I 21 campioni del XXI secolo: 16, Ray Allen
He got game. Un gioco elegante, da puristi. Un tiro da libro didattico, tanto efficace quanto bello da ammirare. Ray Allen, “Sugar Ray” per la dolcezza di quel jumper, ¨¨ stato lo Steph Curry dei suoi due decenni da fenomeno, come tiratore. Insomma, se Jerry West ¨¨, meritatamente, l’ispirazione del logo Nba, in caso di sintesi grafica di un tiratore da imitare, Allen avrebbe credenziali illustri da esporre, come modello per tutti. La parentesi da attore al fianco di Denzel Washington, nei panni immaginari di Jesus Shuttlesworth, testimonia l’intelligenza tout court di un atleta molto cerebrale, maestro nel muoversi senza palla, soprattutto dietro i blocchi. Capace di giocare sino a 38 anni, fino al 2014, ad altissimo livello, grazie a una cura del fisico maniacale, a una disciplina ferrea figlia degli insegnamenti paterni, di un militare dell’esercito statunitense. Allen ¨¨ stato campione capace di brillare di luce propria, soprattutto a Milwaukee e Seattle, ma anche di vincere da ingranaggio in Super Team di cui non era pi¨´ la bussola, come Boston prima e Miami poi. Super professionista, ma con un background diverso da tanti campioni afroamericani - non ha fatto la fame da bambino ed ¨¨ cresciuto in giro per il mondo, nelle basi militari dove era impiegato il padre -, non sempre si ¨¨ uniformato ai clich¨¦ dei fenomeni Nba e non sempre ha legato con altri primattori compagni di squadra con valori e atteggiamenti diversi dai suoi (ad esempio ai Celtics con Garnett, Pierce e Rondo…). Ma nessuno si ¨¨ mai lamentato del suo rendimento: he got game ¨¨ sempre stato il titolo giusto per il suo fllm da giocatore.
Momento clou
¡ªFinals 2013, gara 6. La sua Miami ¨¨ sotto di 3 punti con San Antonio, 92-95. Con 5 secondi appena rimasti da giocare segna la tripla del pareggio, in faccia a Parker. Gli Heat al supplementare vinceranno la partita e poi in gara-7 anche la serie. Con i sentiti ringraziamenti a Popovich che non ordina il fallo tattico e tiene fuori in maniera imperdonabile Duncan, con Diaw che puntualmente si scorda di difendere. Ma quello di Allen resta un canestro storico e iconico. C’¨¨ tutto, in quei tre punti: movimento senza palla, intelligenza, freddezza in clutch time, rapidit¨¤ d’esecuzione. Con LeBron, Wade e Bosh in squadra, il canestro salvagente lo realizza lui, e a 37 anni…
I premi
¡ªDue titoli, con Boston e Miami. 10 volte All Star, per tre franchigie diverse: Milwaukee, Seattle e Boston. Secondo quintetto All Nba nel 2005, terzo nel 2001. Dal 2018 ¨¨ stato introdotto nella Hall of Fame. Medaglia d’oro olimpica a Sydney nel 2000, con Team Usa. Vincitore del 3 point contest all’All Star Game del 2001.
Le cifre
¡ªHa chiuso una carriera Nba da 18 stagioni e 1300 partite di stagione regolare giocate tirando col 40% da 3 punti. Con 18.9 punti segnati di media a partita. 24¡ã realizzatore ogni epoca con 24.505 punti, davanti ad Iverson. Primo ogni epoca per triple segnate, addirittura 2973, in stagione regolare, davanti a Miller e Curry.
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