La entry class ¨¨ in piena crisi da talenti italiani. Pochi piloti e tutti nel Motomondiale da troppi anni. Il tricolore ha bisogno del fenomeno, proprio come ai tempi d¡¯oro di Rossi, Biaggi e Capirossi
Dopo Assen il Motomondiale stacca momentaneamente la spina per lunga pausa estiva fino all¡¯8 agosto con il GP austriaco dello Spielberg, decimo round 2021. Qual ¨¨, dopo le prime nove gare, la situazione di classifica dei piloti italiani nelle tre classi? Buona, ma non eccellente. Attualmente il tricolore sventola virtualmente sul gradino pi¨´ basso del podio pro tempore con Pecco Bagnaia (109 punti) terzo in MotoGP (primo Quartararo 156 punti, secondo Zarco 122 punti: mai due piloti francesi avevano guidato fin ora la classifica della classe regina), con Marco Bezzecchi (128 punti) terzo in Moto2 (primo Gardner 184 punti, secondo Fernandez 153 punti) e con Dennis Foggia (86 punti) terzo in Moto3 (primo Acosta 158 punti, secondo Garcia 110 punti).
Il campionato 2021 degli italiani
¡ª ?In MotoGP, dopo Bagnaia, gli altri italiani sono gi¨¤ fuori dai giochi iridati: 13¡ã l¡¯infortunato Morbidelli ( 40 punti), 16¡ã Bastianini (27 punti), 17¡ã Petrucci (26), 19¡ã Rossi (17), 20¡ã Marini (14), 23¡ã Savadori (4). In Moto2, dopo Bezzecchi, gli italiani sono Di Giannantonio (5¡ã con 73 punti), Arbolino (14¡ã con 30 punti), Vietti (16¡ã con 22 punti), Manzi (18¡ã con 20 punti), Bulega (23¡ã con 10 punti), Dalla Porta (26¡ã con 6 punti), Baldassarri (30¡ã con 7 punti). In Moto3, dopo Foggia, gli italiani sono Fenati (4¡ã con 80 punti), Antonelli (7¡ã con 67 punti), Migno (10¡ã con 58 punti), Nepa (21¡ã con 19 punti), Rossi Riccardo (22¡ã con 16 punti), Bartolini (25¡ã con 7 punti). Qui analizziamo la Moto3, dove i piloti italiani sin dal debutto della nuova categoria nel 2012 hanno sempre ben figurato vincendo numerosi round ma conquistando il titolo solamente una volta, nel 2019, con Lorenzo Dalla Porta grazie alle doti di passista del campione toscano e alla gran velocit¨¤ della Honda Nsf250R del Team Leopard che anche quest¡¯anno vola, come volava anche prima del 2019.
La storia tricolore della 125 e 250
¡ª ?Da un decennio, la Moto3 viene considerata la categoria d¡¯ingresso nel Motomondiale paragonata alla passata 125 o alla 250 old time dato che la Moto3 ha il propulsore (monocilindrico 4 tempi) di 250 cc. Comunque sia, in entrambe le cilindrate i piloti italiani si sono sempre fatti valere vincendo titoli a man bassa: nella ottavo di litro con Nello Pagani (1949), Bruno Ruffo (1950), Carlo Ubbiali (1951, 1955, 1956, 1958, 1959, 1960), Tarquinio Provini (1957), Paolo Pileri (1975), Pier Paolo Bianchi (1976, 1977, 1980), Eugenio Lazzarini (1978), Fausto Gresini (1985, 1987), Luca Cadalora (1986), Loris Capirossi (1990, 1991), Alessandro Gramigni (1992), Valentino Rossi (1997), Roberto Locatelli (2000). Nella quarto di litro con Bruno Ruffo (1949, 1951), Dario Ambrosini (1950), Enrico Lorenzetti (1952), Carlo Ubbiali (1956, 1959, 1960), Tarquinio Provini (1958), Walter Villa (1974, 1975, 1976), Mario Lega (1977), Luca Cadalora (1991,1992), Max Biaggi (1994, 1995, 1996, 1997), Loris Capirossi (1998), Valentino Rossi (1999), Marco Melandri (2002), Marco Simoncelli (2008). Insomma, un bel bottino nelle 125 e 250 di ieri e dell¡¯altro ieri ma oggi con interrogativi per la Moto3 sia rispetto al 2021 ma soprattutto rispetto alla prossima stagione e a quelle immediatamente successive.
Mancano i giovani talenti
¡ª ?Gli attuali corridori italiani sono agonisticamente ¡°stagionati¡±, con le nuove leve scarse di numero e non solo, come dimostrano fin qui le presenze e i risultati nel Cev 2021 ma anche nel Civ tricolore. Intendiamoci, gli attuali piloti italiani della Moto3 sono fior di corridori ma, tutti o quasi tutti, ¡°stazionano¡± da troppo tempo nella categoria di ingresso del mondiale, accumulando s¨¬ esperienza ma anche ¡°adattandosi¡± senza saltare di categoria soprattutto per mancanza di possibilit¨¤ (chi fa spazio? Chi paga?), magari accontentandosi di qualche buon risultato nella categoria ¡°piccola¡± (per alcuni anche vittorie significative) senza per¨° conquistare l¡¯agognato titolo iridato, pass assai importante se non decisivo per il salto di classe. Cos¨¬ ogni anno gli italiani partono per vincere il mondiale Moto3, titolo che per¨°, a parte l¡¯eccezione 2019, va sempre a qualcun altro. Stiamo entrando in un vicolo cieco.
Poca Italia in Moto3
¡ª ?Quest¡¯anno nel mondiale Moto3, su 28 iscritti i piloti italiani sono solamente sei (Foggia, Migno, Antonelli, Riccardo Rossi, Fenati, Nepa), tre in meno rispetto al 2020, cinque in meno del 2019, per non dire di quando mezzo schieramento era composto dai corridori ¡°tricolori¡±. Quest¡¯anno la classe ¡°minore¡± ha cinque esordienti: tre spagnoli (Pedro Acosta, Izan Guevara, Xavier Artigas), un francese (Lorenzo Fellon), un giapponese (Andi Farid Izdihar). Per il secondo anno consecutivo non c¡¯¨¨ stato nessun debutto dei corridori italiani e i nostri piloti pi¨´ competitivi sono ¡°seniores¡±. Foggia ha pi¨´ di 21 anni, da cinque anni ¨¨ nel mondiale, miglior posizione finale: 10¡ã posto la scorsa stagione. Fenati ha 25 anni finiti, da 9 anni nel mondiale, miglior risultato finale 2¡ã nel 2017. Antonelli, 25 anni da 10 anni nel mondiale, miglior risultato finale 5¡ã posto nel 2015. Migno, 25 anni da 9 anni nel mondiale, miglior risultato finale 9¡ã nel 2017. Nepa, 20 anni, nel mondiale da quattro stagioni, miglior posizione finale, 20¡ã nel 2020. Rossi R. non ancora vent¡¯anni, da quattro nel mondiale, miglior risultato finale 25¡ã nel 2020. Chiaro? Se non lo fosse basta guardare l¡¯altra faccia della medaglia: l¡¯attuale leader del Mondiale Moto3, il rookie spagnolo Pedro Acosta ha 17 anni e alla sua prima stagione iridata ha gi¨¤ vinto quattro delle otto gare fatte fin qui, oltre al secondo posto al debutto in Qatar. Acosta fenomeno? Certo che s¨¬. Ma allora non si pu¨° dire ¨C come invece si dice ¨C che sono ¡°tutti fenomeni¡±. Il fenomeno emerge sempre da un gruppo dove la competizione screma e premia il migliore. L¡¯eccezione (cio¨¨ il fenomeno pu¨° nascere anche nel deserto) c¡¯¨¨ ma resta sempre una eccezione.
Moto e team molto competitivi
¡ª ?C¡¯¨¨ anche da considerare che, a differenza del passato ¨C specie delle epopee passate della 125 e della 250 ¨C i piloti (italiani) su moto ufficiali si contavano complessivamente sulle dita di una mano e i pi¨´ correvano da ¡°privati¡± su moto scarsamente competitive. Mentre oggi, anche nella Moto3 mondiale, non esiste il ¡°corridore privato¡± e tutti (anche quelli con la valigia, cio¨¨ la maggioranza, dispongono di moto competitive supportati da team di prim¡¯ordine. Non a caso ci sono corse-show di gruppo e la vittoria si gioca con volatoni cardiopalma. Non ¨¨ facile, oggi, per i corridori (ma non ¨¨ mai stato facile, specie considerando nei decenni scorsi la pericolosit¨¤ dei circuiti e delle moto), anche se l¡¯attuale Moto3 ¨¨ tecnicamente ¡°livellata¡± da regolamenti restrittivi che rendono la guida relativamente facile. Comunque, gi¨¤ in questa prima parte del Mondiale 2021, i piloti italiani faticano di pi¨´ anche rispetto al campionato 2020 stravolto dal Coronavirus.
c¡¯¨¨ bisogno di una spinta
¡ª ?Ora il campanello d¡¯allarme suona forte perch¨¦ nella classifica finale 2020 del Cev Moto3 Junior (il Mondialino) gli italiani erano quasi scomparsi, confinati nelle retrovie e ancor peggio sta andando quest¡¯anno. Insomma la ruota del ricambio si ¨¨ inceppata. Nel motociclismo, sport fra i pi¨´ costosi in assoluto, il ricambio generazionale dei piloti ¨¨ essenziale. E oggi la base principale di formazione e di lancio ¨¨ la Moto3. Perch¨¦ questa difficolt¨¤ nel rinnovamento piloti? Colpa dei Team che offrono un posto in cambio di (molti) soldi? I team non sono Societ¨¤ di mutuo soccorso: sono aziende vere e proprie e devono far quadrare i bilanci. Di solito, non solo nel mondiale, uno dei due piloti ¨C quello meno esperto o meno competitivo ¨C serve al team per fare cassa. La ¡°base¡± del motociclismo anche in Italia ¨¨ ampia e viva ma ¡°da sola¡± non ce la fa a crescere e a far decollare i migliori. Senza questa base non pu¨° per¨° esserci il vertice e spetta a Dorna, Fim, Fmi, Tv titolari dei diritti del Motomondiale, grandi Sponsor trovare una soluzione, non per finanziare direttamente piloti e Team (in Italia e non solo) ma almeno per promuovere e comunicare l¡¯immagine del motociclismo ¡°minore¡± che lo renda pi¨´ popolare e quindi appetibile per le aziende sponsor e per il pubblico televisivo e quello degli autodromi. In altre parole Dorna e Fim (ci¨° vale anche per la Fmi italiana che anche nel settore racing non ¨¨ mai stata con le mani in mano ma che oggi ¨¨ chiamata a definire una linea strategica adeguata ai tempi) investano di pi¨´ e meglio sulla promozione dei giovani e dei campionati nazionali almeno utilizzando il potenziale mediatico di cui dispongono.
Non c¡¯¨¨ solo la VR46
¡ª ?Da anni, solo la grande scuola del motociclismo spagnolo va a gonfie vele mentre quella italiana, che vanta una tradizione unica, sta annaspando, di fatto vive di luce riflessa data dalla stella (cadente) di Valentino Rossi. Il vivaio del motociclismo italiano ¨¨ entrato in sofferenza: la grande base dei corridori-baby delle corse mini-bike si assottiglia crescendo, sfarinandosi nel Civ da dove oramai solo piloti-eccezione decollano verso il mondiale. Qui siamo. Si chiama crisi ma nessuno vuole usare questa parola. Cos¨¬ ci si avvia a un disastro annunciato. La VR46 (con la qualificatissima Academy) ¨¨ una grande realt¨¤ ma resta un ¡°prodotto privato¡± con legittime logiche di business di una impresa privata. Non pu¨° comunque sostituire il ruolo super partes della Fmi che a sua volta non pu¨° limitarsi a supportare sic et simpliciter la VR46 altrimenti il motociclismo viene diviso fra ¡°figli e figliastri¡±.
Il futuro dell¡¯Italia in Moto3
¡ª ?D¡¯altronde altri importanti Team italiani (Gresini, Cecchini ecc.) non possono farsi carico della questione ¡°vivaio tricolore¡± dovendo fare comunque risultato e quindi scegliendo i piloti sul mercato internazionale, al di l¨¤ del paese d¡¯origine. Insomma, specificatamente in Italia, abbiamo un problema. E gi¨¤ riconoscerlo sarebbe un passo avanti. Negarlo ancora porter¨¤ presto a sbatterci contro. Serve mettere sul campo tutte le sinergie possibili ridando linfa al vivaio italiano. E non sarebbe male che, magari in autunno, la Fmi promuovesse un meeting ad hoc con tutti gli interessati.
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