Dalle derivate di serie ai prototipi pi¨´ veloci al mondo. Come bisogna guidare per sfruttare al massimo le prestazioni di una MotoGP e di una Sbk?
Nell¡¯ultimo decennio le supersportive targate hanno sub¨¬to un¡¯evoluzione radicale, soprattutto a livello di elettronica ma anche di motore, tanto che se un modello non supera agevolmente i 200 Cv non viene neanche considerato della partita. Si sono evolute di conseguenza anche le moto del mondiale Superbike. Infatti, in pi¨´ occasioni e su determinati circuiti (principalmente i pi¨´ tortuosi come Jerez o Assen), i piloti migliori della categoria sono riusciti addirittura ad avvicinarsi ai tempi delle MotoGP.
Ma cosa significa guidare una Sbk e una MotoGP? Cosa e dove deve cambiare il pilota per sfruttare al massimo le performance delle due moto? Pochi hanno avuto la possibilit¨¤ in carriera di scoprire a fondo le doti dinamiche sia di una Superbike che dei prototipi del Motomondiale: per chiarire al meglio la questione ci siamo confrontati con Lorenzo Savadori, pilota ufficiale Aprilia MotoGP, e Michele Pirro, collaudatore Ducati Corse.
Questione di movimento
¡ª ?Con il passare degli anni, l¡¯evoluzione tecnica, prestazionale ed elettronica delle moto ha obbligato i piloti ad adattare il proprio stile di guida alla moto. L¡¯esempio pi¨´ lampante riguarda Valentino Rossi che, con i suoi 25 anni di carriera nel Motomondiale, ha vissuto questo cambio generazionale delle due ruote. Oggi, per andare forte, bisogna aggredire i freni, staccare forte, arrivare al punto di corda il pi¨´ velocemente possibile, spigolare la traiettoria e rialzare la moto rapidamente per dare gas e scaricare a terra pi¨´ potenza possibile, limitando perdite di grip e intervento dell¡¯elettronica.
Quest¡¯ultima maestria ¨¨ chiamata ¡°pick-up¡± in gergo, necessaria sia in MotoGP che in Superbike, confermano i due piloti italiani, e ¡°lo stile di guida pu¨° essere replicato nelle due categorie. Quello che cambia ¨¨ a livello di sensazioni¡±. Infatti, i prototipi della classe regina sono molto rigidi e stabili e richiedono una guida chirurgica per andare forte, altrimenti si perdono decimi importanti. Al contrario, le derivate di serie si muovono costantemente e il movimento fa parte della performance.
Famiglie diverse ad alte prestazioni
¡ª ?Non fatevi spaventare o ingannare dal concetto di movimento. A certi livelli, la sensibilit¨¤ di un pilota ¨¨ estremamente alta e quello di cui si parla sono piccoli movimenti dell¡¯assetto e delle gomme, che a ¡°noi comuni mortali¡± risultano impercettibili. Per andare al limite ¨¨ necessario trovare il feeling con la moto e sono spesso queste sensazioni di micro instabilit¨¤ a farlo trovare su una derivata di serie: infatti, dice Michele Pirro, ¡°la Sbk ¨¨ una moto che permette di andare forte per gradi, il pacchetto gomme-ciclistica ¨¨ tutto pi¨´ soft e easy, ma non per questo non performante¡± e, aggiunge Lorenzo Savadori ¡°si pu¨° essere anche un po¡¯ pi¨´ aggressivi¡±, in quanto la natura ciclistica della Superbike digerisce una guida anche nervosa.
Al contrario, su una MotoGP bisogna essere il pi¨´ puliti possibile e, spiega molto bene il ducatista, ¡°finch¨¦ non viene portata al limite non ti trasmette feedback. Se vai piano sembra che la moto sia rotta¡±. Per questo motivo, ¨¨ molto pi¨´ complicato trovare il feeling per andare forte. Un esempio molto interessante riguarda il pilota ufficiale di Noale, che sull¡¯acqua di Le Mans ¨¨ riuscito a passare a sorpresa in Q2. Perch¨¦? Sul bagnato, con poco grip e un assetto pi¨´ morbido, anche la MotoGP si muove e questi movimenti gli hanno permesso di trovare il feeling e le sensazioni di una Superbike, moto con cui ha corso negli ultimi anni, per chiudere un buon tempo sul giro. Una moto rigida, invece, te lo trasmette in modo differente.
Ai box, lavoro simile ma pi¨´ evoluto
¡ª ?Sul fronte elettronico, le derivate di serie hanno fatto passi da gigante e sistemi come traction control, anti-impennata, gestione del freno motore e molto altro sono simili tra le due categorie. Ovviamente, in MotoGP c¡¯¨¨ pi¨´ personale tecnico (ingegneri ed elettronici), pi¨´ parametri e pi¨´ modifiche possibili. ? un campionato pi¨´ estremo su ogni fronte ed ¨¨ anche questa caratteristica che permette ai prototipi di essere pi¨´ veloci di 2-3 secondi rispetto a una Sbk.
La MotoGP fa da pioniere per tutte le altre categorie. In top class, l¡¯impegno di ogni casa ¨¨ alto e le informazioni e l¡¯esperienza accumulata vengono poi trasferite alla serie. Infatti, sottolinea Pirro, ¡°gli ultimi anni del V4 sono frutto del lavoro in MotoGP¡±. Le sensazioni che pu¨° provare un motociclista sono simili a quelle della Desmosedici e le prestazioni paragonabili a una moto da corsa.
Dalla MotoGP alla Sbk, e viceversa
¡ª ?Saltando da una moto all¡¯altra, come si deve adattare un pilota? Come gi¨¤ anticipato, lo stile di guida rimane pressoch¨¦ invariato. In frenata, l¡¯impianto in carbonio di una MotoGP ha una potenza e un mordente decisamente superiore, proporzionati alla velocit¨¤ massima del mezzo, ma non richiede particolari attenzioni (esclusa la fase di riscaldamento) rispetto ai tradizionali dischi in acciaio.
La Sbk ¨¨ pi¨´ permissiva e trovare il feeling ¨¨ pi¨´ immediato: infatti, chi passa dal Motomondiale al campionato delle derivate di serie (come gi¨¤ capitato in pi¨´ occasioni) potrebbe trovarsi meno in difficolt¨¤, ma il collaudatore italiano di Borgo Panigale ha fatto una interessante considerazione legata alla sua esperienza: ¡°Faccio pi¨´ fatica ad adattarmi a una Sbk che a una MotoGP, ci sono meno parametri, meno gestioni e situazioni e venendo da un livello alto, non ¨¨ semplice¡±. Infatti, per arrivare al massimo della prestazione bisogna trovare il perfetto legame con il mezzo e l¡¯abitudine di avere tante variabili per cucirsi la moto addosso potrebbe essere un grande condizionamento quando invece le variazioni da una modifica all¡¯altra sono pi¨´ limitate.
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