Nba, San Antonio asfalta Oklahoma, Knicks mai così brutti

San Antonio si conferma regina della Western Conference, estendendo a due lunghezze il divario su Oklahoma City, battuta nettamente nonostante l'assenza della stella Tony Parker: decisivo un parzialone a cavallo degli ultimi due quarti, anche grazie alle seconde linee, con Splitter mvp. Il ritorno al successo di Philadelphia, che aveva perso 12 delle ultime 13 partite, e di Golden State, che difende il 6° posto a Ovest dopo aver perso 5 delle ultime 7 gare, stoppa la corsa a Est di Brooklyn e di New York. I Knicks in particolare sprofondano nella peggior partita dell'anno, 63 punti, con il minimo stagionale Nba nella percentuale di tiro. Con l'impronta di Mo Williams, rientrato da poco da un infortunio, e approfittando del k.o. a inizio gara del regista ospite Knight, Utah torna al successo dopo quattro sconfitte di fila e riprende i Lakers all'ottavo posto a Ovest, l'ultimo che vale l'ingresso ai playoff.

Philadelphia 76ers – Brooklyn Nets 106-97
Philadelphia rinasce per un giorno. Dopo aver perso 12 delle ultime 13 partite, ferma i Nets (37-27) che nelle precedenti tre partite non avevano mai subìto più di 80 punti e stavolta si devono invece arrendere al 52.6% dell'attacco Sixers (24-39), normalmente in sofferenza. Phila manda sei uomini in doppia cifra e chiude con 8/15 da tre, con tre triple dalla panca di Wright e due di Wilkins partito in quintetto, ancora senza Nick Young. Ma, in una giornata da 6/18 di Turner e con Holiday dedito soprattutto a mettere in gara gli altri, l'eroe di serata è un Hawes al massimo stagionale di 24 punti con 10/15 al tiro, 10 rimbalzi e anche 7 assist, oltre a un buon lavoro su Lopez. I Big Three di Brooklyn segnano 66 punti, dal resto della squadra ne arrivano solo 31. Nel giorno in cui supera i 10mila punti in carriera, Deron Williams ne segna 22 solo nella ripresa ed è a lungo il migliore dei suoi, ritrovando quello smalto non sempre visto in stagione. Accanto a lui Joe Johnson gioca una partita di straordinaria pulizia da 8/11 al tiro con tre triple, zero perse e 6 assist, ma, dopo aver segnato la tripla del -6 a 1'31'' dalla fine, due dei suoi soli tre errori al tiro arrivano nel finale e, insieme a un altro errore di Williams, permettono a Philadelphia di chiudere in scioltezza la pratica grazie al 5/6 finale ai liberi. In realtà è sul 94-89 a 6'52'' dalla fine che Brooklyn perde contatto con la partita, con una serie di quattro errori al tiro e una persa che nel giro di tre minuti permette ai Sixers di scappare 101-92 grazie ai viaggi in lunetta (8/10 da qui alla fine) e a un paio di canestri di Hawes. Johnson segnerà il -6, ma i Nets finiscono lì.
Philadelphia: Hawes 24 (10/15, 4/6 tl), T.Young e Turner 16, Holiday e Wright 15, Wilkins 13. Rimbalzi: T.Young e Hawes 10. Assist: Holiday 11.
Brooklyn: Williams 27 (8/13, 2/6, 5/7 tl), Johnson 20, Lopez 19. Rimbalzi: Evans 11. Assist: Williams 13.

San Antonio Spurs – Oklahoma City Thunder 105-93
Prova di forza per San Antonio (49-15) che, ancora senza la stella Tony Parker per altre tre settimane, spazza via Oklahoma City (47-17) con un successo netto costruito sulla qualità del gioco più che sulle prestazioni individuali. Gli Spurs si ritagliano così due successi di vantaggio sui Thunder in testa a Ovest in una sorta di antipasto della probabile futura finale di conference. Danny Green ha una giornata da 4/4 da tre, Thiago Splitter chiude con 21 punti, 10 rimbalzi e 9/11 al tiro, creando dal post per gli altri e soprattutto approfittando di una difesa ospite troppo preoccupata di raddoppiare sul penetratore, lasciandolo molto libero sui suoi tagli a canestro (e bravi i texani a trovarlo). Ma è a cavallo degli ultimi due quarti che scappa San Antonio, ripresa dal terzo quarto di pura volontà di Westbrook: il regista Thunder chiuderà con 11/27 una gara in cui produce più per sé che per i compagni, non riuscendo a coinvolgerli. E infatti sarà il supporting cast a mancare a Oklahoma City, con 51 dei 93 punti arrivati da Westbrook e un Durant fin troppo poco dedito a forzature, ma solo 42 dal resto della squadra. Ginobili e Duncan chiudono con 25 punti e 10/25 da due ma sono, insieme a Diaw, i grandi vecchi dietro al break decisivo: l'argentino segna 7 dei suoi 12 punti nel decisivo 21-4 avviato da San Antonio intorno al basket di alta scuola creato da loro tre e dalla loro sapienza. Così i texani chiudono a +9 il terzo quarto e dilagano poi sul 92-74 a 9' dalla fine con la terza tripla di Green, quando i Thunder – con Durant e Westbrook qualche minuto a rifiatare – apriranno il quarto periodo con 0/4 da tre tra Martin, Jackson e Fisher e 3 perse tra Collison e Ibaka. A 24 ore di distanza dal successo con Boston, Oklahoma City è frenata anche dal 6/17 da tre in una giornata da 42,9% totale e ben 17 perse di squadra, di cui 9 della coppia Westbrook-Durant, solo in parte cancellato dal buon lavoro a rimbalzo d'attacco. San Antonio rinasce dalla seconda peggior casalinga della propria storia, il record dei 136 punti subìti a domicilio venerdì da Portland, con una gara da 35/61 da due in cui ha bisogno di un 33-9 di break per rientrare dal -13 di inizio secondo quarto. Ma, senza Parker, riesce a trovare intorno ai 19' di Cory Joseph, un supporto in fase di impostazione del gioco anche da Neal e Ginobili ma soprattutto una regia diffusa virtualmente immarcabile.
San Antonio: Splitter 21 (9/11, 3/5 tl), Leonard 17, Green 16, Duncan 13, Ginobili 12, Diaw 11. Rimbalzi: Splitter 10. Assist: Neal 6.
Oklahoma City: Durant 26 (6/12, 1/1, 11/11 tl), Westbrook 25, Ibaka 13. Rimbalzi: Ibaka 16. Assist: Westbrook 6.

Utah Jazz – Detroit Pistons 103-90
Tornata a casa dopo un giro di trasferte chiuso con quattro sconfitte su quattro, Utah (33-31) ritrova il successo e riacciuffa i Lakers all'ottavo posto a Ovest che vale l'accesso ai playoff. E' andata come da copione contro i Pistons (23-43) alla sesta sconfitta consecutiva, che già dopo quattro minuti hanno perso per una distorsione alla caviglia Brandon Knight, dopo un fallo di Foye mentre penetrava a canestro: la radiografia ha escluso fratture, ma il regista di Detroit rischia uno stop non breve. Anche i Jazz erano ancora senza l'infortunato Millsap, ma chiudono con 36/65 da due, e 54 sui 103 punti di squadra che arrivano dalla panchina, che è quella che per gran parte della gara scava il solco perché da lì arriva il 5/10 da tre e un 21/36 complessivo al tiro. In quintetto c'è l'intimidazione di Favors, ancora promosso titolare, a fianco della quantità prodotta da Jefferson e da Mo Williams, che alla fine è l'uomo vittoria. Il play chiude con 20 punti e sei assist, ancora in rodaggio dopo le 32 gare saltate di fila a inizio 2013, eppure decisivo con 7 punti nel 12-3 che da metà quarto periodo chiude definitivamente i giochi. Sempre a inseguire, a -18 prima del riposo e a -16 nel terzo quarto, Detroit era tornata 88-82 a metà ultimo quarto con una tripla di Jerebko che, promosso titolare per l'assenza di Maxiell, ha risposto con una gara di quantità da 15 punti e 7 rimbalzi, con 5/14 al tiro, in 29': a tradire i Pistons sono stati piuttosto l'1/6 di Singler e l'1/7 di Villanueva. Con gli ospiti a due possessi di distanza, Utah scappa con una tripla e un jumper di Mo Williams per punire gli errori di Calderon e Bynum sul 94-82, esteso infine sul 103-87 entrando nell'ultimo minuto.
Utah: Mo Williams 20 (8/12, 1/2, 1/1 tl), Jefferson 16, Ma.Williams e Kanter 14, Hayward 13. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Mo Williams 6.
Detroit: Jerebko 15 (4/10, 1/4 , 4/4 tl), Monroe 15 (7/15, 1/1), Stuckey 15 (5/7, 1/3, 2/2 tl), Calderon 14, Middleton e Bynum 12. Rimbalzi: Monroe 13. Assist: Calderon 7.

Golden State Warriors – New York Knicks 92-63
Al Madison Square Garden meno di due settimane fa ai Warriors (36-29) non era bastata la miglior prestazione Nba stagionale da 54 punti di Curry. Stavolta per avere la meglio sui Knicks (38-23) Golden State si gioca la carta di un altro record, quello della più bassa percentuale di tiro concessa quest'anno in Nba. New York chiude col 27.4% complessivo, sbagliando 53 dei propri 73 tiri (e 22 dei 27 da tre, 18.5%) e affonda a Oakland al minimo stagionale di punti segnati. Stephen Curry stavolta non infila primati ma una prestazione comunque da fuochi d'artificio con 26 punti e 6 triple, un bel 10/17 da oltre l'arco in coppia con Thompson. Completa il dominio la tripla doppia sfiorata dall'ex David Lee, 21 punti con 10 rimbalzi e 8 assist, generando dal post basso molte di quelle triple e potendo permettere a Golden State una giornata comunque non brillante altrove, dal 21/58 da due, ai soli 13 punti con 4/18 dalla panchina e Bogut ancora fiacco (1/4). Non se ne accorge nessuno di fronte a questi Knicks, che ritrovano Anthony dopo lo stop per infortunio ma involuto tecnicamente in un gioco fatto solo di isolamenti e tiri in sospensione come nei giorni peggiori, che comincia la gara sbagliando 8 tiri su 10 (chiuderà 4/15) ed è comunque il migliore dei suoi, a parte forse un Copeland da 15 punti con tre triple ma anche 4 perse. E' proprio Copeland l'unico a incidere per i Knicks di una panchina in giornata terribile, con lo 0/14 complessivo da tre punti di Novak, Prigioni, Kidd e Smith, che a sua volta tradisce con una gara da 3/11 complessivo. Curry piazza 11 punti per scappare subito, ed è un break di 23-7 a permettere a Golden State la fuga sul 49-32 a due minuti dal riposo, toccando poi anche il +27. I Warriors difendono così il sesto posto a Ovest, che le cinque sconfitte nelle ultime sette partite avevano messo in discussione. New York, che ha una gara da 1/ 4 al tiro con 4 rimbalzi e 5 falli in 18' dall'ultimo arrivato Kenyon Martin, comincia male il suo giro di cinque trasferte a Ovest. Da ricordare che Stoudemire, operato, resterà fuori un mese e mezzo.
Golden State: Curry 26 (3/8, 6/10, 2/2 tl), Thompson 23, Lee 21. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Lee 8.
New York: Copeland 15 (2/6, 3/5, 2/2 tl), Anthony 14, Felton 10. Rimbalzi: Anthony 10. Assist: Felton 4.