Clippers, il volo continua
Anthony trascina i Knicks

La goleada contro la sorpresa Golden State, toccando anche il +48, fa continuare a volare i Clippers, oggi la squadra Nba con più vittorie. Anche San Antonio è lì, e riparte dopo il k.o. sul campo dei Knicks, passati nella notte a Orlando grazie ai 40 punti di Anthony. Boston ritrova la difesa per mettersi alle spalle la crisi e approfittando del momento no di Atlanta, a sua volta insidiata dalla decima vittoria in 13 gare di Indiana. Brooklyn ferma l'ascesa di Sacramento e prosegue la propria, al 5° successo in 6 gare dopo il cambio di allenatore. Anche Harden e i Rockets colgono la nona vittoria in undici partite, superando Irving e i Cavs. Portland infila 16 triple in casa dei Wolves orfani di Love, ma vince solo col brivido finale. I convalescenti Gordon e Nowitzki ritrovano il posto in quintetto ma sono i canestri del primo a decidere il contestato finale all'overtime tra New Orleans e Dallas.

Atlanta Hawks – Boston Celtics 81-89 (tabellino)
Boston cambia marcia nella ripresa e col secondo successo di fila spera di essersi messa il peggio alle spalle, dopo le recenti quattro sconfitte consecutive. Con la tripla doppia di Rondo e soprattutto il ritorno ad alti livelli di Pierce (26 punti, più o meno il doppio di quanti ne segnava nelle ultime sei partite), i Celtics ripartono dalla difesa, con 78 punti di media concessi nelle ultime due gare, dopo i 104,5 durante la striscia perdente: dopo il 31,8% a cui ha tenuto Indiana, stavolta Atlanta si ferma al 41,2% (5/24 da tre tolto Williams) ma anche 18 perse. Come con West e George, Boston frena a 4/18 Smith, reduce da problemi all'anca, tenuto a 2/12 nella ripresa. Gli Hawks perdono la terza partita nelle ultime quattro, dopo essere andati al riposo avanti 53-38 con 21 punti di Williams. Ma nel secondo tempo Pierce suona la carica: segna 17 punti sui 33 di squadra in un terzo periodo in cui Boston tiene Atlanta alla miseria di 9 punti segnati, e saranno 28 in tutta la ripresa. Boston fa 3/16 da tre ma ha l'energia per rimediare a rimbalzo (16 in attacco, 4 a testa per Pierce e Sullinger) e recuperando palla (tre ciascuno Garnett, Bass e Rondo). Vista la gara ad alto punteggio, a 2'30'' dalla fine eppure Atlanta è ancora a -6, ma qui gli errori di Smith e Williams chiudono i giochi.
Atlanta: Williams 28 (4/4, 5/8, 5/6 tl), Teague 17, Smith 12. Rimbalzi: Smith 10. Assist: Smith 5.
Boston: Pierce 26 (5/12, 3/8, 7/9 tl), Rondo e Garnett 14, Bass 10. Rimbalzi: Rondo 11. Assist: Rondo 10.

Orlando Magic – New York Knicks 106-114 (tabellino)
Carmelo Anthony firma il colpo Knicks a Orlando con 40 punti di cui 16 (sui 33 di squadra) in un quarto periodo in cui tutti i Magic ne segnano 17, cadendo così per l'ottava partita consecutiva. Il flop casalingo arriva nel finale, perché New York sulle spalle di Melo è una macchina e sul 98-99 a 4' dalla fine punisce l'1/4 casalingo nel frangente scappando sul 102-109 a 1'45'' dal termine con una delle cinque triple della serata di Jason Kidd. Il resto lo fa l'oculatezza dei Knicks, squadra che perde meno palloni in Nba e stavolta sono solo 8. Più della seconda gara in quintetto di Camby o la terza insieme di Stoudemire (11 punti e 4 rimbalzi in 16') e Anthony, New York si gode l'impatto dalla panchina di Novak e Smith. La sesta sconfitta casalinga di fila Magic arriva così senza demeritare, trascinati a pochi passi dal colpo da un grande Afflalo e dai 30,5 punti di media di Nelson nelle ultime due gare dopo l'infortunio, ma ancora senza il miglior realizzatore e rimbalzista Glen Davis, appena tornato ad allenarsi. Anthony aveva superato i 40 punti altre due volte in stagione, l'ultima solo martedì scorso con Portland.
Orlando: Nelson 29 (5/11, 5/9, 4/4 tl), Afflalo 29 (8/11, 2/3, 7/9 tl), Nicholson e Vucevic 11. Rimbalzi: Vucevic 18. Assist: Nelson 8.
New York: Anthony 40 (10/20, 4/9, 8/9 tl), Smith 18, Kidd 15, Chandler 14, Stoudemire 11. Rimbalzi: Chandler 12. Assist: Kidd 7.

Indiana Pacers – Milwaukee Bucks 95-80 (tabellino)
Indiana si avvicina al terzo posto a Est con il decimo successo nelle ultime 13 partite, settimo di fila in casa, ancora grazie alla propria difesa. Dopo le secche della sera prima a Boston, stavolta sono i Pacers che tagliano i rifornimenti a Milwaukee tenendola al 37,2% al tiro, 4/15 Jennings. Il resto, necessario per evitare pericoli in una serata da 3/20 da tre (1/17 tolto Augustin, tornato in panchina per il rientro di Hill dall'infortunio all'inguine), Indiana lo fa dominando i tabelloni: contro due macchine da rimbalzo come Henson e Sanders, che comunque ne prendono 25 in due, Hibbert fa il massimo in carriera di rimbalzi d'attacco, 11 sui 22 di squadra. Soffocate le fonti di gioco dei Bucks, alla quarta sconfitta consecutiva, Indiana non rieschia mai quando un 8-0 poco dopo il riposo le fa mettere la testa avanti sul 60-53, entrando nel quarto periodo sul 77-64 con una tripla di Augustin e poi chiudendo con un nuovo strappo per l'86-67 a metà quarto periodo.
Indiana: Hibbert 20 (8/16, 4/4 tl), Hill 14, West e Stephenson 10. Rimbalzi: Hibbert 15. Assist: George e Hill 4.
Milwaukee: Ellis 21 (6/15, 2/4, 3/4 tl), Sanders e Jennings 12. Rimbalzi: Henson 13. Assist: Jennings e Udrih 5.

Brooklyn Nets – Sacramento Kings 113-93 (tabellino)
Nella sfida tra due delle squadre a sorpresa tra le più in forma del momento, entrambe reduci da quattro vittorie su cinque, è Brooklyn a proseguire la propria striscia, sconfitta solo una volta in sei gare dall'avvicendamento in panchina tra Avery Johnson e PJ Carlesimo. Stavolta sono le seconde linee dei Nets a fare la differenza, dal 5/10 con 5 rimbalzi d'attacco in 21' di Teletovic alla miglior gara in Nba (fino a due giorni fa non era mai andato oltre i 5 punti) ai 15 punti con 11 rimbalzi (5 in attacco) con 7/11 al tiro di Blatche in 27', e altrettanti di Marshon Brooks che Avery Johnson aveva accantonato. Dall'altra parte i Kings hanno avuto 0/15 da Hayes, Honeycutt, Outlaw e Fredette messi insieme, nulla (0/4) anche in quintetto da Garcia. Così serve a poco che Cousins vinca il duello in area con Lopez, che peraltro di fatto neanche c'è perché il centro Nets resta in campo solo 16', che gli bastano per essere il top scorer dei suoi. E come lui, gli altri titolari Williams, Johnson e Wallace restano sotto i 30 minuti, semplicemente perché non ce n'è bisogno. Solo 13 punti nel primo quarto di Salmons permettono a Sacramento di restare in partita contro il 10/13 con cui Brooklyn inizia la serata. Poi Teletovic e Brooks firmano il 16-2 per scappare nel secondo quarto 52-35, esteso sul 76-53 a inizio ripresa. Rientrata al massimo a -13, Sacramento non torna mai veramente in gara.
Brooklyn: Lopez 18 (7/12, 4/4 tl), Williams Johnson Brooks e Blatche 15, Teletovic 14. Rimbalzi: Evans 11. Assist: Williams 7.
Sacramento: Cousins 28 (11/18, 6/8 tl), Thompson 15, Salmons e Brooks 13, Thomas 12. Rimbalzi: Cousins 11. Assist: Brooks 4.

Cleveland Cavaliers – Houston Rockets 104-112 (tabellino)
Non sempre uno contro l'altro, ma tra Harden e Irving è una sfida da fuochi d'artificio. La vince “The Beard” col massimo in carriera di 7 recuperi, e di là la prima scelta assoluta 2011 costretto a 8 perse in una gara di quantità per tenere in piedi quasi da solo i Cavs. Alla nona gara senza Varejao, Cleveland tira col 39,6% (4/13 Waiters dalla panca, 4/13 Miles da titolare, 2/11 in coppia da tre punti) e se resta in gara è grazie a quanto le concede Houston in termini a sua volta di perse (9 in coppia delle due guardie) e di rimbalzi d'attacco (17, 8 di Thompson). Ma il rodeo di una gara con tante perse è l'habitat naturale per l'attacco più prolifico della Nba dei Rockets, che a differenza dei Cavs se ne avvantaggiano con un 25/45 da due, potendo sparare con disinvoltura da tre punti per chiudere alla fine con 12 triple (su 34). Dopo i 16 nell'ultimo quarto per vincere nella gara precedente a Charlotte, stavolta Irving ne fa 11 per tenere in gara Cleveland. Di fronte però c'è Harden che, dopo i soli 4 punti al riposo, chiuderà con 14/15 dalla lunetta allungando a 16 le gare consecutive oltre i 20 punti segnati, con lo zampino nello strappo decisivo: mette 7 punti di fila nel primo tentativo di allungo di Houston a metà quarto periodo, poi è sua la tripla a 3'58'' dal termine che suggella la seconda spallata sul 92-100 proprio mentre Cleveland si era impantanata tra tanti viaggi in lunetta ma un solo canestro dal campo in 6', e ancora “il Barba” con 6 punti nell'ultimo minuto ha messo al sicuro il successo coi Cavs tornati a -5. Nelle ultime 11 gare i Rockets hanno perso solo con San Antonio e Oklahoma City.
Cleveland: Irving 30 (7/16, 3/8, 7/8 tl), Gee 18, Thompson 14, Waiters 13, Zeller 12. Rimbalzi: Thompson 16. Assist: Irving 6.
Houston: Harden 29 (3/8, 3/9, 14/15 tl), Lin 20, Patterson 15, Morris e Smith 11. Rimbalzi: Smith 11. Assist: Lin 5.

Minnesota Timberwolves – Portland Trail Blazers 97-102 (tabellino)
Col brivido finale, il record franchigia eguagliato di 16 triple, con Batum e Matthews mattatori (10/13 in coppia) dà a Portland il lasciapassare sul campo dei depressi Wolves. Senza Rubio (schiena), Minnesota aveva appreso in giornata che l'infortunio a Denver di Kevin Love era una nuova fattura alla mano destra che gli ha già fatto saltare gran parte della stagione. Eppure i Wolves hanno la forza per tornare in gara quasi a sorpresa nel finale con la seconda miglior prestazione stagionale di Derrick Williams, tolto dalla naftalina per 18 punti tutti nel quarto periodo, 12 nei primi quattro minuti, accendendo Minnesota sul 68-88 a 9'41'' dalla fine per tornare con un 19-3 in poco più di 4' fino all'87-91 a 5' dal termine. Una persa di Barea, una di Williams e una tripla sbagliata ancora da Barea condannano nell'ultimo minuto i Wolves, battuti da un canestro di Aldridge e dai liberi proprio di Matthews e Batum per il 94-102 a 9'' dal termine. Portland chiude così con gli effetti speciali, e il terzo successo, questo giro di quattro trasferte, vedendo riaperta nel finale una gara che aveva dominato fino al +22 grazie al 5/8 complessivo anche di Lillard e Babbitt. Dall'altra parte Minnesota si affidava al solo frontcourt (anche 15 rimbalzi d'attacco, 8 Pekovic, sui 19 totali) in una giornata disastrosa per gli esterni: 1/11 di Shved con 0/3 da tre, 10/35 totale insieme a Ridnour e Barea con 2/11 da oltre l'arco, zavorra nella giornata da 41,8% su azione di squadra. Ma le basse percentuali Wolves non sono più una notizia. Seconda scelta assoluta un anno fa, Derrick Williams ha faticato a trovare spazio in un reparto di alta qualità, e con l'infortunio di Love si era visto preferito in quintetto da Dante Cunningham.
Minnesota: Pekovic 21 (9/14, 3/3 tl), Williams 18, Kirilenko e Ridnour 15, Barea 14, Cunningham 10. Rimbalzi: Pekovic 15. Assist: Shved e Barea 7.
Portland: Batum 26 (4/5, 5/6, 3/3 tl), Matthews 26 (3/8, 5/7, 5/5 tl), Lillard 20, Aldridge 14. Rimbalzi: Hickson 11. Assist: Aldridge e Lillard 6.

Dallas Mavericks – New Orleans Hornets 96-99 dts (tabellino)
Alla settima sconfitta stagionale all'overtime, quando Dallas ha visto la partita non chiudersi nei tempi regolamentari ha già capito che avrebbe perso. Ma non così, portando l'amareggiato Cuban a dolersi di non essere riuscito a risolvere il problema arbitrale dei 13 anni da proprietario dei Mavs di cui in giornata celebrava l'anniversario. La gara più avvincente della notte Nba è un romanzo, deciso col ribaltamento nel finale dei valori visti nel resto della gara. Sbagliati 11 dei primi 13 tiri, alla terza gara e dopo aver riposato mercoledì a Houston ancora in rodaggio dopo aver saltato tutto l'inizio della stagione ma tornato titolare, Eric Gordon porta al successo New Orleans: sul 94-91 a 2' dalla fine dell'overtime segna tre canestri di fila, fino al canestro più fallo a 4 secondi dalla fine facendo saltare sulla sua finta Collison e poi segnando per conquistare anche il viaggio in lunetta del 96-99 decisivo. Dall'altra parte, più che col tiro della disperazione finale fuori equilibrio sbagliato da Carter, Dallas la perde quando pochi secondi prima, con Mayo che perde il controllo della palla proprio contro Gordon, invece che un fallo (per i tre tiri liberi del possibile pari) viene fischiata un'infrazione di piede che manda Cuban su tutte le furie. I tre errori al tiro negli ultimi tre minuti di overtime di Mayo lo fanno tornare nella polvere, dopo aver segnato invece 6 punti di fila nell'8-0 che a metà quarto periodo aveva fatto rientrare Dallas dal 75-81, aggiungendo poi una tripla a inizio supplementare. A fine regolamentari, a proposito di valori rovesciati, nella polvere ci era finito Nowitzki, che in una serata da 20 punti in 34' alla prima gara stagionale in cui tornava in quintetto, a 18'' dalla fine fa solo 1/2 dalla lunetta per l'89 pari. Sull'ultimo assalto di là Vasquez, al termine di un'altra grande gara (17,6 punti e 10,4 assist nelle ultime 12 partite), si incarta e butta lontanissimo dal ferro il tentativo di tiro vittoria, a proposito ancora di valori rovesciati nel finale. Gordon decide così all'overtime una gara in cui Rivers era andato meglio di lui, così come Jason Smith era andato meglio di un Anthony Davis da soli 4 punti (1/3) con un rimbalzo e tre falli in 12'. E dall'altra parte l'impatto dalla panchina di Carter e Brand (anche 5 stoppate) aveva complensato il 9/29 finale di Marion e Mayo con 1/9 da tre punti (6/10 da oltre l'arco il resto della squadra). Per Dallas la spirale negativa tocca l'undicesima sconfitta in tredici gare, la quarta di fila in casa; New Orleans, palesemente più a suo agio lontano dalla Louisiana, è la terza vittoria nelle ultime quattro trasferte.
Dallas: Nowitzki 20 (5/13, 2/3, 4/6 tl), Carter 17, Mayo 14, Brand e Collison 12. Rimbalzi: Marion 9. Assist: Collison 5.
New Orleans: Vasquez 25 (8/12, 3/6, 0/2 tl), Anderson 16, Gordon 14, Smith 12, Aminu 10. Rimbalzi: Aminu 13. Assist: Vasquez 9.

San Antonio Spurs – Philadelphia 76ers 109-86 (tabellino)
Arriva sul velluto la decima vittoria interna consecutiva di San Antonio (17,5 punti di scarto medio nella striscia) contro Philadelphia. Condannati dal brutto 3/17 da tre punti, i Sixers erano all'ultima tappa di un logorante viaggio da otto trasferte di fila, raccogliendo in Texas l'undicesima sconfitta nelle ultime 14 gare. Senza mai la necessità di spingere sull'acceleratore, gli Spurs ripartono così dopo che, segnando solo 83 punti al Madison Square Garden, avevano visto chiudersi una serie di 7 successi consecutivi. Per riaccendersi non c'è bisogno di chiedere gli straordinari a nessuno, anche se resta notevole un Duncan da 7/10 con 4 stoppate, perché dall'altra parte del campo si riescono a tenere le guardie di Phila (i titolari Holiday, Richardson e Turner più Nick Young dalla panchina) a 22/62 complessivo al tiro. Anche per questo la partita dura il giusto, con gli Spurs in doppia cifra di vantaggio già da metà primo quarto e a +16 a inizio ripresa, sempre in controllo, toccando anche il +20 a inizio quarto periodo e il 98-73 a cinque minuti dalla fine.
San Antonio: Parker 20 (8/14, 0/2, 4/5 tl), Ginobili 19, Duncan 16, Green 13, Splitter e Neal 12. Rimbalzi: Splitter 10. Assist: Parker 5.
Philadelphia: Hawes 22 (10/13, 2/2 tl), Turner 12, T.Young Holiday e Richardson 11, N.Young 10. Rimbalzi: Holiday 8. Assist: Holiday 8.

Los Angeles Clippers – Golden State Warriors 115-89 (tabellino)
Riaccesi dalla stracittadina coi Lakers dopo le due sconfitte che ne avevano interrotto la serie di 17 vinte di fila, i Clippers si vendicano con gli interessi sui Warriors: delle 8 sconfitte stagionali di Paul e compagni, due erano arrivate contro Golden State, l'ultima proprio prima della stracittadina. Travolgendo nella sfida al vertice della Pacific Division i Warriors, in gran spolvero visto che venivano da 12 vittorie in 15 gare per consacrarsi sorpresa a Ovest, i Clippers si confermano la squadra Nba col maggior numero di vittorie, nel giorno in cui stabiliscono il nuovo record franchigia di 12 successi casalinghi consecutivi. Non c'è partita perché, prima ancora di andare sui 47 punti in due dell'asse tra Paul (anche 5/6 da tre) e Griffin (anche 7 assist), i Clippers sono bravi a togliere dalla partita Curry (4/11) e Lee (3/10), tenuti a metà del loro fatturato di oltre 20 punti di media: il play ne aveva fatti 31 con 6/8 da tre nel precedente di mercoledì scorso. Con i suoi “Big Three” tenuti a 11/31, in una giornata da 32/72 complessivo e 5/20 da tre, Golden State non ha avuto benzina per restare in partita. Tramortita dall'inizio, ha incassato un 15-0 nel primo quarto per piombare giù 23-6 dopo 9', allungato sul 35-12 già a fine primo quarto, poi fino al 62-34 a 2'30'' dal riposo e travolta sul 94-56 poco dopo metà quarto periodo. In una giornata da 59,7% da due punti, i Clippers non sentono neanche la seconda assenza di fila del loro miglior marcatore Crawford.
LA Clippers: Paul 27 (5/6, 5/6, 2/2 tl), Griffin 20, Bledsoe 17, Jordan 13, Barnes e Green 11, Butler 10. Rimbalzi: Jordan e Barnes 8. Assist: Paul 9.
Golden State: Thompson 14 (1/3, 3/7, 3/4 tl), Barnes 11, Curry e Lee 10. Rimbalzi: Green 8. Assist: Curry 5.