Ducati 450: i segreti della nuova moto italiana per la MXGP

Sembra incredibile ma in Ducati hanno iniziato a parlare del progetto motocross nel lontano 2016. Poi, un lungo viaggio, che nel 2024 porterà Ducati al debutto nel fuoristrada, quello vero. Era uno dei sogni di Claudio Domenicali (amministratore delegato di Ducati), che in quel periodo ambiva a fare ciò che, in modo speculare, era riuscito a Ktm ovvero diventare un costruttore di riferimento in due mondi molto diversi: l’on-road e l’off-road. Inoltre, proprio ai nostri microfoni, Claudio Domenicali ha recente confermato che il progetto Motocross potrebbe permettere a Ducati di aumentare i volumi di vendita; l’obiettivo non è diventare una casa da grandi numeri, però il sogno di avvicinarsi alle 100 mila moto vendute ogni anno c’è. Rispetto alla situazione attuale, parliamo di un incremento compreso tra il 20% e il 30%; non poco.

pluri collaudata e competitiva

La Ducati da motocross, secondo indiscrezioni, è già competitiva. Il progetto, al quale lavora anche Davide Perni, ingegnere meccanico che ha una lunga esperienza nell'azienda di Borgo Panigale, ha effettuato molti test, iniziati diversi mesi fa nei Paesi del nord Europa. Lontana da occhi indiscreti, la moto è stata sottoposta a un’operazione di “sgrossatura”, prima di affondare i tasselli nelle piste dell’Europa del sud, dove anche l’italiano Stefano Pezzuto ha contribuito allo sviluppo della moto, che ora è nelle mani di Alessandro Lupino e Antonio Cairoli. Pare che Tony abbia accettato questa sfida perché ha ancora voglia di guidare e di correre. In Ktm, per il siciliano c’era la possibilità di intraprendere una importante carriera manageriale ma evidentemente Cairoli ha ancora l’istinto del pilota, ama svolgere anche il ruolo di collaudatore e non ci stupirebbe vederlo ancora in gara, in modo saltuario, come ha fatto lo scorso anno, con Ktm; con ottimi risultati, tra parentesi. Come ufficializzato dalla casa di Borgo Panigale, Ducati Corse Off Road sarà diretto da Paolo Ciabatti, che ha preferito il fango all’asfalto della MotoGP.

prima la 450 poi la 250

A Madonna di Campiglio, dal 21 al 23 gennaio, sarà svelata la monocilindrica di 450 cc, la cilindrata utilizzata nella MXGP, per intenderci. Ducati ha puntato sulla distribuzione desmodromica, il suo storico cavallo di battaglia. Questa soluzione tecnica permette una puntuale apertura e chiusura delle valvole, garantendo un ottimo rendimento soprattutto agli alti regimi, dove il propulsore sarà senza dubbio competitivo, da subito. Come si nota dalle immagini, a causa della distribuzione desmodromica, la testata è piuttosto voluminosa, a differenza di quanto accade sulla Ktm 450 SX-F e sulla Honda Crf 450R, sulle quali, per contenere le dimensioni delle testate e il peso nella parte alta del motore, viene utilizzato un solo albero a camme in testa. Da questo punto di vista, sulla monocilindrica 450, Ducati ha scelto una strada diversa rispetto a quella percorsa dalla casa di Mattighofen e dalla casa di Tokyo; scopriremo presto chi avrà fatto la scelta migliore. Senza dubbio, sulla carta, la distribuzione desmodromica dovrebbe garantire non pochi vantaggi sulla monocilindrica di 250 cc (dove la potenza massima è determinante, considerando la ridotta cubatura del motore), che scenderà in pista nel 2026.

telaio in alluminio, sospensioni showa

Durante la fase di progettazione, Ducati ha effettuato numerosi test strumentando le moto della concorrenza, prevalentemente Ktm, Honda e Kawasaki, soprattutto per valutare quale strada scegliere a livello ciclistico. Come si vede anche dalle immagini, alla fine gli ingegneri hanno optato per il telaio in alluminio; probabilmente più di un ducatista avrebbe preferito il telaio in acciaio, materiale storicamente amato dai tecnici bolognesi, però, come sostengono Claudio Domenicali e Gigi Dall’Igna (direttore generale di Ducati Corse), nel Racing non esistono dogmi e bisogna fare le scelte migliori dal punto di vista prestazionale. Il forcellone, che somiglia moltissimo a quello di Ktm, è in alluminio, realizzato tramite un processo di fusione, una tecnologia che Ducati conosce bene e che, per questo, ha preferito alla soluzione scelta da Honda, che utilizza componenti fusi ed estrusi uniti tramite saldature. Per quanto riguarda le sospensioni, inizialmente Ducati aveva valutato anche l’opzione ?hlins, azienda leader nella velocità e storico partner di Ducati anche nella produzione di serie. Nel fuoristrada, però, ?hlins è rimasta a lungo lontana dalle competizioni di alto livello, pertanto, alla fine, la Ducati da motocross debutterà con sospensioni Showa, che ha partecipato attivamente allo sviluppo del progetto.

elettronica raffinata, colore giallo

Inoltre, pare che la moto avrà un’elettronica molto raffinata e non c’è da stupirsi, considerando che Ducati è stata in gradi di sviluppare un sistema molto efficiente in MotoGP e ha investito molto anche sull’elettronica delle moto di serie. Non mancherà il traction control, per il quale sono stati previsti una serie di collaudi insieme a piloti di medio livello, per sviluppare un sistema adatto anche agli utenti che non hanno il talento di Cairoli. Infine, il colore. All’evento Campioni in Festa, dove Ducati ha celebrato i successi del 2023, Claudio Domenicali ha detto più e più volte che il secondo colore di Ducati è il giallo. Lo ha ribadito anche quando ha annunciato la data della presentazione della moto da Motocross, che, quindi, potrebbe davvero avere un vestito giallo. Sarebbe una scelta intelligente, a livello di marketing; rosso, il colore della Velocità; giallo il colore del Fuoristrada.