Anthony Davis visita gli Hornets
E' già amore prima del draft

Anthony Davis con un cappellino evocativo del suo futuro. Reuters

I New Orleans Hornets hanno dato l'annuncio ufficiale della visita di Anthony Davis in occasione di un provino pre-draft, nonostante non sia stato chiesto alla stella di Kentucky, alta 205 cm, di mettere in mostra le proprie capacità sul parquet. Gli Hornets, dopo aver vinto la lottery del mese scorso, hanno provato a confondere le acque, rifiutandosi di confermare pubblicamente quale sarebbe stata la loro prima scelta assoluta. In realtà si tratta di uno dei segreti meno difficili da svelare della storia. La dirigenza di New Orleans non ha chiesto a Davis di esibirsi sul parquet, ma lo ha fatto posare per delle fotografie in maglia Hornets numero 23. Queste immagini verranno sicuramente inserite nella campagna di marketing di New Orleans non appena verrà ufficializzato l'inserimento in squadra di Davis durante il draft Nba del 28 giugno. Nel frattempo, Davis ha dimostrato di essere un ragazzo che pensa più al bene della squadra che a se stesso, come se diventare una stella assoluta del basket di New Orleans, città nella quale ha vinto e festeggiato un titolo Ncaa, non rientrasse tra le sue priorità. "Se il draft dovesse portarmi qui, vincere un altro campionato a New Orleans sarebbe stupendo - ha detto Davis - è una bellissima città. Se gli Hornets mi sceglieranno, ci sarà da divertirsi".

Anthony Davis, 19 anni. Reuters

pressione — Ma la vera domanda è: cosa succederà dopo che Davis verrà scelto dagli Hornets? Nonostante il general manager Dell Demps abbia già fatto intendere tra le righe che Davis sarà la prima scelta assoluta, ha trattato l'argomento dicendo che non è intenzione degli Hornets mettere troppa pressione su Davis o qualsiasi altra matricola facendogli sentire da subito tutto il peso della squadra sulle spalle. "Non voglio che senta più pressione di quanta non ci sia già - ha detto Demps - a volte le aspettative sono così alte da risultare irrealistiche. Quando arriva un ragazzo promettente si pensa subito a lui come al salvatore della patria, ma io credo che non dovremmo caricare troppo questo tipo di giocatori fin dall'inizio. Davis, per esempio, è una promessa che sarà al servizio della squadra ed è bene considerarlo alla stregua dei suoi compagni". Davis però non sembra preoccuparsi della pressione su di sé, dopo averla gestita con Kentucky, una delle tifoserie più calde ed esigenti del basket Ncaa, allenata da un coach di altissimo livello John Calipari, in una squadra che era stata chiamata a vincere tutto sin da inizio stagione e che ha mantenuto le promesse: "Giocare a Kentucky con coach Cal ed essere la squadra favorita al titolo mi ha indubbiamente fatto sentire molta pressione, anche se credo che mi abbia aiutato molto a crescere". Gli Hornets, al contrario, stanno cercando di acquisire sempre più importanza in una città che gira intorno al football e ai New Orleans Saints.

PAROLA DI MONTY — Davis è arrivato lunedì sera a New Orleans e ha trascorso del tempo col coach Monty Williams, il quale, alcune settimane fa, aveva dichiarato che gli Hornets avevano intenzione di ripartire dalla guardia restricted free agent Eric Gordon e di non voler caricare troppo le aspettative sui rookie, a prescindere dalla loro posizione nel draft. I due hanno parlato inoltre della vita di un giocatore Nba e Davis sembra aver apprezzato la filosofia di coach Williams: "Non è uno sport individuale o deciso dai singoli, è uno sport di squadra - dice Davis - credo che gli Hornets facciano bene ad avere una visione di squadra, facendo sì che i singoli possano concentrarsi solamente sul basket giocato". Demps aveva già avuto modo di vedere Davis in azione, anche perché Kentucky ha giocato sei volte in Louisiana (una volta contro Lousiana State, tre volte in occasione del torneo della Sec e due volte durante le Final Four) nel corso della stagione che avrebbe portato questa squadra al titolo nazionale Ncaa. Davis in quelle occasioni si è dimostrato un vero leader, mettendo in mostra la sua capacità nello stoppare i tiri e la sua abilità di far breccia nelle difese avversarie con i suoi tiri morbidi dalla media distanza. Dal momento che nasce come guardia, prima di una crescita improvvisa, è molto completo per essere un lungo, ed è ritenuto quasi all'unanimità il miglior giocatore disponibile nel draft.

TURISTA NON PER CASO — Agli Hornets Davis sembra piacere anche dal punto di vista personale, secondo Demps: "Ha un gran bel sorriso e quella personalità che spero non lo abbandoni mai durante la sua carriera, perché arriveranno momenti in cui tutta la pressione sarà su di lui e dovrà uscirne facendo grandi giocate in partite importanti". Dal punto di vista tecnico, Demps non ha voluto entrare nel merito dell'uso di Davis da parte degli Hornets o qualsiasi altra franchigia Nba come ala forte o centro, sottolineando come trovi più interessante vedere lo sviluppo di questo 19enne stagione dopo stagione non solo dal punto di vista delle sue abilità ma anche fisicamente. L'itinerario della visita di Davis a New Orleans includeva un pranzo con Tom Benson, nuovo proprietario degli Hornets, da tempo presidente anche dei Saints, nella sede della franchigia Nfl a Metairie. Alcuni dirigenti hanno inoltre accompagnato Davis a fare un giro nell'area metropolitana. Sembra che l'ormai ex giocatore di Kentucky abbia ancora molto da imparare su questa città, dichiarando di aver visto solo la zona di Bourbon Street prima di questa visita e che l'unica sua esperienza con la cucina locale è andata poco oltre i pranzi da Popeye, catena fondata nel sud della Lousiana specializzata in pollo fritto. "Se venissi scelto da New Orleans, mi sentirei come a casa mia - dice Davis - ma per ora mi sento come un turista straniero".