Superbike verso il 2024 con luci e ombre: più piloti di nome, ma meno gare. E non tutti esultano

Mondiale Sbk 2024 dai due volti. Da una parte, il lato positivo: sarà un campionato di alto livello sul piano tecnico e agonistico visto anche il movimento del mercato con piloti da prima fila che hanno cambiato casacca. Dall’altro, il lato negativo: sarà un campionato “ristretto”, con soli 12 round, di cui 11 in Europa e uno solo extra europeo, quello del 24-25 febbraio a Phillip Island, in Australia. Rispetto ai circuiti c’è attesa, non senza preoccupazioni, per le due inedite tappe sul circuito di Cremona (dove non c’è neppure mai stata una prova del CIV) e sul circuito ungherese di Balaton Park, nei pressi dell’omonimo lago. Insomma, un Wsbk che sul piano geografico ricorda il Motomondiale “europeo” dei primi anni ’50, ben lontano dai tempi dell’organizzazione Flammini con metà campionato (di 12-14 round) su circuiti in tutti i continenti con allora tappe in Giappone, Usa, Canada, Sud Africa, Nuova Zelanda, Russia, Qatar.?

i piloti

Una Superbike che si restringe mentre la MotoGP s’allarga ancora: nel 2024 avrà ben 22 GP, di fatto 44 gare con 10 tappe extra europee in Qatar, Stati Uniti, Argentina, Kazakhistan, India, Indonesia, Giappone, Australia, Thailandia, Malesia. Dunque 5 GP in Asia, sempre più appetibile economicamente anche per il mercato motociclistico. Di positivo sul mercato piloti svettano i passaggi di Toprak Razgatlioglu dalla Yamaha alla Bmw e di Jonathan Rea dalla Kawasaki alla Yamaha nonché l’arrivo in Sbk di due piloti-personaggi: nel Team ufficiale Ducati-Aruba debutta il neo iridato WorldSSP Nicolò Bulega, 24 anni, e con la Ducati V4-R del Team Go Eleven c’è il ritorno alle corse dopo quattro anni di assenza, proprio nel Wsbk, di Andrea Iannone, 34 anni con tanta voglia di risalire la china.?C’è poi l’incognita, dal 2024, della nuova regola del peso minimo moto-pilota con la Ducati ufficiale del dominatore degli ultimi due mondiali, Alvaro Bautista, zavorrata di ben sette chili.?

le scelte ai vertici

Un campionato 2024 con grandi Case impegnate ufficialmente: con Ducati decisa a restare sulla vetta e con Yamaha, Kawasaki, Honda decise a porre termine all’egemonia dei bolidi di Borgo Panigale. Tornando alla qualità e alle prospettive del Wsbk non si può non prendere atto, se non proprio di uno smantellamento, di un alt allo sviluppo strategico, tecnico, organizzativo, di questo campionato da parte del Promoter Dorna, impegnata a testa bassa a sviluppare la MotoGP, intesa come gallina dalle uova d’oro, con la FIM (Federazione motociclistica internazionale) sostanzialmente consenziente, ridotta al ruolo di supporter del promoter. In questo senso è significativa la scelta di Motul, lo sponsor che marca il Wsbk, orientato in tempi rapidi a spostare con la benedizione Dorna i propri investimenti dal campionato mondiale delle derivate di serie alla MotoGP. Dorna non dice di voler abdicare al proprio impegno nel Wsbk ma dimostra con i fatti di volerlo ridimensionare, intanto geograficamente, limitandolo nei confini europei, già nel 2014 con una sola eccezione, quella del round in Australia.?

Chi si ricorda dei tempi quando si parlava di una SBK capace di ridimensionare il Motomondiale, di fatto… “sostituendolo”, o quando fino a pochi anni fa, lo stesso presidente FIM Jorge Viegas criticava apertamente il monopolio Dorna annunciando cambiamenti profondi nella gestione del Wsbk che poi non sono mai arrivati? Pensare che l’unica eccezione a livello dei mondiali di velocità nel motociclismo è data dal Mondiale Endurance (l’EWC che nel 2023 ha avuto successo nella 24 Ore di Le Mans, nella 24 Ore di Spa, nella 8 Ore di Suzuka, nella 24 Ore del Bol d’Or a Le Castellet) gestito da Warner Bros, la società multinazionale titolare di tutti i diritti della Formula 1, cui non manca niente per estendere il proprio impegno nel motociclismo, ad esempio gestendo il Wsbk e proiettandolo verso nuovi orizzonti. Le rivoluzioni, si sa, non si annunciano, si fanno. Qui non c’è nessun annuncio e annunci di “rivoluzione” della gestione Sbk non sono previsti. Evidentemente ognuno tira l’acqua al proprio mulino teso a gestire il proprio orticello. Così c'è qualche mugugno fra Case, piloti, fan per una Sbk che rischia sempre più di diventare la “serie B” del motociclismo.