Nba, Cleveland Cavaliers in crescita costante. I giovani hanno imparato

Tyler Zeller di Cleveland, costretto a portare a spasso una bambola. Ap

Dopo la vittoria contro Toronto, il centro dei Cavaliers Tyler Zeller si è infilato un bello zainetto di Dora the Explorer, ha afferrato i manici di un passeggino per trasportare una bambola ed è uscito dalla Quicken Loans Arena: era arrivato il momento di rientrare a casa, ma non prima di qualche umiliazione. D’altra parte è questa la vita di un rookie Nba, che durante l’annata deve sopportare uno scherzoso nonnismo: ma tra meno di due mesi, Zeller e i suoi compagni di squadra Dion Waiters e Kevin Jones potranno disfarsi dei giocattoli nuovi che il coach dei Cavs, Byron Scott, ha regalato loro per ricordargli che devono crescere. E dopo un inizio difficile, i giovani Cavs ci sono riusciti: "Stiamo giocando a basket – ha dichiarato Waiters, scelto alla numero 4 nel draft dello scorso anno, dopo aver segnato 23 punti contro i Raptors – e stiamo crescendo partita dopo partita".

il dopo lebron — A tre stagioni di distanza da quando LeBron James ha indossato per l’ultima volta la divisa rosso-oro di Cleveland, alcuni segnali dimostrano che i Cavs sono pronti a tornare competitivi: il mese di febbraio, che Cleveland ha chiuso con un record di 7-5, è stato il primo a concludersi con un record vincente da marzo 2010. Dopo la pausa per l’All Star Game, i Cavs sono 4-1 e l’unica sconfitta, di quattro punti, è arrivata a Miami contro James e i campioni in carica degli Heat, che hanno conquistato 12 vittorie consecutive. I Cavs segnano, si passano la palla e difendono bene: c’è voluto del tempo, ma adesso comincia a funzionare. La squadra, che aveva iniziato male la stagione, adesso è più spavalda: "Tra come giocavamo a novembre-dicembre e come abbiamo giocato a gennaio-febbraio c’è la stessa differenza che c'è tra la notte e il giorno – ha detto Scott, alla sua terza stagione a Cleveland -. Serve tempo: i nostri giocatori sono giovani, devono imparare a conoscersi e a capire meglio il gioco. Devono imparare a parlare al plurale e non al singolare".

Dion Waiters è tra i rookie dei Cavs che più stanno convincendo. Afp

gruppo in crescita — Con Toronto i Cavs hanno vinto la seconda partita consecutiva senza il playmaker Kyrie Irving, che ha partecipato all’All Star Game di quest’anno e che al momento è ai box a causa di un’iperestensione del ginocchio destro: all’inizio della settimana Cleveland ha messo fine a una striscia di 11 sconfitte consecutive contro Chicago, per poi scrollarsi di dosso un pessimo avvio di partita – con 1/15 dal campo – e battere i Raptors. Waiters, che dopo la pausa per l’All Star Game ha una media di 19.8 punti con il 54% dal campo, ha offerto un’altra ottima prestazione e i Cavs hanno avuto un importante contributo anche dall’ala Tristan Thompson (14 punti e 8 rimbalzi), al secondo anno nella Nba, da Shaun Livingston (15 punti), da Wayne Ellington (13 punti) e da Luke Walton, che ha chiuso con soli 5 punti ma ha messo a referto 7 rimbalzi e 7 assist in 21 minuti. Walton e Livingston, che i Cavs hanno firmato a dicembre dopo che era stato tagliato dai Wizards, sono due dei veterani sui quali Scott fa affidamento per spiegare ai giovani di Cleveland quello che serve per diventare un professionista: entrambi si sono calati nel ruolo di leader e stanno assistendo alla maturazione dei loro compagni più giovani. "Dall’inizio dell’anno stiamo vivendo un processo – ha spiegato Walton -. La nostra non è solo una squadra giovane, ma ha anche molti giocatori nuovi e nella Nba c’è sicuramente una curva di apprendimento. Ma è molto divertente osservare la crescita e il miglioramento di questa squadra". È innegabile che i Cavs stiano vivendo una crescita costante: il 2 gennaio erano 7-25: da allora, nonostante stiano giocando senza Anderson Varejao (stagione finita per un'operazione al ginocchio destro a cui è seguita una trombosi al polmone destro), viaggiano a 13-13. I Cavs sono ancora ben lontani dall’essere un prodotto finito, ma con un nucleo giovane e talentuoso guidato quest’anno dallo straordinario 20enne Irving e da due prime scelte nel draft, Cleveland potrebbe presto tornare a essere una delle migliori squadre della Eastern Conference.

la storia si ripete — "Mi ricorda il 1986 – ha dichiarato l’ex proprietario dei Cavs Gordon Gund, che ha assistito al match di mercoledì sera contro i Raptors -. Avevamo quattro rookie che partivano in quintetto: Brad Daugherty, Hot Rod' Williams, Mark Price e Ron Harper. Era veramente un’ottima squadra, e i Cavs di quest’anno me la ricordano molto. Se avranno minuti a disposizione questi giocatori cresceranno tantissimo, e credo che Scott abbia intenzione di aiutarli: più minutaggio avranno, più miglioreranno". Scott ha avuto molta pazienza con la sua squadra di giovani, che ha ricevuto una spinta notevole a gennaio quando il general manager Chris Grant ha acquistato Ellington, il centro Marreese Speights e una futura prima scelta da Memphis: ma ci sono stati anche dei momenti in cui il coach si è chiesto se i Cavs avrebbero mai imparato. Tuttavia Scott non ha mollato la presa sui suoi giocatori, che nelle ultime settimane hanno messo in mostra un’attenzione ai dettagli che ha permesso ai Cavs di portare a casa delle vittorie sul filo di lana. "Siamo più concentrati – ha spiegato Scott -. Quando riesci a giocartela e a darti l’opportunità di vincere a mio parere vuol dire che ci sono stati dei progressi, soprattutto contro alcune delle squadre contro le quali abbiamo giocato. Ho chiesto ai miei giocatori di provare a vincere almeno due o tre delle nostre ultime partite in trasferta, e loro ci sono riusciti: questo ha accresciuto ulteriormente la nostra convinzione". Adesso i rookie di Cleveland vivono il gioco a ritmi più rilassati, perché hanno capito quello che ci si aspetta da loro sia dentro che fuori dal campo: Zeller, scelto alla numero 17 nel draft dello scorso anno, ripensa ai primi due mesi quando si sentiva perso. "Le prime 20 o 30 partite sono volate e cercavo di imparare il più possibile – ha ammesso il giocatore -. Adesso stanno succedendo molte cose: quando gioco in una certa posizione, a prescindere che la giocata mi riesca o meno, riesco a capire quello che sta succedendo mentre prima non ne avevo neanche un’idea. La speranza è quella di continuare a migliorare anche per il prossimo anno". Quando toccherà a qualcun altro spingere il passeggino.