Rea: "Yamaha la scelta giusta. Sarebbe bello imitare Rossi. E mi ispiro a... Messi"

Il sei volte iridato si racconta dopo l'addio a Kawasaki: "Con loro ho realizzato tutti i miei sogni, ma era il momento di cambiare. Io come Valentino a Welkom? Oltre i miei sogni, ma Phillip Island mi piace..."

L'uomo dei record in Superbike si gioca la carta della rivoluzione. Rinnovarsi per vedere il proprio nome, Jonathan Rea, ancora davanti a tutti, come accaduto per sei anni, dal 2015 al 2020. Sarà la Yamaha la sua nuova sfida, scelta e voluta dopo nove stagioni in Kawasaki. 36 le primavere, 15 le annate trascorse in Superbike per il nordirlandese che ci accoglie sorridente, mostrando, nel corso dell'intervista, fiducia nei propri mezzi e grande tranquillità. L'assalto al trono di Alvaro Bautista nel 2024 sembra già partito col piede giusto.

Jonathan, come si sente all’idea di essere un pilota Yamaha?

“Onestamente sono davvero emozionato di essere in Yamaha. Ho voluto cogliere questa opportunità perché, dopo nove anni nello stesso team, avevo bisogno di cambiare. Sento di voler essere ancora competitivo e Yamaha mi ha concesso un’opportunità davvero vantaggiosa. Non sapevo quale tipo di team o quale moto avrei trovato, potevo solo vederli dall’esterno, ma fino al primo incontro potevo solo immaginare come fossero realmente. Mi sono sentito subito benvoluto: dal team manager allo staff dell’hospitality. Sono stati tutti di supporto e calorosi. Non vediamo l’ora di iniziare questa partnership insieme”.

A Jerez lei ha testato la moto ed è apparso soddisfatto. Come mai? Cosa ha funzionato?

“Ogni volta che cambi la moto ci sono delle aspettative e dubbi. Prima di un test ci si chiede: ‘E se non fossi veloce come prima? E se non avessi lo stesso feeling di prima? E se non trovassi la giusta direzione?’. Invece dopo pochi giri ho pensato ‘Wow, ho un ottimo feeling'. Sono felice della mia decisione. Chiaramente si tratta solamente del primo step. Poi verrà il lavoro di personalizzazione del mezzo. Ma, per essere il primo contatto, sembra procedere bene. Proveremo a migliorare insieme”.

Quando è nata la trattativa con Yamaha?

“Non ricordo il momento preciso. Ho iniziato parlando col team manager. Poi, durante la pausa estiva, ho preso la mia decisione. Già durante il weekend di Most (in Repubblica Ceca; n.d.r.), prima della sosta estiva, ero deciso a cambiare squadra. ? stato particolare: ho vinto la gara, ma è stato il momento in cui ho pensato di cambiare. Dopo questa decisione ero più rilassato, anche se è stata una delle scelte più difficili fatte in vita mia perché ho vissuto un’esperienza davvero bella nel mio team precedente. Mi hanno aiutato a realizzare tutti i miei sogni: sei titoli iridati e più di 100 vittorie. Quindi ovviamente stavo per prendere una decisione difficile. Ho trascorso alcuni giorni tristi complicati, intento a pensare. Comunque, una volta stabilita la mia scelta, mi sono sentito rilassato e deciso a concludere il campionato nel migliore dei modi prima di iniziare l'avventura con Yamaha”.

Lei è un grande fan di Valentino Rossi, che nel 2004 esordì sulla Yamaha vincendo al primo colpo a Welkom in MotoGP. Sogna un debutto simile? Qualcosa del tipo: subito vincente alla prima gara in Yamaha.

“Direi che questo andrebbe ben oltre le mie più ardite aspettative. Certo, dobbiamo essere competitivi se vogliamo lottare per il titolo, che è il nostro obiettivo. Però essere già forti nelle prime gare sarebbe un sogno. Phillip Island mi piace molto, solitamente la R1 è forte in quel circuito. Sarebbe una bella storia…”.

Facciamo un piccolo gioco. Quali qualità prenderebbe da Toprak Razgatlioglu, il pilota che lei ha rimpiazzato in Yamaha?

“Come effettua la parte finale dell’ingresso in curva. ? molto forte. Toprak entra in curva completamente di traverso con la moto, riuscendo a fermarla per poi girare. Così è riuscito a fare molti sorpassi quest’anno, anche a Bautista, perché entra di traverso. Ho capito il motivo: la Yamaha sembra una moto semplice da utilizzare per elettronica e set up, impostata su un telaio molto agile. E così ora riesco a intuire come faceva a guidare in quel modo. Sono curioso di vedere se avrò modo di inserire il mio tocco, il mio stile sulla moto”.

Dunque sarà cruciale il passaggio dallo stile di Toprak al suo.

“Sinceramente, Yamaha sta lavorando in una finestra molto ampia. Riusciamo a vedere che Locatelli è veloce, lo stesso vale per Gardner, Aegerter e appunto Toprak. Tutti questi ragazzi hanno stili diversi tra loro. Devo solo adattare la moto a me, capire le qualità della Yamaha. Così posso aiutarmi. Sono curioso di scoprire quale sia il nostro potenziale”.

Quattro anni fa Rossi e Hamilton si scambiarono moto e auto in un test. Non so se ricorda l’episodio. Cambierebbe la sua Yamaha per una F1? E per quale?

“No, cambierei la mia R1 solamente per una moto da cross 250 cc. Mi piace la F1, è bella da vedere, ma preferisco il motocross. Quindi se potessi cambiare, lo farei diventando pilota factory Yamaha (sorride ndr.)”.

Lei sta lavorando da qualche tempo con Andrew Pitt, che è stato il suo rivale in Supersport nel 2008. Proprio lui vinse il titolo. Com’è cambiato il vostro rapporto?

“Non parlerei di cambiamento. Anche prima ho sempre avuto un bellissimo rapporto con lui. Andrew e io in passato eravamo compagni di squadra e anche buoni amici. Lui è stato un campione del mondo, era molto competitivo. Già nel primo test insieme abbiamo avuto una bella sensazione. Passo dopo passo, ci siamo trovati bene. Dobbiamo continuare a lavorare insieme per capirci al meglio. Queste intese richiedono un po’ di tempo, ma i primi giorni sono stati comunque fantastici. Quindi sono felice, sicuramente abbiamo un bel rapporto basato su un grande rispetto”.

Qual è il più importante insegnamento che ha appreso da lui e dagli altri rivali?

“Beh Andrew è stato l’unico compagno di squadra, insieme a Checa, credo nel 2009, a battermi. Lottavamo per il Mondiale e il livello era alto. Ora gareggio con altri piloti, come Bautista, ed è diverso perché non siamo nella stessa squadra. C’è più rivalità e determinazione nel battere l’altro. La prossima stagione con Alvaro, Toprak e Locatelli sarà molto difficile. Ci saranno tante scuderie a giocarsi il campionato: prevedo una stagione molto competitiva”.

Come si prepara solitamente dal punto di vista fisico e mentale? Ha cambiato qualcosa nel corso della sua carriera?

“No per me novembre è sempre stato un mese tranquillo. Niente stress da allenamento o dieta: relax. Faccio qualche piccolo test o sport a casa, ma solo per divertimento. Di solito a dicembre inizio la mia preparazione, con l’obiettivo di essere competitivo a febbraio. Questo significa controllare l’alimentazione, essere il più forte possibile. Personalmente mi pongo obiettivi che sono basati su test scientifici. Inoltre, con alcuni target legati al peso, provo a essere più leggero rispetto alla passata stagione. Dal punto di vista mentale, invece, cerco di mantenere alta la confidenza lavorando con la squadra. Mi prendo sempre molto tempo per costruire buone relazioni insieme alle persone con cui lavoro. In questo modo, sono sicuro che, quando arriverà febbraio, sarò nella forma migliore”.

Ultima domanda: lei è anche un fan di Leo Messi.?Quali sono gli aspetti e i pregi che prenderebbe da lui?

“Qualche settimana fa ha vinto il Pallone d’oro, il premio più prestigioso nel calcio. Non mi ricordo la sua età, penso simile a me. Leo è un perfezionista. Non smette mai di lavorare su se stesso e sulla squadra. Non gli importa di niente se non di giocare a calcio. Lui vuole sempre vincere e in questo mi assomiglia. Anch'io voglio la stessa cosa e cerco sempre di continuare a migliorarmi. Messi è il migliore di tutti i tempi nel calcio, secondo me, ed è anche un ragazzo molto in gamba”.