Houston, White con i compagni
"Pronto a combattere l'ansia"

Royce White, 21 anni, prodotto di Iowa State. US Presswire

Royce White può finalmente concentrarsi solo sul basket, visto che è sbarcato al training camp dei Rockets dopo aver saltato la prima settimana per impostare un programma a lungo termine che gli permetta di gestire al meglio i suoi problemi di ansia. White, scelta numero 16 al draft di giugno, ha trovato un accordo con la società per spostarsi in autobus in determinate partite della prossima stagione: un compromesso che, secondo quanto dichiarato dal giocatore, lo aiuterà sul lungo periodo a fronteggiare l’ansia, la paura di volare e il disturbo ossessivo compulsivo che lo affliggono.

primo impatto — "Sto cercando di tornare alla normalità - ha dichiarato Royce – e per ora sta andando tutto bene". La prima settimana di allenamenti di Houston si è tenuta a McAllen, sede della squadra di D-League affiliata ai Rockets: la squadra è poi rientrata al Toyota Center e il coach Kevin McHale ha dichiarato che White è ancora indietro dal punto di vista della condizione fisica e della familiarità con gli schemi di Houston. "Royce deve rimettersi in pari con il nostro lavoro - ha spiegato McHale -. Quando sei giovane non è mai facile essere costretto a saltare i primi allenamenti del training camp, perché è proprio in quel contesto che cerchi di prendere confidenza con quello che stai facendo: ma sono sicuro che recupererà in fretta".

numeri e guai — I problemi extracestistici di White non sono certo un segreto ed è per questo che molte squadre Nba hanno comunque preferito affrontare la questione con lui, nonostante Royce abbia disputato una stagione fantastica a Iowa State: è stato l’unico giocatore della Division I a guidare la sua squadra per punti segnati (13.4 a partita), rimbalzi (9.3 a partita), assist (5 a partita), palle rubate (1.2 a partita) e stoppate (0.9 a partita) e ha trascinato i Cyclones alla qualificazione al loro primo torneo Ncaa dopo sette anni di assenza. I Rockets si sono resi conto che Royce era troppo bravo per rinunciarci: durante l’estate, White si è recato in aereo a Las Vegas con il resto della squadra e poi a New York per il corso di orientamento per rookie. Tutto lasciava presagire che avesse imparato a gestire i suoi problemi di aerofobia, ma con l’avvicinarsi del training camp White ha cominciato a sentirsi in apprensione, visto che si apprestava ad iniziare la sua prima stagione in Nba senza un programma per affrontare al meglio il suo disturbo. Per questo Royce si è messo in contatto con i Rockets tramite il suo agente e le due parti hanno trovato un accordo. "Sono entusiasta - ha ammesso White -. È un programma diverso da quelli a cui mi ero abituato prima dell’inizio di una nuova stagione. Sono felice perché percepisco la volontà dei Rockets di lavorare con me e sono entusiasta di scoprire quello che riuscirò a fare in questa nuova situazione". McHale, che ha giocato 13 stagioni con i Boston Celtics in una carriera che gli è valsa un posto nella Hall of Fame, ha riconosciuto la sua preoccupazione per come White sarà in grado di gestire le esigenze di viaggio imposte dal calendario della lega: "Il percorso di Royce in Nba sarà sicuramente un po’ diverso - ha dichiarato il tecnico -. Se chiunque di noi potesse scegliere tra un viaggio in autobus di dieci ore e un volo di un’ora, è evidente che preferirebbe la seconda opzione. Per questo White dovrà essere bravo a gestire al meglio la situazione: noi lo aiuteremo e lo supporteremo per quanto possibile, ma sarà lui che dovrà mostrare un certo senso di responsabilità nei confronti della squadra e dei suoi compagni. È questo l’importante".

sensibilizzazione — White ha risposto senza problemi alle domande di una schiera di giornalisti: se non altro la decisione di rendere di dominio pubblico i suoi problemi ha avuto un effetto catartico. "In molti contesti siamo come attori - ha sorriso il giocatore -. Non ho certo paura delle telecamere, ma degli aerei". Royce spera che l’attenzione mediatica generata dalla sua situazione possa servire per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei disturbi mentali e del loro trattamento: "Per essere onesti tutta questa attenzione mi ha aiutato – ha ammesso -. Uno dei problemi legati all’ansia è il tentativo di nascondersi dalle proprie paure, ad esempio quella di sentirsi sotto i riflettori. La mia onestà sul tema e i riscontri positivi che ho ricevuto mi stanno sicuramente aiutando". I compagni di squadra di White sono sembrati felici per il suo ritorno e lo hanno salutato dandogli il cinque e abbracciandolo prima dell’inizio dell’allenamento: i Rockets sono convinti che, se Royce dovesse esplodere, potrebbe essere una presenza solida sotto canestro. "White ha una tecnica unica - ha spiegato il playmaker Jeremy Lin -. Forse non c’è nessun giocatore in questa squadra con le sue caratteristiche. Ma soprattutto, siamo contenti che stia meglio e che sia di nuovo con noi. Royce sta imparando molto, non da l’impressione di essere rimasto fuori per un certo periodo". White è pronto a fare tutto quello che è necessario per dare il massimo sul campo: "Ho degli obiettivi – ha spiegato il giocatore -. Vorrei essere un buon compagno di squadra e una parte integrante di questa società: ho anche altre aspirazioni sulle quali mi sto concentrando. Sono pronto a fare tutto quello che mi verrà chiesto".