Stephen Curry è a un passo dalla storia. Nell'ultima partita di stagione regolare stanotte a Portland la stella di Golden State è atteso al nuovo record di canestri da tre punti segnati in una stagione. Curry è a una tripla di distanza dal primato di 269 stabilito nel 2005-06 da Ray Allen quando giocava a Seattle. La guardia Warriors ne segna 3.5 a partita, 16 nelle ultime due gare. “E' un numero folle. E' bello esserci quasi arrivato – dice lui –. Significa essere stato in salute e aver giocato quasi ogni partite e aver tirato abbastanza bene”. Abbastanza... Diciamo che a furor di popolo è il miglior tiratore di oggi della Nba, per acclamazione. Intanto un successo coi Blazers significherebbe chiudere al sesto posto, evitando San Antonio e prendendo Denver al primo turno di quei playoff che i californiani avevano raggiunto solo una volta, nel 2007, nelle ultime 19 stagioni.

GIà NELLA STORIA — Nella squadra con la miglior percentuale da tre, 40.3%, in coppia con Klay Thompson (41.2%) forma un duo inarrestabile, se non altro in attacco, anche con inusuali giochi a due tra guardie o attirando raddoppi per scaricare sul compagno più libero: hanno appena superato l'accoppiata Scott-Anderson che nel 1995/96 a Orlando stabilì il massimo di triple segnate da due giocatori di una stessa squadra, 435. Curry tira da oltre l'arco quest'anno col 45.5%, dietro per percentuale solo a Calderon e Korver, ma con una qualità di tiri ben diversa. Migliorato in ognuno dei suoi quattro anni in Nba, col 44.7% in carriera è il secondo migliore di sempre dietro solo a Steve Kerr in una graduatoria popolata non di gestori del pallone come lui, spesso raddoppiato e per il quale non esistono cattivi tiri, ma di specialisti del tiro piedi a terra. Come il padre, Dell Curry, che ha chiuso i suoi 16 anni di carriera Nba col 40.2% da tre.

Curry con Lee, che a differenza sua ha giocato l'All Star Game. Reuters

SANGUE BLU — Proprio Dell ha cambiato la meccanica di tiro del figlio nell'estate successiva al suo secondo anno al liceo. Nato ad Akron come LeBron James, quando papà Curry giocava a Cleveland, Stephen è cresciuto nel North Carolina, quando Dell ha giocato le sue dieci migliori stagioni Nba a Charlotte, insieme alla sorella Sydell, oggi pallavolista come mamma Sonya, e al fratello Seth, di due anni più giovane, fino a quest'anno stellina di Duke. Stephen fu invece il profeta della favola di Davidson, nel 2009, prima di essere chiamato con la settima scelta assoluta dai Warriors, che in estate lo hanno rifirmato con un quadriennale da 44 milioni. Pareva un azzardo, con le incognite di una caviglia destra operata due volte. E, se nella Bay Area l'idolatria per Curry ha già superato quella per Baron Davis, in quel 2007 del colpo al primo turno su Dallas, a livello Nba Stephen non gode ancora del credito che si deve a una delle guardie più forti del campionato.

SNOBBATO — A sorpresa Curry è stato infatti snobbato a febbraio per le convocazioni dell'All Star Game. Da lì ha fatto salire ulteriormente i giri, viaggiando da allora a 26.3 punti, 7.5 assist e 46.5% da tre su otto tentativi di media. La sua percentuale da oltre l'arco attuale è la migliore in carriera, così come i 6.9 assist, a confermare che è sì un play realizzatore, ma anche creatore di gioco. Sta per diventare il primo giocatore della storia Nba a chiudere con almeno tre triple e sei assist a partita. Anche uomo da 90% dalla lunetta, è oggi il settimo realizzatore Nba a 23 punti di media, il massimo in carriera così come i 38.3 minuti, ben oltre i soli 14.7 punti in 28.2 minuti della scorsa stagione piagata dagli infortuni.

ROMANTICO — Ha aiutato l'arrivo, accanto e dietro di lui, di un buon difensore e regista capace di innescarlo come Jack. “Non riuscirò mai a dire abbastanza quanto è importante essere in salute e non doversi preoccupare tutti i giorni di come sta la caviglia e di dover limitare il minutaggio”, dice Stephon. Il picco stagionale restano i 54 punti con 11/13 da tre del 27 febbraio al Madison Square Garden, 24 ore dopo i 38 punti con 7/10 da tre a Indianapolis. Ma non più tardi di venerdì scorso ha segnato 47 punti in casa Lakers con 9/15 da oltre l'arco. Difesa, perse e un fisico da 191 centimetri lo rendono un giocatore ancora imperfetto, ma quello di Curry in Nba oggi è il volto romantico delle imprese di Davide contro Golia.