Nba, Oklahoma prima ad Ovest: ma conviene? Sulla sua strada subito i Lakers

Scott Brooks e Kevin Durant, la mente e il braccio del capolavoro Thunder. Reuters

Superando nella notte scorsa Golden State, l'ultimo serio ostacolo da qui a fine stagione, Oklahoma City (guarda il calendario dei Thunder) si invola verso la possibilità di chiudere col primo posto a Ovest. I Thunder (58-21) sono avanti di mezza lunghezza su San Antonio (57-21, guarda il calendario degli Spurs), e a parità di record - vista anche la parità negli scontri diretti - sono avanti Durant e compagni per il miglior ruolino contro le squadre della conference. Semplificando: gli Spurs dovranno giocare quattro partite (coi Kings, in casa di Lakers e Warriors, coi Wolves), contro le tre di Oklahoma City (a Portland, poi con Kings e Bucks), ma per finire avanti dovranno vincerne due in più. Viste le avversarie, quasi proibitivo per i texani. Ma al miglior piazzamento potrebbe non corrispondere il miglior scenario. E nel caso peggiore, non tutti i mali verrebbero per nuocere. Almeno guardando a come si va delineando il tabellone playoff.

PERICOLO LAKERS OTTAVI — La prima classificata a Ovest avrà il fattore campo fino all'eventuale finale, ma forse un percorso più difficile per arrivarci. Il primo ostacolo rischiano di essere i Lakers. I californiani oggi sono 42-37, ottavi con una lunghezza di vantaggio su Utah (41-37). I Lakers hanno tre gare di fila in casa con Golden State, proprio San Antonio e Houston. I Jazz chiudono in casa con Minnesota, poi in casa dei Wolves e dei Grizzlies. Visto lo scontro diretto a favore, Utah raggiungerebbe e supererebbe Bryant e compagni solo se vincesse una partita in più di loro nelle tre gare rimanenti. La strada verso il titolo non è molto realistica per i gialloviola alla luce di quanto dimostrato in stagione, ma nessuno vuole affrontare al primo turno la squadra di Bryant, Gasol, Nash e Howard. Toccherebbe a chi finirà al primo posto a Ovest. Gli Spurs sono usciti al primo turno per due volte negli ultimi quattro anni.

MEGLIO ROCKETS (O WARRIORS) — Chi finirà secondo troverà invece con ogni probabilità Houston, che è tra le sorprese della stagione, ma anche per il tipo di basket che gioca - considerato meno “da playoff” - è sulla carta un avversario meno temibile dei Lakers. Non cambia molto, perché il concetto resta sempre la possibilità di evitare i californiani, ma anche qui non è certo che siano i Rockets (44-34) a finire settimi, perché sono a mezza gara di distanza dal sesto posto dei Warriors (45-34): i texani devono giocare una partita in più, ma se la useranno per vincere una partita in più dei californiani, finiranno avanti in virtù del 3-1 negli scontri diretti. Oltretutto forse senza Bogut per la ricaduta alla caviglia sinistra già infortunata, Golden State ha anche un calendario non facile: giocherà in casa dei Lakers, poi con San Antonio e Portland. Houston chiuderà con Memphis e Sacramento, poi andrà in casa di Suns e Lakers.

PROSPETTIVA SECONDO TURNO — Il secondo posto apre anche prospettive migliori nell'ottica del secondo turno. Avversaria sarebbe la vincente tra Warriors (o Rockets) e presumibilmente i Nuggets, sorprendente realtà ma senza Gallinari e a quel punto anche senza fattore campo. Finire primi invece comporta, in caso di passaggio del primo turno, un incrocio con la vincente tra i Clippers e, presumibilmente, Memphis. Comunque vada, una squadra con una struttura di gioco e di roster più “da playoff” rispetto a chiunque altro dall'altra parte del tabellone.

FARE CALCOLI — Non è questione di giocare per perdere. Prima a Ovest negli ultimi due anni ma sempre fermata prima della finale (dai Grizzlies al primo turno e l'anno scorso proprio dai Thunder in finale di conference), San Antonio è consapevole come nessun altro dell'importanza di arrivare ai playoff non tanto con la migliore testa di serie quando nella miglior condizione di forma. Non è facile, vista l'età media e il logorio di molti giocatori importanti. In attesa di recuperare Ginobili dall'infortunio al tendine, Popovich ha già fatto capire qual è la sua priorità tenendo a riposo Tony Parker per acciacchi, prevalentemente alla caviglia, in tre delle ultime quattro gare. Ai Thunder basta assecondare il periodo recente in cui hanno palesemente una marcia in più: fare calcoli non è comunque nella natura di Westbrook e soci, la concorrenza vogliono guardarla in faccia.