Philadelphia: Turner 27 (12/18, 3/4), T.Young 23, Holiday 18, N.Young 13. Rimbalzi: T.Young 7. Assist: Holiday 10.
Memphis: Gasol 27 (9/14, 1/1, 6/6 tl), Gay 26, Bayless 21. Rimbalzi: Randolph 12. Assist: Bayless 9.

Isaiah Thomas, dei Kings, decisivo contro Washington. Reuters

Washington Wizards–Sacramento Kings 94-96
Un canestro all'ultimo secondo con un floater a centro area di Isaiah Thomas, che segna 10 punti da metà quarto periodo in poi, chiude a 5 vittorie di fila la serie positiva casalinga di Washington rivitalizzata dal rientro di Wall. Il play Wizards ingaggia nel finale un godibilissimo duello col pariruolo dei Kings poi, quando sul 90-89 a 2' dalla fine sbaglia un paio di tiri e si aggiunge una persa di Nenè, il 3/4 dalla lunetta di Evans dà la gara in mano ai californiani. I Kings si espongono però al 94 pari a 7'' dalla fine di Webster, che attacca l'area e si alza in sospensione per il canestro della parità, prima che all'ultimo assalto Thomas risponda col gol vittoria, dopo aver perso 9 delle ultime 12 partite. È una partita atipica, in cui nel quarto periodo Washington rinuncia a lungo a Beal, rookie in giornata da 6 punti con 2/6 per un dolore al polso (ma nel precedente del 16 gennaio fece il suo massimo in carriera), e Sacramento fa a meno del tutto della sua stella bizzosa Cousins, reduce dal minimo stagionale di 3 punti a Denver. I Wizards se la giocano sulla giornata super di Okafor al massimo stagionale e sui 19 punti con 6 assist in 30 minuti di Wall alla decima partita dopo il rientro. I Kings trovano dalla panchina qualità con Hawes al posto di Cousins, brillantezza con Fredette e 7 triple in tutto (nella giornata da 39,1% totale) con Thornton e Garcia, che chiuderà anche con 3 recuperi (4 quelli di Evans). Se Sacramento si rialza dopo quattro sconfitte di fila a 111,5 punti subìti di media è anche per aver limitato i punti incassati, complici i tanti errori di Washington: 3/11 complessivo da tre in una serata da 1/5 di Crawford e 2/8 di Nenè, ma soprattutto troppe perse (20).
Washington: Okafor 23 (9/13, 5/6 tl), Wall 19, Webster 18, Seraphin 12. Rimbalzi: Okafor 15. Assist: Wall 6.
Sacramento: Thomas 22 (8/12, 1/4, 3/7 tl), Garcia 17, Evans 13, Cousins 12, Thornton 11. Rimbalzi: tre con 5. Assist: Thomas 7.

Brooklyn Nets–Orlando Magic 97-77
Le prime due sconfitte consecutive dell'era Carlesimo avevano interrotto a Memphis e Houston il tocco magico dopo il cambio in panchina dei Nets. Brooklyn ritrova le proprie certezze tornando a casa, dove raccoglie l'ottavo successo di fila. E contro le squadre dal record negativo non ha mai perso nei 17 precedenti stagionali. Orlando è una preda facile, alla sesta sconfitta di fila e la numero 17 in 19 gare, oltretutto priva di Afflalo per un problema al polpaccio e col rientro di Turkoglu dopo 9 gare per la frattura alla mano che è più una zavorra che un valore aggiunto, tenuto a lungo in campo per fargli ritrovare confidenza: il resto lo fa la difesa di Brooklyn che tiene a 5/25 e 14 punti totali (la metà del loro fatturato abituale) la coppia di guardie dei Magic, Nelson e Redick. Aggiungendoci la serata da 6/27 da tre e i soli 14 punti con 5/18 al tiro arrivati da una panchina cui manca appunto il turbo Redick, promosso in quintetto, ecco le ragioni della disfatta di Orlando. Che si materializza molto presto, imbarcando un break di 18-2 in 6' a cavallo dei primi due periodi, affondando 38-20 già dopo 3' del secondo quarto. I Magic torneranno fino al 67-61 a 2'27'' dalla fine del terzo periodo, poi a chiudere i giochi sarà un inizio di ultimo quarto da 9-0 dei Nets, con le triple di Bogans (4/7 alla fine) ad alimentare la fuga fino al 79-63. Si toccherà anche il 93-67 con Teletovic a 4' dalla fine quando i tiri da tre dei padroni di casa sono diventati 6 in 7'. Anche Deron Williams chiude con 4/7 da tre in una giornata da 13/29 di squadra (44,8%). Adesso Brooklyn è attesa a un trittico di spessore, contro Chicago, Miami e Lakers in sequenza.
Brooklyn: Williams 20 (4/5, 4/7), Lopez 16, Johnson 13, Bogans 12. Rimbalzi: Evans 10. Assist: Williams 9.
Orlando: Vucevic 18 (9/13), Harkless 16, Davis 15. Rimbalzi: Vucevic 9. Assist: Redick 10.

James Harden contro il centro dei Jazz, Al Jefferson. Reuters

Utah Jazz–Houston Rockets 80-125
Travolgente Houston, asfalta sotto 45 punti di scarto i Jazz che in casa propria avevano vinto le ultime sei partite e venivano da cinque successi nelle ultime sei gare complessive. I texani volano a +21 nel secondo quarto, a +35 nel terzo e nel quarto periodo si permettono anche di tenere a riposo Harden, che aveva già segnato 25 punti. Pesa certo per Utah l'assenza del terzo realizzatore Gordan Hayward, che si era fatto male alla spalla nell'ultima gara con Indiana in cui tre sue palle perse nel finale erano quasi costate il successo. I Rockets così esplodono in una delle più convincenti affermazioni stagionali che, al quarto successo nelle ultime cinque partite, si mettono definitivamente alle spalle la crisi. E tutto riparte dall'attacco, a 107,8 punti di media in queste ultime cinque uscite, dopo che Houston si era bloccata a 93,3 di media nelle sette sconfitte consecutive che le avevano precedute. Dopo le “sole” 12 perse di sabato scorso con Brooklyn, stavolta la squadra di McHale fa anche meglio, fermandosi solo a 5: se il micidiale attacco Rockets a ritmi altissimi si libera anche del danno collaterale delle tante palle perse, diventa inarrestabile, tanto più vista la serata da 31/55 da due e 16/34 da tre, con 12 recuperi. E la marcia in più arriva dalle seconde linee, con quattro triple a testa di Morris (in 15') e Delfino (in 22'), anche se Utah aveva già perso il filo della gara da tempo, frenata dal 39,5% totale al tiro. Oltre ad Hayward, ai Jazz continua a mancare il lungodegente play titolare Mo Williams per un infortunio al pollice in via di guarigione.
Utah: Foye 12 (4/9, 1/4, 1/1 tl), Favors 11, Jefferson 10. Rimbalzi: Jefferson e Kanter 8. Assist: Burks 4.
Houston: Harden 25 (7/10, 1/5, 8/8 tl), Morris 16, Delfino 14, Patterson Parsons e Lin 12. Rimbalzi: Asik 19. Assist: Lin 7.