Bucks a posto con i lunghi
Ma difesa e guardie?

Nessuno vuole perdere, così come nessuno vuol farsi male. È vero, ogni tanto -d'accordo, ogni maledetta stagione - sentiamo parlare di squadre che non danno proprio tutto per cercare di vincere ogni partita sul calendario, probabilmente convinte che avere più chance nella lotteria (o anche un colpo di fortuna) potrebbe trasformarle. Ma la stragrande maggioranza dei giocatori Nba, degli allenatori e dei dirigenti vuole vincere e rimanere in salute. Non è tanto per un fattore economico, quanto perché queste sono le cose su cui si costruiscono le reputazioni e da cui arrivano le soddisfazioni. Quindi, l'idea che una certa situazione contrattuale possa portare una o più persone a volere una o entrambe le cose più di quanto non avrebbero fatto normalmente - nel caso specifico dei Milwaukee Bucks: il general manager John Hammond e il coach Scott Skiles, entrambi all'ultimo anno di contratto - viene facilmente presa in considerazione troppo spesso. È ovvio che Hammond e Skiles vogliano vincere, così come è altrettanto chiaro che vogliono che i loro ragazzi rimangano in salute (un problema negli ultimi anni). Ed è certa la loro volontà di portare i Bucks al successo, con una squadra che sta prendendo forma con un backcourt molto potente ma poco dotato fisicamente e un pacchetto lunghi combattivo, profondo ma poco abile in fase offensiva.

il passato recente — Milwaukee si è abituata a dover fare a meno di Andrew Bogut negli ultimi anni. Il lungo australiano ha saltato più di 100 partite, tra cui i playoff del 2010, a causa di infortuni tra il secondo e il sesto anno di carriera. Ma quando Bogut è tornato a essere indisponibile dopo solo 12 presenze a causa di una frattura alla caviglia sinistra, la pazienza dei Bucks è arrivata al termine, mandandolo a marzo a Golden State in uno scambio a cinque giocatori che ha portato Monta Ellis e Ekpe Udoh. Il problema è che è stato un po' come vendere della merce scadente, l'affare ha infatti paralizzato i Bucks con una voragine nel comparto lunghi. I loro problemi in difesa sotto canestro sono peggiorati e Milwaukee è scivolata dal quarto posto nella valutazione difensiva del 2010-11 al sedicesimo. Lo scatto di nove partite vinte e quattro perse subito dopo lo scambio li aveva portati a .500, ma un finale con 3 vittorie e 7 sconfitte li ha fatti uscire dalla corsa ai playoff nell'Est, facendoli partecipare alla lotteria per la settima volta in nove anni.

il presente — Il fatto di aver capito di avere solo ali grandi fuori ruolo (Drew Gooden, Udoh, Larry Sanders) per marcare a uomo il centro avversario ha monopolizzato l'attenzione di Milwaukee. Si è cercato di ovviare al problema - forse anche troppo - con degli scambi (Samuel Dalembert da Houston), col draft (John Henson di Unc come quattordicesima scelta) e sul mercato dei free agent (l'esperto Joel Przybilla). Henson è un'altra ala grande che può essere adattata a giocare come centro. Nel pacchetto lunghi ci sono anche Ersan Ilyasova, Luc Mbah a Moute, Mike Dunleavy e Tobias Harris, rimasti al termine di un'estate in cui non si è preso in considerazione il backcourt. I Bucks si avviano verso il training camp con 14 contratti garantiti ma con solo quattro guardie: Brandon Jennings, Beno Udrih, la scelta del secondo turno Doron Lamb ed Ellis. Lamb potrebbe ottenere più minuti rispetto ad Henson, scelta del primo turno, a seconda delle disponibilità e del bisogno di Milwaukee nei tiri da fuori.

l'ostacolo maggiore — La profondità non è solo l'unico problema del backcourt di Milwaukee, c'è anche l'altezza. Jennings ed Ellis non sono altissimi e questo non solo dà più possibilità agli avversari di marcarli ma è anche un problema sul fronte difensivo dei Bucks. Il piano dovrebbe essere quello di usare Mbah a Moute per far fronte alle ali più potenti, sempre che ci sia modo di fare un matchup favorevole per Ellis. L'ex Golden State è un segnatore nato ma a volte sembra giocar meglio quando Jennings tira il fiato, permettendo a Ellis di fungere da playmaker e fulcro del gioco. Non è chiaro, comunque, se un attacco così incentrato sulle guardie - e Jennings ha detto alla stampa di preferire questo sistema di gioco - valorizzerà, in termini di punti, qualsiasi abilità degli altri tre in campo. E Ilyasova non ha certo deciso di rimanere con i Bucks giusto per vedere Jennings ed Ellis che si scambiano i turni.

il futuro — I Bucks sono convinti di aver potuto e dovuto arrivare ai playoff l'anno scorso e sono determinati ad arrivarci nella prossima stagione. Jennings, che ha aiutato Milwuakee a raggiungere i playoff quando era un rookie di 20 anni è stato oggetto di critiche per gli scarsi miglioramenti fatti da quella stagione in poi. Il giocatore vuole a tutti i costi firmare un rinnovo entro la scadenza del 31 ottobre per dimostrare che lui ed Ellis sono in grado di giocare bene insieme per un'intera stagione. Dalembert è stato fino ad adesso un uomo di ferro, avendo saltato solo 3 partite in sei stagioni, un cambio molto apprezzato al centro se dovesse continuare a ottenere doppie-doppie. Ilyasova è stato riconfermato, un po' a sorpresa visto l'interesse manifestato da Brooklyn, e potrebbe riconfermarsi una delle minacce del campionato sia sotto canestro che da fuori. Forse, entro Halloween, Jennings potrebbe diventare come lui un giocatore chiave dei Bucks con un contratto a lungo termine. Né Hammond né Skiles potranno contare su un accordo del genere entro quei termini, ma questo non dovrebbe influenzare le sorti della squadra, che dipenderanno piuttosto da come si amalgameranno le guardie titolari, la scelta di Ellis riguardo la sua player option per il 2013-14 e una ristrettezza in fase difensiva che è una caratteristica della squadre di Skiles ma che è stata tralasciata troppo nella stagione scorsa.