Cinquecento, come la classe a cui era destinata, e due, come il numero dei cilindri che la spingevano. S¨¬, perch¨¦ l¡¯idea di fondo di Jan Witteveen, allora boss del reparto corse di Noale, era quella di sfruttare il know how accumulato da Aprilia nella classe 250, approfittando al contempo dei vantaggi in termini di peso che il regolamento concedeva alle bicilindriche. Pesante soli 105 kg contro i 130 delle quattro cilindri giapponesi, la RSW-2 500 debutt¨° nel 1994 come una sorta di duemmezzo sotto steroidi, con in sella Loris Reggiani. La cilindrata, in seguito cresciuta fino a 460 cc, era inizialmente di soli 410 cc, troppo poco per competere sul dritto con le plurifrazionate nipponiche, nei confronti delle quali la V2 di Noale pagava un ingente scotto in quanto a potenza massima. Per questo, nonostante un primo podio conquistato da Doriano Romboni nel 1997, Aprilia decise di optare per un 1998 ¡°sabbatico¡±, lontano dalle piste, per poter sviluppare un propulsore tutto nuovo da affidare nel 1999 a Tetsuya Harada. Durante quella stagione il giapponese seppe farsi forza della grande agilit¨¤ della RSW-2 agguantando cos¨¬ una pole e due terzi posti, pi¨´ altri piazzamenti a ridosso podio, risultati che indussero i vertici di Noale ad affiancargli, per la stagione 2000, l¡¯esperto Jeremy McWilliams. Il britannico, poleman a Phillip Island, avrebbe chiuso in terza piazza i GP di Italia e Gran Bretagna, confermando che il progetto stava iniziando a dare i suoi frutti. Tuttavia, al giro di boa del millennio, tutto il circus era gi¨¤ proiettato verso la grande transizione tecnica della MotoGP, motivo per il quale Aprilia ¨C che all¡¯epoca non navigava nell¡¯oro ¨C decise di sospendere le sue attivit¨¤ in Top Class e lo sviluppo di una nuova 500 V4 per destinare il budget al progetto di una nuova quattro tempi 990.
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