Nba, a Miami servono due supplementari; ok Indiana e Clippers

LeBron contro Isaiah Thomas, destra, e Marcus Thornton. Ap

Miami ha bisogno di due supplementari ma con 79 punti in coppia di LeBron James, decisivo nel secondo overtime, e Dwyane Wade conquista contro Sacramento (trascinata da Thornton) la dodicesima vittoria consecutiva. Alle sue spalle continua a correre Indiana, a segno con Golden State: ma a Indianapolis finisce in rissa, con un espulso. Deron Williams trascina Brooklyn a New Orleans per mantenere il quarto posto a Est. Trascinata da Ellis e più fredda nel finale, Milwaukee si rialza e vanifica la serata super di Nowitzki. Clippers sul velluto contro Charlotte. Orlando e Phoenix (all'overtime) vincono le sfide tra poveri delle due conference, rispettivamente con Philadelphia e Minnesota.

Philadelphia 76ers–Orlando Magic 84-98
Orlando rialza la testa e torna al successo fuori casa che mancava dal 12 gennaio e 10 trasferte consecutive, in una serie 28 k.o. in 31 gare tra cui le ultime cinque. Approfittando del buco nero in cui è sprofondata Philadelphia, alla sesta sconfitta di fila (più lunga serie da sei anni a questa parte), i Magic festeggiano così il debutto stagionale di Al Harrington, dopo i problemi fin qui patiti alle ginocchia: chiude con 9 punti in 12', tra cui canestri importanti nel break di 19-3 a inizio quarto periodo con cui Orlando scappa 64-85 a 7'41'' dalla fine, dopo che Phila era tornata dal -16 di inizio ripresa al -5 sul finire del terzo quarto. Per una sera i Magic non si accorgono di essere senza Nelson, Davis e Turkoglu, oltre ad aver appena ceduto Redick, chiudendo con 36/63 da due e mandando sei uomini in doppia cifra: tra loro anche l'ultimo arrivato Harris, con 16 punti, mentre Lamb chiude con 0/1 da tre in 6' e Udrih con 4 punti (2/6) e 9 assist in 27'. L'unico titolare in doppia cifra dei Sixers è Turner e il massimo del contributo dei giocatori da quintetto di Collins è il 4/11 di Holiday (fermo sotto la doppia cifra dopo 51 punti in due gare) e di Thaddeus Young. Philadelphia chiude con 32/81 al tiro (39,5%).
Philadelphia: Wilkins 14 (6/11, 0/1, 2/2 tl), Pargo 14 (3/5, 2/3, 2/3 tl), Wright 11, Turner 10. Rimbalzi: T.Young 10. Assist: Holiday 10.
Orlando: Harris 16 (6/7, 1/2, 1/ 2 tl), Afflalo 16 (8/17), Nicholson 13, Vucevic e Moore 12, Harkless 10. Rimbalzi: Vucevic 19. Assist: Moore 10.

Roy Hibbert colpisce Stephon Curry, a terra.. Reuters

Indiana Pacers–Golden State Warriors 108-97
Il quinto successo di fila di Indiana, sempre più salda al secondo posto a Ovest, arriva ancora con la firma della miglior difesa Nba. Che stavolta non riesce a evitare che Curry chiuda col suo massimo stagionale di 38 punti, alimentando col suo 7/10 da tre il 12/21 di squadra da oltre l'arco, ma è brava a limitare tutti gli altri: il trio Thompson-Jack-Landry chiude con 7/28 da due, nel modesto 21/55 di squadra. Lo stesso Jack, che aveva 22,5 punti di media nelle ultime sei partite, è stato fermato a 2/10 al tiro con 5 perse, che insieme alle 6 di Curry e alle 5 di Lee contribuisce alle 20 di squadra che costano ai californiani (ancora senza Bogut, schiena) lo stop dopo tre successi di fila. Indiana scappa con un 13-0 in 3'30'' costruito nel cuore del terzo quarto sullo 0/6 con una persa dei Warriors, prevalentemente con gli errori di Landry, fino al 78-64. Golden State rientra fino al 91-85 a 8'40'' dal termine poi si ferma a due liberi segnati in cinque minuti: i Pacers ci costruiscono con i canestri di West (mvp, alla fine 12/16 da due a trascinare il 35/63 di squadra) il 13-2 della fuga definitiva fino al 104-87 a 3'28'' dal termine. Golden State molla nel cuore di questo parziale, in coincidenza con la rissa a metà quarto periodo in cui Hibbert (dopo una buona partita da 5 stoppate e 5 rimbalzi d'attacco) si spintona con Lee e viene espulso, con falli tecnici anche a Curry, Thompson e West. Indiana chiude con 14 recuperi, di cui tre a testa per Hill, West e un George ancora giocatore totale. Dopo l'1/10 dell'esordio, Granger chiude la sua seconda gara stagionale dopo il rientro con 1/7 al tiro e 5 punti in 19'.
Indiana: West 28 (12/16, 4/4 tl), Hill 23, George 21, Hibbert 13. Rimbalzi: George 11. Assist: Hill 7.
Golden State: Curry 38 (7/10, 7/10, 3/4 tl), Thompson 13, Lee 12, Landry e Jack 11. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Curry e Jack 4.

Miami Heat–Sacramento Kings 141-129 d2ts
Ci vogliono due supplementari, e serve che si arrabbi LeBron James, perché in casa dei campioni in carica maturi la dodicesima vittoria consecutiva di Miami (seconda serie vincente più lunga nella storia della franchigia eguagliata, e con 19,1 punti di scarto medio) e la sesta sconfitta di fila (la numero 14 in 17 gare) di Sacramento. È la miglior prestazione stagionale di un Wade da 39 punti, e 32 di media nelle ultime tre gare, ma fanno e disfano tutto Thornton da una parte e James dall'altra: erano 19 anni (da Kevin Johnson nel 1994) che in Nba nessuno finiva con almeno 40 punti e 16 assist, che sono il massimo in carriera di LeBron. Meglio di chiunque da dicembre a questa parte, con 32 vittorie nelle ultime 38 gare, gli Heat buttano via a fine regolamentari un successo che avevano in pugno quando, sulla scia di una grandinata da 25 punti in otto minuti intorno al trio composto da James, Wade (anche 8 rimbalzi e 7 assist) e Allen (5/10 da tre), è entrata negli ultimi 100 secondi avanti 112-104. Qui LeBron perde palla, sbaglia un jumper e Sacramento rientra con tre triple in fila di Thornton sul -2 a 23'' dalla fine (chiuderà con 8/12 nel 14/27 di squadra, per un totale di 26/46 da oltre l'arco nelle ultime due gare dei Kings). Wade sorprendentemente sbaglia due liberi e sulla sirena anche il jumper della vittoria, dopo che a 8'' dalla fine Cousins (24 punti e 15 rimbalzi) aveva convertito a rimbalzo d'attacco un errore in entrata di Isaiah Thomas. Ancora Thomas a fine primo overtime si fa stoppare l'entrata da Bosh a 8'' dalla fine mentre dall'altra parte è James a essere stoppato da Salmons, lamentando di aver subìto fallo: Bosh sbaglia il jumper della vittoria ma la rabbia alimenta il parziale decisivo di LeBron nel secondo supplementare, un 9-0 con 7 punti (tra cui una tripla) e un assist del Prescelto per Bosh per il 137-127 a 1'29'' dal termine, costruito su tre errori di fila di Thornton e una persa di Thomas. E' il game over. In casa Heat, senza gli infortunati Battier e Miller, 10 punti in 17' di Andersen con 4/5 al tiro.
Miami: James 40 (13/21, 1/2, 11/12 tl), Wade 39, Allen 21, Bosh 15, Andersen 10. Rimbalzi: James, Bosh e Wade 8. Assist: James 16.
Sacramento: Thornton 36 (3/6, 8/12, 6/8 tl), Evans 26, Cousins 24, Salmons 15, Thomas 14. Rimbalzi: Cousins 15. Assist: Thomas 9.

New Orleans Hornets–Brooklyn Nets 97-101
Brook Lopez vince il derby in famiglia con il fratello Robin, ma è Deron Williams a firmare il quarto colpo nelle ultime cinque trasferte di Brooklyn. Dopo aver perso le ultime due gare senza Joe Johnson (infortunato al tallone), stavolta a mascherarne le assenza è il regista ex Jazz, a sua volta acciaccato e reduce da una nuova applicazione di cortisone alle caviglie disastrate: chiude con quattro triple (col 3/3 di Bogans alimenta il 12/20 di squadra Nets), e nelle ultime due gare è a 8/14 da oltre l'arco con 28,5 punti di media. E soprattutto, dopo una ripresa senza squilli, firma gli 11 punti ospiti per evitare che una fiammata da 15 punti nell'ultimo minuto e mezzo riporti in partita New Orleans. Gli Hornets hanno un super Vasquez, il migliore di squadra in ogni voce, ma spremono solo una giornata da 4/15 da Gordon e perdono a 3'55'' dalla fine del terzo quarto Anthony Davis (fin lì solo 6 punti con 2/4, 4 rimbalzi e 2 stoppate in 21') per un infortunio alla spalla destra su una stoppata subìta da Brook Lopez (20 punti e 7 rimbalzi contro i 14 punti e 7 rimbalzi del fratello Robin). Sempre avanti dal 20-36 di inizio secondo quarto e toccando anche il 29-51 a 4' dal riposo, Brooklyn fa rientrare i padroni di casa impantanandosi in un inizio di secondo tempo da 19 punti in 15'. New Orleans rientra sul 69-76 a 9' dalla fine e poi anche a -4 negli ultimi cinque minuti. Qui gli Hornets sbagliano con Gordon il rimbalzo d'attacco del -2, falliscono una tripla con Anderson (1/5 nella sua serata) e ancora un jumper con Gordon, puniti da 6 punti di fila di Brook Lopez prima dell'one-man-show di Williams, culminato nella tripla del +9 a 1'24'' dalla fine, da cui New Orleans tornerà al massimo 97-99 a 1'' dalla fine con 11 punti e tre triple in 46'', gelata dalla lunetta ancora da Deron.
New Orleans: Vasquez 20 (7/17, 2/3, 0/1 tl), Lopez 14, Anderson 13, Gordon 10. Rimbalzi: Vasquez 8. Assist: Vasquez 7.
Brooklyn: Williams 33 (6/13, 4/8, 9/10 tl), Lopez 20, Bogans 12, Watson 10. Rimbalzi: Lopez 7. Assist: Williams 8.

Dallas Mavericks–Milwaukee Bucks 90-95
Milwaukee si rialza dopo aver perso sette delle ultime otto partite, consolida la propria posizione playoff e mette in pericolo quella di Dallas, vanificando la prima prestazione di Dirk Nowitzki negli ultimi 10 anni da almeno 20 punti e 20 rimbalzi. Ancora sul 90 pari a 1'20'' dalla fine con uno dei 7 rimbalzi d'attacco di Brand, sui 16 di squadra, i Mavs restano senza segnare da qui fino alla fine. Il vantaggio casalingo arriva con un jumper in transizione di Ellis, trascinante anche con 6 recuperi nel giorno in cui Jennings è dannoso (8 punti con 3/11) e nel finale gli è preferito Redick (2/3 da tre: sei giorni fa era ancora su questo campo ma in maglia Magic). I texani sbagliano con Carter da fuori e Collison in penetrazione i canestri del riaggancio, poi ancora con Nowitzki e Mayo per rientrare dopo che i falli di Brand avevano mandato Ilyasova a chiudere la partita dalla lunetta con 3/4 ai liberi. Sbagliando 16 tiri sui 17 da oltre l'arco, Dallas crolla così a cinque successi di distanza dall'ultimo posto playoff occupato da Houston, con 26 partite ancora da giocare e alla terza sconfitta di fila in volata, in una serie di otto gare di cui le altre cinque sono state vittorie. Senza Dalembert sospeso per motivi disciplinari, Milwaukee ha 11 punti di Sanders nella ripresa e approfitta delle 20 perse degli ospiti, traditi dalla peggior partita stagionale di Vince Carter: 2 punti con 0/8 al tiro di cui 4 triple e 3 perse in 26', e naturalmente quell'errore nel finale. Nowitzki veniva dai massimi stagionali di 30 punti e 13 rimbalzi nell'ultima gara coi Lakers, e nelle ultime 8 gare viaggia a 21,5 punti di media.
Dallas: Nowitzki 21 (7/13, 1/3, 4/4 tl), Mayo 18, Collison e Brand 12, Marion e Wright 10. Rimbalzi: Nowitzki 20. Assist: Collison 8.
Milwaukee: Ellis 22 (6/12, 2/5, 4/5 tl), Redick 14, Sanders e Dunleavy 13, Ilyasova 10. Rimbalzi: Sanders 13. Assist: Ellis 9.

Phoenix Suns–Minnesota Timberwolves 84-83 dts

Il pathos non ripaga del brutto spettacolo tra due delle peggiori squadre a Ovest, che messe insieme sono 34 vittorie sotto il .500 di record: Minnesota perse la partita numero 19 delle ultime 23, Phoenix nelle ultime otto aveva vinto solo a Portland ed è naturale che ne esca una partita da horror, con i Wolves al 34,4% al tiro con 16 perse e i Suns al 40,7% al tiro con 20 perse, prolungata dagli errori di entrambi perfino di cinque minuti con il supplementare. Phoenix chiude il primo tempo a +14 dopo i soli 33 punti all'intervallo di Minnesota (minimo stagionale), poi si fa rimontare, fino a segnare solo due punti negli ultimi 3'27'', quelli sul gioco a due tra Dragic e Gortat che a 13'' dalla fine dà il canestro del supplementare. Dall'altra parte infatti Rubio corona una partita da 2/12 al tiro con 6 perse, ispirata innescando gli altri, ma disastrosa quando finisce in proprio, con 1/2 ai liberi a 25'' dal termine e il tiro in sospensione della possibile vittoria sbagliato sulla sirena. Non solo, lo spagnolo ci mette due errori e due perse nello 0/4 con tre perse con cui Minnesota comincia il supplementare, restando a digiuno per quattro minuti, con Phoenix che costruisce il +4. Nel finale Adelman preferisce così affidarsi a Shved (2/9 anche per lui, e 3/11 Ridnour) che fa in tempo a sbagliare due tiri, tra cui il sottomano sulla sirena della possibile vittoria che finisce sul ferro. Nel frattempo infatti era arrivata la tripla della speranza dell'84-83 con Derrick Williams, 1/5 fin lì da oltre l'arco, ex stella di Arizona galvanizzato dal ritorno nella zona dell'alma mater e migliore dei suoi, ma con un imperdonabile 3/10 dalla lunetta che pesa tantissimo in una gara decisa dagli episodi. Accanto a lui, apprezzabile comunque un Pekovic anche da 5 rimbalzi d'attacco, 3 recuperi e 3 stoppate anche se Dragic prova tutta la sera a metterlo in difficoltà sui giochi a due. Lo sloveno chiude con un modesto 4/14 e i Suns vanno meglio col rookie Marshall, così come vanno meglio con Beasley e O'Neal che con Dudley (1/6) e Gortat. A Phoenix, ultima a Ovest, basta giocare di rimessa su quello che fanno e disfano i Wolves, alla sconfitta numero 14 nelle ultime 16 trasferte. Nel primo quarto Minnesota aveva perso Kirilenko per un infortunio muscolare al polpaccio sinistro.
Phoenix: Gortat 14 (5/11, 4/6 tl), Mark.Morris 14 (4/9, 2/3), Johnson 14 (4/12, 2/4), Scola Dragic e O'Neal 10. Rimbalzi: O'Neal 13. Assist: Dragic 7.
Minnesota: Williams 21 (6/10, 2/6, 3/10 tl), Pekovic 18, Barea 16, Ridnour 10. Rimbalzi: Williams e Pekovic 12. Assist: Rubio 10.

Los Angeles Clippers–Charlotte Bobcats 106-84
I Bobcats sono l'assist ideale perché i Clippers possano continuare la risalita, al sesto successo in sette gare dopo il periodo nero dell'assenza di Paul, e alla seconda vittoria (dopo Utah) dopo che al ritorno dall'All Star Game era arrivato il -26 interno con gli Spurs. Proprio Paul continua il suo periodo particolare dopo l'All Star Game da mvp, con 22 punti totali e 6/21 al tiro nelle ultime tre gare. Ma stavolta con 13 assist fa contenti tutti, innescando l'11/14 di Griffin, il 6/6 di Jordan ma anche i canestri da tre di Butler (4/6) e di Barnes (tre triple ma anche 4 recuperi). Ne esce per i californiani una partita da 53,9% al tiro con 12/22 da oltre l'arco in cui ci si può anche permettere il 12/26 dalla lunetta e di dare una serata di riposo a Jamal Crawford (assente per la nascita della figlia London Faith) e a Eric Bledsoe (infortunato al polpaccio sinistro con San Antonio), infilando comunque la quinta partita nelle ultime sei con almeno 106 punti segnati. Un coltello nel burro di una delle peggiori difese Nba da quasi 103 punti subìti di media. Charlotte, che nelle ultime 13 trasferte ha vinto solo a Orlando e perde la gara numero 12 delle ultime 14, prende di buono il massimo stagionale eguagliato da Henderson, le tre triple con cui Kemba Walker conferma una serie di cinque gare a 22,8 punti di media e la ripartenza di Mullens, che nelle ultime due uscite aveva messo insieme 6 punti totali con 2/21 al tiro. Alla prima gara di una serie di quattro trasferte che proseguirà con Jazz, Kings e Blazers, i Bobcats chiudono col 40,7% al tiro e perdono contatto priam del riposo, cui vanno sotto 54-45 dopo il 15-2 casalingo alimentato da Jordan, Butler e 7 punti in fila di Griffin innescato da Paul. La spallata definitiva arriva con il 21-6 californiano a cavallo degli ultimi due quarti che vale la fuga fino al 91-63. Tra i Clippers, sopra i 20 minuti i tre grandi vecchi: oltre a Odom, Billups chiude con 1/6, una tripla, 5 assist e 2 recuperi metre Hill mette insieme 7 punti con 3/8 al tiro. In casa Charlotte, Kidd-Gilchrist continua a fare i conti col “rookie wall”: chiude con 0 punti e 0/2 al tiro in 22'.
LA Clippers: Griffin 24 (11/14, 2/4 tl), Barnes 17, Butler 16, Jordan 13. Rimbalzi: quattro con 7. Assist: Paul 13.
Charlotte: Henderson 24 (12/17, 0/2), Walker 15, Mullens 13, , Sessions 11, McRoberts 10. Rimbalzi: Mullens 8. Assist: Walker 5.