Marc rientra in MotoGP a 9 mesi dall¡¯infortunio. Vi raccontiamo i recuperi pi¨´ curiosi: il sangue di Nuvolari a Monza, Masetti che si salva nuotando nel Santerno a Imola, Ruffo tradito dalla pioggia al TT. Piloti che si sono rialzati dopo pesanti cadute
Il Dottor Costa, uno che se ne intende, non ha dubbi sul ritorno di Marc Marquez a Portimao: ¡°Sar¨¤ ancora pi¨´ forte di prima¡±. Saranno comunque le prove e le qualifiche e soprattutto la gara di domenica 18 aprile in Portogallo a far capire davvero l¡¯aria che tira. Se cio¨¨ il ventottenne spagnolo otto volte iridato ha davvero recuperato il gap fisico e psicologico dopo l¡¯incidente del 19 luglio 2020 a Jerez e i tormentati nove mesi di assenza, tornando il ¡°marziano¡± di prima. Marquez, talento cristallino non privo di sana cattiveria e spregiudicatezza agonistica, ¨¨ stato fin qui collezionista di vittorie ma anche di cadute, per fortuna quasi tutte in prova, nella sua perenne ricerca del limite facendo la differenza in corsa (lui stesso ironizzava: ¡°Sono pi¨´ tempo a terra che sulla moto¡±) e negli allenamenti pre-gara concentrandosi in particolare sull¡¯elasticit¨¤ cos¨¬ da potersi rialzare ¡°al volo¡± dopo una caduta risalendo subito in moto, senza danni.
il primo marquez
¡ª ?Non ¨¨ per¨° sempre stato cos¨¬, perch¨¦ prima dell¡¯incidente 2020 a Jerez, Marquez aveva dato due botte che potevano davvero costargli caro: al Mugello 2013 rovin¨° a terra a 300 all¡¯ora nella prima staccata dopo il traguardo: ¡°L¡¯unica volta che ho avuto davvero paura¡±, chios¨° il ¡°gatto¡± di Cervera. E due anni prima, nel 2011, quando Marquez 18enne debuttante in Moto2 con in tasca il titolo mondiale 125 cadde nelle prove libere sul bagnato di Sepang. Nessuna rottura ma un forte shock per la bastonata alla cervicale con infiammazione del nervo e perdita della vista all¡¯occhio destro: ci vedeva doppio per una diplopia verticale dovuta all¡¯edema periorbitale. Dopo due mesi Marc continuava a vederci doppio, tant¡¯¨¨ che il 16 gennaio 2012 veniva operato per una paralisi del muscolo obliquo superiore causato da un trauma (la caduta di Sepang) al nervo cranico. ¡°? stato l¡¯infortunio pi¨´ difficile che abbia mai affrontato¡± ricordava Marc. Poi, in entrambi i casi, tutto and¨° per il meglio, come dimostrato dal filotto vincente di gare e titoli mondiali. Fino a Jerez 2020.
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i precedenti
¡ª ?Insomma, cadere e rialzarsi: nel motociclismo fa parte del gioco pur se non tutti i corridori dopo un grave incidente sono riusciti a tornare in pista come prima, altri sono rimasti fisicamente menomati e non pochi, purtroppo, sono deceduti. Per i corridori, ieri come oggi, dopo un pesante incidente l¡¯obiettivo ¨¨ sempre lo stesso: tornare in pista prima possibile, in tempi impensabili per i comuni mortali. I medici specialisti, le tecniche e le terapie di riabilitazione, gli interventi chirurgici immediati e pi¨´ avanzati servono per superare i traumi fisici e psichici dei piloti dopo gli infortuni. Ma decisiva resta la capacit¨¤ del corridore-uomo di sopportare e superare le conseguenze delle botte sull¡¯asfalto e contro gli ostacoli con una forza di volont¨¤, un'abnegazione un coraggio fuori dalla norma. Piloti di ogni livello, in epoche diverse, sono stati protagonisti di recuperi prodigiosi dopo rovinose cadute con gravi traumi e fratture. Alcuni esempi?
prima di marquez: nuvolari
¡ª ?Partiamo da Tazio Nuvolari, definito da Ferdinand Porsche ¡°il pi¨´ grande pilota del passato, del presente e dell¡¯avvenire¡±. Novantasei anni fa, 1 settembre 1925, in un test a Monza con la nuova Alfa Romeo P2 2000 8 cilindri (la Casa del Portello doveva trovare il sostituto di Antonio Ascari perito il 26 luglio in un incidente nel GP di Francia a Monthl¨¦ry), il fuoriclasse mantovano va fuori a gran velocit¨¤ alla seconda di Lesmo ferendosi seriamente e finendo malandato in ospedale. Alla Bianchi sono disperati perch¨¦ pochi giorni dopo ¨¨ in programma il GP motociclistico di Monza e i medici prevedono una degenza ospedaliera di almeno un mese, forse pi¨´. Nonostante le ferite e alcune fratture, Tazio si fa confezionare un corsetto di cuoio che lo tenga fisso alla posizione ¡°stesa¡±, tipica del corridore sulla moto. Febbricitante, con medici e personale sanitario compiacenti, Nivola si fa condurre in autodromo pronto ad affrontare il campione europeo Jimmy Simpson su AJS e il vice Wal Handley su Rex Acme e gli altri avversari degli squadroni Norton, Sumbean, Harley-Davidson, una corsa-calvario di 300 Km!. ¡°Non cadere ¨C gli avevano detto i medici ¨C se cadi resti paralizzato a vita!¡±. Tazio lotta e alla fine vince sulla sua rombante ¡°Freccia celeste¡±, portato in trionfo dai 100 mila presenti. Dir¨¤ poi Nuvolari: ¡°Avvertii i piedi sguazzarmi dentro gli scarpini come quando si va a caccia in palude. Quanta acqua, pensai. E invece era il sangue colato dalle ferite¡±. Da l¨¬ parte la leggenda di Nuvolari.
prima di marquez: ruffo
¡ª ?Facciamo un salto di 28 anni: Tourist Trophy 1953, gara inaugurale del motomondiale funestata da tanti incidenti (Bill Lomas, John Surtees, Rudi Felgenheier) fra cui quelli mortali di Leslie Graham su MV 500 (vincitore della precedente gara delle 125 con la moto italiana) e di Harry Stephen, Thomas Swarbrick, Geoff Walker. In prova, nella 250, c¡¯¨¨ anche la brutta caduta di Bruno Ruffo che coster¨¤ al tre volte campione del mondo l¡¯addio alle corse. L¡¯asso veronese, portabandiera della Guzzi, gi¨¤ nel 1952 era incappato in un grave incidente al GP di Germania della Solitude (innescato dal compagno di squadra Lorenzetti che Ruffo in testa alla corsa aveva fatto passare all¡¯ultimo giro per ordini di scuderia) tenendolo lontano da tutta la stagione e privandolo di fatto del suo (meritatissimo) quarto titolo mondiale. Un mese prima, in testa con gran vantaggio al TT , Ruffo aveva chiuso il gas prima del traguardo lasciando il primo gradino del podio al compagno di squadra Anderson in quanto la Casa dell¡¯Aquila, per questioni di mercato, puntava a far vincere il suo pilota inglese. In quella edizione del Mountain ¡®53 Ruffo non voleva sentire ragione: basta ordini di scuderia! Gi¨¤ i primi tempi in prova davano l¡¯italiano gran favorito, anche con il bagnato. In pieno rettilineo, a manetta, il nebbione appanna gli occhialoni e Ruffo molla la mano sinistra dal manubrio per pulirli: ¨¨ subito fuori asfalto e prende in pieno un blocco di cemento. Altre fratture, altre ingessature, altre degenze in ospedale e difficili recuperi. Poi la decisione (sofferta) di abbandonare le due ruote per le... quattro.
prima di marquez: masetti
¡ª ?Ancora un salto di quattro anni: Imola, 22 aprile 1957, leggendaria e assolata Coppa d¡¯Oro Shell con 120 mila spettatori. Una gara 500 da favola con gli squadroni ufficiali Guzzi (senza Lomas caduto nella 350 ma forti di Dale, Campbell e Colnago sulla 8 cilindri); Gilera (Duke, Liberati, McIntyre, Milani); MV Agusta (con il solo Masetti perch¨¦ il campione del mondo in carica Surtees ¨¨ out per infortunio); la Bmw (Zeller) e il plotone delle Norton e delle Gilera Saturno. Succede di tutto e alla fine trionfa la Guzzi 8 cilindri di Dale pur fra le polemiche sulle carenature ¡°a campana¡± accusate di provocare tante cadute, fra cui quella di Umberto Masetti, primo italiano a mettersi in testa la corona iridata della classe regina (1950 e bis nel 1952), divo in pista e fuori anche per la sue conquiste femminili e in particolare per la storia d¡¯amore con Moira Orfei. Corridore genio e sregolatezza, 55 kg di fuoco, ¡°Scarciole¡± (cos¨¬ chiamano l¡¯asso parmense, cio¨¨ ¡°scricciolo¡±) ha detto a Moira che la sera le porter¨¤ in regalo, oltre a un pesante assegno, la Coppa d¡¯Oro Shell. Il ¡°Duca¡± sembra avere la meglio sul gilerista inglese Geoff Duke e sugli altri indiavolati avversari quando in un sorpasso a manetta al Tamburello tocca la pedana del suo bolide rosso argento ed ¨¨ sparato a 230 Km/h: un volo di quasi 200 metri che termina contro un cartellone pubblicitario da cui viene sbalzato nelle gorghe del fiume Santerno, in piena per le piogge dei giorni precedenti. ¡°? morto! ? morto!¡± gridava la gente. Ma Scarciole esce a nuoto e torner¨¤ presto in pista, pur se le sue imprese trionfali resteranno nell¡¯albo dei ricordi.
prima di marquez: provini
¡ª ?Tarquinio Provini, il corridore italiano pi¨´ travolgente e amato del dopoguerra fino a met¨¤ degli anni Sessanta, subisce due incidenti gravissimi. Il primo nel 1960 a Spa-Francorchamps quando, causa l¡¯olio in pista non segnalato, vola via a 230 Km/h con la Morini 250 nel curvone di Blanchimont e si salva infilandosi fra due guard-rail. Il secondo, al Tourist Trophy del 1966, tradito in prova dal motore 4 cilindri Benelli (a oltre 200 orari si tranci¨° il moncherino di biella che era stato lasciato attaccato all¡¯albero motore dopo l¡¯intervento notturno nel box finendo tra gli ingranaggi del cambio che si blocc¨°), gli costa la carriera di pilota: si salva comunque per miracolo dopo un lungo calvario ospedaliero.
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prima di marquez: grassetti
¡ª ?Silvio Grassetti, pilota ufficiale Benelli, MV Agusta, Bianchi, Gilera, Morini, Morbidelli, Jawa, MZ e fiero avversario di Provini, Venturi, Agostini e altri, subisce quattro gravissimi incidenti: nel 1957, poco pi¨´ che ventenne e neo ufficiale Benelli, lanciato con il ¡°Leoncino¡± alla conquista del Giro d¡¯Italia (8 tappe di 2.569 km), rimane invischiato in un sorpasso a Bassano del Grappa sbattendo a oltre 120 Km/h il capo contro il parapetto di un ponte. Tante fratture e forte commozione cerebrale: ¡°Rischia la paralisi¡±, dicono i medici. ¡°Comunque non potr¨¤ pi¨´ correre¡±. Mesi di sofferenza, poi il recupero e stagioni di gloria prima con la Benelli 250 ¡°mono¡±, poi con la inedita 4 cilindri in battaglie memorabili contro le Morini, le Honda e le Yamaha ufficiali, quindi il tricolore 500 da ufficiale MV, prima compagno di squadra di Hailwood, poi di Agostini. Nel 1964, la seconda ¡°botta¡±: ultimo giro di qualifiche sul circuito di Cervia-Milano Marittima con Silvio in pole davanti al compagno di squadra Agostini e a Provini (Benelli). Alla staccata prima della esse, il freno anteriore si blocca sbattendo l¡¯asso pesarese contro una pianta a 200 Km/h. Addio sogni di gloria! Addio il debutto con la MV Agusta 350 3 cilindri, pronta per lui, la moto che poi con Agostini trionfer¨¤ negli anni successivi. Cinque ore sotto i ferri, poi il lungo calvario e la sentenza del professor Gaist: ¡°Silvio, basta con le corse. Un¡¯altra caduta cos¨¬ e sei morto¡±. Silvio fa di testa sua e rientra addirittura a Monza a settembre nel Mondiale con la Gilera ufficiale 500 e a marzo ¡¯65 vola a Daytona dove con la Morini 250 conquista il podio del primo round iridato stagionale. Va pi¨´ forte di prima, dicono tutti. ? vero. Il 19 aprile 1965, mentre insegue i fuggitivi Agostini e Hailwood sulle MV, alla staccata della discesa delle Acque Minerali il cambio della sua Bianchi si inchioda ¡°sparando ¡° Silvio fra cielo e asfalto. Giace esanime a terra e viene schivato per miracolo dagli inseguitori Pasolini, Milani, Mandolini, Findlay, Ahearn. Si grida ancora al miracolo. Il 2 maggio, con la Morini, torna a battagliare a Cesenatico finendo secondo dietro Provini. La Benelli, forte di Pasolini, ingaggia di nuovo Grassetti che poi nel 1969 passa alla Jawa, vice campione del mondo 350 dietro ad Ago-MV e poi stagioni esaltanti con la MZ ufficiale 250. Infine, il canto del cigno: Spa 1974, Silvio, trentottenne, tenta l¡¯ultimo assalto al Mondiale ma in prova ¨¨ travolto da un rookie alla Radillon- Eau Rouge: 18 drammatici giorni di Ospedale a Liegi poi il ritorno alla vita e, dopo 18 anni, l¡¯addio alle corse.
prima di marquez: bergamonti
¡ª ?Di Angelo Bergamonti abbiamo detto tutto nei quattro articoli e nello speciale audio in occasione del 50¡ã della tragica corsa di Riccione 50 anni fa. Il campione di Gussola aveva gi¨´ subito tre gravi incidenti in corsa: il primo da juniores, nel 1957 a Monza; il secondo nel 1967 in Spagna con la Morini 250 in cui riporta la frattura della base cranica, coma profondo e rischio di non farcela; il terzo, altrettanto pesante, ad Abbazia in Jugoslavia. Angelo si riprende ogni volta tornando ai vertici, fino all¡¯appuntamento con la Signora in nero del 4 aprile 1971.
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prima di marquez: agostini
¡ª ?In 15 anni di corse (1962-1977) le cadute del 15 volte campione del mondo si contano sulle dita di una mano. Ago aveva quasi 35 anni quando disse ¡°addio¡± al motociclismo: ma non a seguito di una caduta: ¡°Avevo avuto tutto dal motociclismo e capii che era venuto il momento di dire basta. Sapevo che se avessi tirato ancora la corda, prima o poi si sarebbe spezzata¡±. Il suo peggior incidente in carriera al Sachsenring, volato via a oltre 240 Km/h dopo essere passato sopra una pozza di petrolio mista a olio e rimediando, fra l¡¯altro, quei 7 punti di sutura sul naso e i 4 sulla mano destra visibili ancora. L¡¯ultima botta di Ago ¨¨ del luglio 1974, brutta caduta a forte velocit¨¤ ad Anderstop, GP di Svezia, con frattura scomposta del terzo laterale della clavicola destra e lacerazione dei legamenti clavicolo-coracoidei. Operato all¡¯ospedale di Bergamo, rientrer¨¤ a settembre con una vittoria 350 ad Abbazia. A Marquez una volta Giacomo disse: ¡°Se fossi caduto tutte le volte che sei caduto tu, sarei morto 5-6 volte¡±. Gi¨¤.
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