Green è di nuovo un atleta
Torna a Boston per 4 anni

Jeff Green, 25 anni, 315 partite in 4 anni di Nba. US Presswire

Un calvario durato quasi un anno è arrivato alla fine. Un lieto fine. Jeff Green da ieri sera è ufficialmente, di nuovo, un giocatore di Boston, dopo aver messo la firma su un contratto quadriennale che dovrebbe fruttargli circa 36 milioni di dollari. Non male per un 25enne arrivato ai Celtics nel febbraio 2011 (proveniente da Oklahoma nella trade che ha portato ai Thunder Kendrik Perkins) che, alla fine dello scorso anno, rischiava di aver chiuso per sempre con il basket per colpa di un problema al cuore.

brutte notizie — Le brutte notizie hanno sempre ripercussioni peggiori quando arrivano in maniera inaspettata, e Jeff Green ne sa qualcosa. Il 9 dicembre 2011, pochi minuti prima che i medici gli comunicassero che soffriva di aneurisma aortico, Green stava andando a firmare un nuovo contratto con i Boston Celtics, che gli avrebbe permesso di dare una mano alla squadra per la caccia al diciottesimo titolo Nba della sua storia. La sua vita è cambiata in un attimo: intervento chirurgico, cardiopatico, rischio d'infarto, stagione finita. Queste sono le parole che hanno trafitto il petto difettoso di un promettente atleta di 25 anni, parole che avrebbero fatto pensare al peggio a ogni essere umano. "Ho pensato a molte cose - dice Green singhiozzando a Molly McGrath di Celtics.com mentre ripensa a ciò che gli è passato per la sua testa quando ha appreso la terribile notizia -. Prima di tutto, la famiglia e la mia vita. Il basket è stato tra gli ultimi miei pensieri, perché essendo giovane e giocando tutti i giorni non è facile sentirsi dire che dovrai interrompere la tua carriera per affrontare un intervento chirurgico al cuore".

l'aiuto di boston — Non importa quanto Green volesse ignorare quel discorso, ormai penetrava inesorabilmente nelle sue orecchie. Ha dovuto capire subito la sua situazione: non era più un uomo che si guadagnava da vivere giocando a basket, ma era diventato un uomo che doveva lottare per continuare a vivere. Per sua fortuna, però, non si è trovato da solo a combattere, ma ha avuto l'appoggio di un'intera squadra al suo fianco. "I Celtics hanno cercato in lungo e in largo il miglior medico e la miglior clinica per farmi sottoporre all'intervento - racconta Green, emozionato, a Celtics.com -. Mi hanno aiutato in tutto ciò di cui avessi bisogno per rendermi la cosa più facile possibile". Se c'è una cosa da sapere sui Celtics, è che la squadra vive come se fosse una famiglia, seguendo i concetti della filosofia africana dell'Ubuntu, cosa che Doc Rivers predica ogni giorno. Questo sentimento non è scomparso quando Green è venuto a mancare al roster 2011-12 di Boston, i Celtics non si sono dimenticati di lui e non lo hanno lasciato solo. Sono rimasti al suo fianco giorno dopo giorno e hanno fatto tutto il possibile per farlo stare meglio.

l'operazione — Dopo aver cercato in lungo e in largo, lo staff medico di Boston è arrivato alla conclusione che la Cleveland Clinic fosse la struttura più adatta per l'intervento di Green. Il 9 gennaio 2012, esattamente un mese dopo aver ricevuto la notizia che ha cambiato la sua vita, Green è caduto in un sonno profondo, la sua gabbia toracica è stata aperta e il suo cuore è stato riparato. I tifosi dei Celtics di tutto il mondo hanno visto spesso il suo bel viso dalla fine di quel mese straziante. Il giocatore ha visitato la squadra in varie occasioni e si è anche seduto in panchina il 4 marzo scorso durante il 115-111 che Boston ha rifilato al supplementare ai Knicks. Green sembrava star bene, in salute e felice, ma nessuno da fuori poteva capire cosa doveva sopportare questo giovane ogni giorno della sua vita.

ripartenza — "È stato come ripartire da zero - dice Green parlando della sua riabilitazione -. Mi sentivo come se dovessi imparare di nuovo a camminare, a correre, a respirare, tutto. Era come essere appena nati, ma a 25 anni. E' stata dura. Ho dovuto imparare di nuovo a usare alcune funzioni del mio corpo, come la corsa, determinati movimenti. È una cosa che non auguro a nessuno". Nonostante Green non auguri a nessuno una pericolosa cardiopatia del genere, ha dovuto imparare velocemente ad adattarsi a quel brutto capitolo della sua vita. Con l'aiuto degli amici e della famiglia, Green ha trasformato il pensiero di dover perdere una stagione con l'opportunità di allargare gli orizzonti della sua vita. "Alla fine è stata una benedizione travestita da disgrazia - dice Green col senno di poi -. Ho avuto l'opportunità di finire gli studi e di laurearmi a maggio e ho passato del tempo con la mia famiglia. Ho trascorso bene questo periodo".

il ritorno — Col trascorrere del tempo, i medici hanno cominciato a diminuire i limiti imposti a Green. Gli hanno concesso il permesso di ricominciare l'attività fisica, dandogli modo di riprendere lentamente contatto con lo sport di cui ha sentito molto la mancanza. Sono passati meno di nove mesi dalla notizia che ha sconvolto la sua vita e meno di otto dall'intervento che ha rimesso a posto il suo cuore, ma oggi, Green ritorna ufficialmente nell'Nba dopo aver firmato un nuovo contratto con i Boston Celtics. Le brutte notizie inaspettate portano sempre a tempi duri, ma ciò che una persona fa in quel periodo plasmerà il futuro della sua vita. Con l'aiuto della dirigenza dei Celtics, Jeff Green ha affrontato la sua cardiopatia con determinazione. E adesso, come dice lui stesso, si sente pronto a dimostrare al mondo di poter anche giocare a basket con la stessa determinazione. "Sento di avere molto da dimostrare - dice con realismo -. Voglio dire, uscendo da un intervento chirurgico del genere molte persone avranno dubbi sulla mia capacità di ritornare quello che ero. Ho davvero molto da dimostrare".