Spettacolari. Tirati. Con tante certezze e molte sorprese. I primi due turni dei playoff 2013 sono pieni di momenti da ricordare. Episodi, azioni, partite, performance che stanno scrivendo la storia di questa stagione ancora da chiudere. Ne abbiamo isolati 9: SCEGLIETE VOI QUELLO PIU' IMPORTANTE

L'INFORTUNIO DI WESTBROOK — Secondo quarto di Oklahoma City-Houston, gara-2: Russell Westbrook si scontra con Patrick Beverley e si frattura il menisco del ginocchio sinistro. "Le nostre speranze di vincere il titolo sono finite in quel momento" ha detto Kevin Martin dopo che i Thunder, alla viglia considerata la più seria rivale di Miami per il titolo, sono stati eliminati da Memphis in 5 gare nel secondo turno. I Thunder dopo l'infortunio di Westbrook (24 punti di media nelle due gare giocate) non sono stati più li stessi: Durant ha provato a metterci una pezza, ma si è scontrato con la super difesa di Memphis. A Okc non resta che riprovarci l'anno prossimo.

l'esplosione di curry — Dopo una regular season con 272 triple a bersaglio, il numero più alto nella storia della Nba, Steph Curry nei playoff ha fatto ancora meglio, diventando il simbolo della cavalcata di Golden State interrotta in gara-6 delle semifinali di conference da San Antonio. Il play 25enne ha viaggiato a 23,4 punti e 8,1 assist nella postseason, infiammando i tifosi dei Warriors con 30 punti di media in gare 3, 4 e 5 contro Denver con terzi periodi da urlo e tirando col 44,2% da tre. Si è ripetuto anche in gara-1 con San Antonio, con uno show da 44 punti che però non è bastato a Golden State per vincere. Ha ceduto quando l'infortunio alla caviglia sinistra è diventato insopportabile. E l'ascesa dei Warriors si è fermata.

il crollo dei lakers — Certo, senza Kobe Bryant era difficile, ma il tonfo dei Lakers, demoliti 4-0 dagli Spurs nel primo turno perdendo con una media di 26 punti di scarto le due gare allo Staples Center, ha fatto davvero rumore. Tanti infortuni (Darius Morris e Andrew Goudelock backcourt titolare nella decisiva gara-4, bella differenza rispetto a Steve Nash e Bryant) non spiegano il perché di un crollo anche nervoso. L'immagine chiave all'inizio del terzo quarto dell'ultima sfida: Dwight Howard si fa cacciare dopo il secondo fallo tecnico, un minuto più tardi Kobe Bryant in stampelle riappare allo Staples Center per la prima volta dopo l'infortunio. La stagione finisce così.

robinson in gara-4 contro i nets — Nei playoff pieni di infortuni di Chicago, aspettando invano il ritorno di Derrick Rose, Nate Robinson è stata la sorpresa più bella. E la sua gara-4 contro Brooklyn, quella del triplo supplementare, è stata leggendaria. 23 punti nell'ultimo quarto, compresi 12 negli ultimi 3'45" per cancellare 14 punti di svantaggio e spedire Chicago al primo overtime. Robinson ha viaggiato a 16,3 punti di media nella postseason 2013, anche se nelle ultime 4 partite con Miami è stato tenuto a 12,3 punti e il 28% al tiro. E la corsa dei Bulls si è fermata.

belinelli primo italiano al 2° turno — Nessun azzurro era mai arrivato fino a una semifinale di conference. Ci è riuscito Marco Belinelli, che dopo aver giocato col contagocce nelle prime 4 gare della postseason si è ritagliato un ruolo da protagonista con i suoi Bulls. Ha steso i Nets in gara-6 e 7 con 23 punti di media (memorabile nella sfida decisiva il suo gesto dopo una tripla chiave, costatogli 15mila dollari di multa), poi si è sacrificato in difesa, principlamente su Wade, nella serie con Miami. Beli ha chiuso i playoff 2013 con 11,1 punti di media: un bellissimo biglietto da visita per uno che in estate sarà free agent.

SAN ANTONIO-GOLDEN STATE, GARA-1 — I giovani entusiasti Warriors, trascinati da Steph Curry, avanti di 16 a 4' dalla fine. I "vecchi" Spurs messi alle corde in casa loro. Ma capaci di risorgere. Prima completando la rimonta per spedire la gara al supplementare. Poi, al secondo overtime, la tripla vincente di Manu Ginobili. Golden State ha vinto gara-2 ma gli Spurs di lì in avanti hanno imparato dai propri errori, mettendo la museruola a Curry e al suo compagno di backcourt Klay Thompson. E per San Antonio è arrivata l'8ª finale di conference nei 16 anni dell'era Popovich/Duncan.

la guerra tra miami e chicago — Una serie così fisica e agguerrita non si vedeva da un pezzo. Tra Miami e Chicago è stata battaglia vera, con gli Heat che dopo aver perso la prima partita hanno conquistato le successive 4 e chiuso i conti viaggiando a 97,4 punti di media. "E' una vera rivalità: noi non piacciamo a loro e loro non ci piacciono" ha detto LeBron, 23,6 punti, 7 rimbalzi e 7,8 assist nella serie. In campo la rivalità si è vista soprattutto in gara-2 (9 falli tecnici, un antisportivo e 2 espulsioni) e 3 (3 tecnici, 1 esplusione e le accuse di simulazione a LeBron). Una battaglia da consegnare alla storia.

randolph e gasol contro okc — Di Zach Randolph e Marc Gasol si diceva da tempo che erano tra le migliori coppie di lunghi della Nba. Nella semifinale di conference contro Oklahoma hanno dimostrato di essere i migliori. Su entrambi i lati del campo. In difesa sono stati la chiave assieme a Tony Allen dello show difensivo di Memphis, che ha tenuto i Thunder, terzo miglior attacco della regular season a 89,6 punti di media. In attacco hanno guidato le danze con 37,8 punti e 19,2 rimbalzi in coppia. E Memphis sta giocando la prima finale di conference della sua storia.

la stoppata di hibbert su anthony — Forza bruta, resistenza, assalto respinto. C'è tutto questo nella fantastica stoppata con cui Roy HIbbert ha negato a Carmelo Anthony la schiacciata del +4 nell'ultimo quarto di gara-6 tra Indiana e New York. I Knicks, sotto 3-2 nella serie, avevano rimontato 10 punti nel terzo quarto e con quel canestro avrebbero costruito una dote preziosa su cui giocarsi le chance di portare i Pacers a gara-7. Ma su quella stoppata Indiana ha costruito un parziale di 9-0 con cui ha preso il controllo della partita negli ultimi minuti. La stagione dei Pacers prosegue in finale di Conference. I sogni dei Knicks e di Melo si sono infranti su quella stoppata.