Nba, San Antonio e Oklahoma City si contendono la Western Conference

Tony Parker, faro di San Antonio, e Kevin Durant, stella di Oklahoma City. Reuters

Negli ultimi due mesi la distanza tra San Antonio e Oklahoma City non era mai stata così ridotta. Ovvero da quando i Thunder incapparono in un periodaccio da quattro sconfitte in sette partite, complice un calendario da nove trasferte in dieci gare, e tra il 25 e il 26 gennaio battendo Dallas nel derby texano gli Spurs misero la testa avanti per la prima volta nel cuore del miglior momento della propria stagione che ha dato alla squadra di Popovich la leadership della Western Conference. Mantenuta tuttora, ma oggi in discussione.

scontro diretto — A otto partite dalla fine c'è solo un successo di distacco tra San Antonio (55-19) e Oklahoma City (54-20), e nella notte italiana tra giovedì e venerdì c'è lo scontro diretto. Una vittoria dei Thunder, che giocano in casa, pareggerebbe il bilancio stagionale tra le due squadre al momento sul 2-1 per San Antonio, ma non il record: i texani nel frattempo ospitano Orlando e per questo, comunque vada, non si arriverà all'antipasto della finale di conference col divario di una gara secca tra le due squadre. Ma non cambia la sostanza.

ovest roba loro — Di fronte ci sono le squadre che già l'anno scorso si contesero il titolo della Western Conference. La storia dice innanzi tutto che arrivare davanti e avere il fattore campo nell'eventuale incrocio della finale a Ovest non è di per sé una grande garanzia: un anno fa gli Spurs arrivarono ai playoff con la testa di serie numero uno e i Thunder con la numero due. Nelle Western Finals sul 2-2 Oklahoma City fece saltare il fattore campo in gara-5, con una tripla decisiva di Harden (che oggi non c'è più) e quella del pari sbagliata da Ginobili, chiudendo poi la serie in gara-6 a casa-Thunder con una rimonta da -18 che valse il biglietto per le Finals con Miami.

thunder lepre ma ripresi — Da lì è ripartita Oklahoma City quest'anno, vincendo 21 delle prime 25 partite, tra cui 12 di fila, e 32 delle prime 40, saldamente in testa a fine gennaio prima della già citata flessione in cui è arrivato il sorpasso degli Spurs. I Thunder si sono riaccesi dopo l'All Star Game, quando hanno vinto 15 partite su 20, sconfitti (quasi) solo con le big: due volte da Denver, poi a Memphis e proprio San Antonio. Se non fosse stato per la sconfitta a sorpresa di venerdì a Minneapolis, l'unico vero neo, oggi la distanza sarebbe solo di mezza lunghezza.

spurs rincorsa e sorpasso — La prima fiammata della stagione Spurs è arrivata nella ventina di giorni tra fine novembre e inizio dicembre: in undici partite persero solo a Miami, nella famosa gara in cui i texani fecero riposare i big. L'altra spallata è stata quella decisiva per il sorpasso, 16 vittorie su 17 partite in 40 giorni tra metà gennaio e il post All Star Game, compreso l'inizio del temuto ''rodeo trip'' con nove partite di fila fuori casa. Un po' per le assenze e un po' per il calo di tensione, San Antonio ha però perso 7 delle ultime 18 partite. Alcune a sorpresa, con Phoenix, Portland e Minnesota. Più sensato il recente periodo negativo: nelle ultime cinque partite sono arrivate le sconfitte a Houston, con Miami e a Memphis, tutte all'ultimo tiro.

la volata finale — Oklahoma City è alla settimana verità: in otto giorni aspetta San Antonio, va a Indianapolis, riceve New York, va a Salt Lake City e riceve Golden State; chiuderà poi a Portland, con Sacramento e Milwaukee. San Antonio si giocherà molto in trasferta, con quattro gare ad alta difficoltà in casa di Thunder, Nuggets, Lakers e Warriors, mentre in casa riceve Orlando subito, poi Atlanta, Sacramento e Minnesota. Sacramento e Golden State, nel calendario di entrambe, aghi della bilancia. Con Parker tornato a pieno regime, più dei recenti acciacchi alle ginocchia di Leonard e di un Duncan in formissima, a preoccupare i texani è il tendine che terrà fuori Ginobili almeno fino al primo turno playoff. Le incognite Thunder sono invece squisitamente tecniche, le solite: il dopo-Harden, la voracità dei big, il contributo del supporting cast, il doppio lungo. Ancora qualche ora e il campo darà una prima risposta in ottica finali di conference.