I 21 campioni del XXI secolo: 11, Allen Iverson
“Allenamento? Stiamo parlando di allenamento?”. Allen Iverson ¨¨ stato forse il giocatore di pallacanestro pi¨´ forte di sempre, centimetro per centimetro. Solo che di centimetri ne ha pochi, 180 circa, trattabili: misurazioni con le scarpe alte ai piedi. Eppure ha fatto meraviglie. Ma s’¨¨ guadagnato un posto nella storia della Nba, da leggenda, oltre che per le prodezze sul parquet, anche e soprattutto per le bravate da bad boy. Quella frase in cui sminuisce l’allenamento, e per inciso racconta di un mondo Nba cambiato radicalmente negli ultimi 20 anni, fotografa l’essenza di Iverson, che ha fatto innamorare tanti appassionati per lo spirito da campione ribelle, da artista maledetto dei canestri. Ogni retina mossa uno schiaffo al politically correct, alle regole, al “sistema”. The Answer, suo soprannome, ha sempre avuto risposte personali, fuori dal coro, agli accadimenti della pallacanestro e della vita. Il background difficile, la madre l’ha partorito a 15 anni, senza che ci fosse un padre nei dintorni, la prigione da minorenne, la scelta di Georgetown come college, allora scuola di basket afroamericana se ce n’era una, le bizze in campo e in allenamento, appunto. Ma anche una ferocia agonistica da sopravvissuto, la competitivit¨¤ da chi ha lottato per l’unico cheeseburger disponibile in tavola, la generosit¨¤, il corpo mai risparmiato, anche da infortunato, perch¨¦ machismo e orgoglio andavano a braccetto nel mondo in cui ¨¨ cresciuto Iverson. E ancora: la lealt¨¤ da compagno di squadra, la durezza mentale e fisica, da ex giocatore di football. Poi, quella rapidit¨¤ da fenomeno, con cui lasciava gli avversari sul posto, le penetrazioni al ferro, i tiri a bersaglio con la partita sul filo. Mai paura di nessuno. E’ stato figlio di Philadelphia, per 12 stagioni emblema dei 76ers. Un matrimonio azzeccato con una citta fatta di gente della “working class”, che lui ha saputo rappresentare come meglio non si sarebbe potuto.
Momento clou
¡ªGara-1 delle Finals 2001. Philadelphia vince allo Staples Center di Los Angeles al supplementare. Iverson realizza 48 punti. Quarantotto. Quando segna il piazzato dalla media in faccia a Ty Lue, s¨¬, l’ex Coach dei Cavs allora in canotta gialloviola, poi lo scavalca “camminandogli sopra”, segno d’una mancanza di rispetto provocata da trance di onnipotenza agonistica. Iverson ti spezzava l’anima, prima ancora di batterti sul parquet. Poi quelle Finals, le uniche da lui giocate, le avrebbero vinte i californiani, addirittura 4-1. Ma erano i Lakers di Shaq e Bryant, con Fisher, Grant, Fox e Horry, come maestoso cast di supporto. I 76ers in attacco erano solo Iverson, il piccolo grande uomo.
I premi
¡ªMiglior giocatore della lega nel 2001. 11 volte All Star, due volte da miglior giocatore della partita. 7 volte incluso nei tre quintetti All Nba. E’ stato per 4 stagioni miglior realizzatore e per tre volte primo nella classifica delle palle rubate: giocava due lati del campo. E’ entrato nella Hall of Fame nel 2016.
Le cifre
¡ªHa segnato 19.931 punti per Philadelphia, pi¨´ di Erving: i 76ers hanno ritirato la maglia numero 3, “la sua”. Ha giocato anche per Denver, Detroit e Memphis, sino al 2010, quando ha chiuso la carriera Nba in maglia 76ers. E’ 25¡ã ogni epoca per punti segnati in Nba, 13¡ã per palle rubate, 46¡ã per assist.
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