Sbk, Stefano Cecconi, Aruba.it Ducati: "Bautista è più unico che raro"

Il team principal Aruba.it Racing Ducati campione del mondo: "La prossima stagione sarà una grossa incognita"

Una stagione straordinaria per il team Aruba.it Racing Ducati quella appena conclusa suggellata dalla triple crown che sancisce la conquista dei tre titoli in palio: pilota, costruttori e team. Un campionato del mondo deciso a Jerez in gara 1 durante l'ultimo round della Superbike 2023, ma già "messo al sicuro" nel weekend di Portimao grazie alle tre vittorie dell'iridato che hanno permesso allo spagnolo della rossa un vantaggio di ben 60 punti su Toprak Razgatlioglu. Abbiamo intervistato Stefano Cecconi, team principal Aruba.it Racing Ducati, appena sceso dall'aereo di ritorno da Jerez, e questo è quello che ci ha raccontato...

Innanzitutto complimenti per la splendida tripletta, raccontaci, come è andata questa stagione??

"Sulla carta poteva sembrare facile, partivamo con la moto e il pilota campione del mondo in carica e tutti si aspettavano il risultato. In realtà ce la siamo sudata veramente tanto perché Toprak Razgatlioglu è un avversario incredibile, per tante tante tappe c'è stato anche Jonathan Rea, poi ha avuto un po' di calo nel finale, e sono rimasti a lottare in due, però il livello se mai possibile è stato ancora più alto dell'anno scorso. L'avevamo preparata bene, durante tutti i test invernali, tutto quello che potevamo fare per prepararci l'avevamo fatto con dei buoni riscontri. Ci sono state delle evoluzioni sulla moto, ma niente di troppo importante, nessuno stravolgimento. Eravamo preparati, ma non è stata una passeggiata, anche se può esserlo sembrato visto che siamo arrivati all'ultima tappa con un buon vantaggio. Le ultime gare di Portimao e Jerez ne sono stata la dimostrazione, gare epiche da vivere, non tanto ai box, ma da casa penso siano state divertenti.?

Quando hai percepito che era fatta durante questa stagione?

"Ho cominciato ad essere relativamente ottimista, sono un tecnico, non è che l'ottimismo è proprio parte del mio Dna, a Portimao, perché sapevano che quella era una pista dove sapevamo che Toprak Razgatlioglu sarebbe stato fortissimo e avrebbe puntato alla tripletta, invece è successo esattamente l'opposto. Alvaro, invece che giocare in difesa, ha giocato in attacco ed è riuscito a vincere tutto. A Jerez ero molto più tranquillo, al di là di un po' di nervosismo, però sapevo che la pista sarebbe stata, non dico favorevole, ma sicuramente non "casa" di Toprak, come invece è sempre stato il Portogallo. Siamo arrivati abbastanza tranquilli, però l'infarto fino all'ultimo giro in gara 2 ce l'abbiamo avuto lo stesso. Addirittura con il colpo di scena finale che non ce l'aspettavamo e abbiamo vinto anche il titolo team in maniera rocambolesca: a pari punti con Yamaha e con i risultati durante la stagione in nostro favore. Lì non ero ottimista, Yamaha ha un'ottima squadra e aveva anche un po' di vantaggio. ? arrivato anche questo titolo, non potevo chiedere di più".

C'è stato un momento, proprio verso la fine della stagione, in cui avete avuto delle piccole difficoltà, a Most e Imola, ma anche con il decimo posto in gara 1 a Magny-Cours e il ritiro sempre in gara 1 a Aragon come avete superato questa situazione??

"Diciamo che ce le ha fatte superare Alvaro perché adesso ha una consapevolezza e una maturità molto diverse da quelle che aveva nel 2019. Finché l'errore per quanto spiacevole quando si verifica, ha una spiegazione. Quando il pilota torna e ti dice che sa perfettamente cosa è successo, il perché, come è andata e tutto è riscontrato dai dati, niente panico. Il problema è quando il pilota torna ai box ed è successo qualcosa e non ti sa dire perché, o peggio ancora ti dice di non aver fatto nulla di diverso o sbagliato, sono caduto e non capisco perché. Ecco, questo fa venire effettivamente un po' di preoccupazione, ma non è mai successo in questa stagione. Anche quando abbiamo sbagliato, sia noi come squadra che lui come pilota, ci siamo subito resi conto dei perché, quindi niente panico e siamo andati avanti, non tranquilli, perché tranquilli non siamo ma nelle corse, ma sereni".?

Due titoli iridati consecutivi: cosa vi ha insegnato il primo che è stato utile per conquistare il secondo??

"Forse proprio questo, non farsi mai prendere dal panico. Gli avversari sono tostissimi e Toprak Razgatlioglu è esattamente quello che è stato Jonathan Rea per tanti anni, un martello, sempre lì, se non può vincere ti fa comunque secondo. Sembra retorica, soprattutto quando lo dicono i piloti, lo dice anche Alvaro nelle interviste, non penso al campionato, guardo gara per gara, ma è stato veramente l'approccio giusto, cioè invece di fare tanti calcoli e di fare i ragionieri lui ha cercato di fare il meglio possibile anche se non era indispensabile. Ha sempre detto vedo se posso vincere, magari sono cinque punti di differenza tra primo e secondo, ma alla fine della stagione quei cinque punti possono essere fondamentali. Tanto è vero che, glielo devo riconoscere, se abbiamo vinto il titolo squadre a pari punti con Yamaha è perché lui non si è mai accontentato del secondo posto e quando ha potuto ha comunque vinto, anche se, dal punto di vista della ragioneria non serviva. Comincio ad avere qualche anno, mi vengono esempi forse passati un po' di moda. Alvaro non corre come Prost, corre come Senna".

Parliamo di Alvaro Bautista, un pilota cresciuto tantissimo...?

"Alvaro è più unico che raro. Non gli si può dire niente, è un professionista assoluto, sia in termini di preparazione in pista, con la squadra, con il proprio compagno di squadra. ? andato sempre d'accordo con tutti quanti, anche fuori pista, durante i tanti impegni con gli sponsor. Non arriva mai un minuto in ritardo, arriva sempre un minuto in anticipo, praticamente è vicino alla perfezione da questo punto di vista. E come pilota, quello che ha fatto durante questa stagione è arrivato ad un grado di maturità... non so se sarà possibile vedere ancora qualche miglioramento, ma sicuro adesso siamo alla migliore versione di Alvaro da quando è iniziato a correre. Lo dice anche lui, si sente nello stato di forma e di serenità migliore avuto durante la sua carriera. E questo si traduce in risultati. Quando invece manca questa serenità, la consapevolezza, mancano un po' di cose, possono venire fuori delle belle gare, ma è difficile che venga fuori una stagione perfetta".?

Un team unito e una moto pressoché perfetta...?

"Considerando come ragiona Gigi Dall'Igna si può sempre fare meglio. Questo è l'approccio di Ducati. Continuano a lavorare nonostante dominano praticamente tutti i campionati a cui partecipano, noi abbiamo vinto anche la Supersport. In Superbike e in MotoGP è la moto di riferimento, ma vedo che lavorano un sacco che continuano lo sviluppo delle moto per limare tutte le piccole imperfezioni che ci sono sempre in un progetto che poi vengono identificate come dei potenziali punti deboli, senza mai accontentarsi. ? questa "insoddisfazione" perenne che sta portando i risultati. Uno potrebbe anche permettersi di rallentare, di investire di meno, ma non è assolutamente quello che stanno facendo. Stiamo già lavorando in ottica 2024. Non abbiamo fatto in tempo a concludere il campionato e già torniamo in pista con i test. Verranno portate delle migliorie anche per adattarsi al nuovo regolamento che è un po' un'incognita. Saranno necessari degli adattamenti sicuro dal punto di vista della moto e del modo di guidare dei piloti. Alvaro avrà una zavorra importante da gestire rispetto a quest'anno".

Cosa vi aspettate per la prossima stagione? Con nuove regole e avversari agguerriti, su tutti i cambi di squadra di Rea e Razgatlioglu??

"La prossima stagione sarà una grossa incognita. Avremo Toprak Razgatlioglu su una Bmw e non sappiamo minimamente cosa aspettarci. Potrebbe andare fortissimo o avere delle difficoltà, soprattutto all'inizio. Jonathan Rea sulla Yamaha lo stesso. Il pilota non si discute, la moto idem, ci abbiamo combattuto fino all'ultima curva a Jerez in gara 2, però accoppiata non sappiamo cosa aspettarci, quali saranno i loro punti di forza e di debolezza. Da questo puntosi vista ce ne saranno tante da scoprire e da capire. Sul regolamento, sulla carta, Ducati tecnicamente sta già facendo tutti i ragionamenti necessari per capire come gestire questo aggravio di peso, in particolare per Alvaro e eventualmente come intervenire sulla moto a livello di bilanciamento e di set up. Durante questi test anche Alvaro dovrà capire, caricheremo la moto di quanto necessario per vedere come cambia da guidare. Lui conosce perfettamente la moto di adesso, ci dirà come si sente con la moto appesantita. Sulla carta lo sappiamo, ma fra la teoria e la pratica dovremo vedere. Scopriremo qualcosa questa settimana con questi test e con i prossimi test invernali. A quel punto capiremo quanto saremo effettivamente pronti per la nuova stagione. Dobbiamo invece aspettare per vedere Toprak sulla Bmw perché non proverà subito la moto, questo rimarrà un'incognita per un po'".

E Bulega? Cosa vi aspettate da lui??

"Da Nicolò, diciamo che si è creata una situazione un po' particolare perché non è consuetudine portare un rookie della categoria direttamente in un team ufficiale. Normalmente, come è successo in passato con Michael Ruben Rinaldi, si prova ad introdurre un pilota in una categoria nuova con meno pressione passando da un team satellite, facendo un percorso di crescita più graduale. Nicolò avrà un battesimo del fuoco non indifferente. Si ritroverà in una categoria nuova, con la moto e il compagno di squadra due volte campione del mondo. Zero pressione per lui non può valere come approccio. Noi faremo tutto il possibile per aiutarlo, per non farlo sentire sotto pressione, sotto esame, ma lavorando in ottica crescita, non pretendendo il risultato immediato. Ma al tempo stesso è la cosa giusta anche per noi, avendo a disposizione Alvaro nello stato di forma in cui si trova sarebbe stato difficile affiancargli qualcuno ancora più forte. Se è il campione in carica vuol dire che in questo momento uno più forte non c'è. Non avrebbe avuto neanche tanta utilità giocare con due punte, al di là del costo, giocare con due top rider sarebbe anche una spesa non indifferente, ma anche non necessaria in questo momento, quindi è un'occasione un po' unica per fare questa mossa, introdurre un rookie direttamente nel team ufficiale. Per quanto riguarda il risultato puntiamo su Alvaro, la nostra garanzia, d'altra parte possiamo fare questo lavoro con Nicolò. Detto questo, visto come ha guidato, come ha dominato la Supersport e i test già fatti con la Suoperbike, un po' di aspettative se l'è create. Nicolò va forte, è molto serio, è un grandissimo professionista anche lui e, nonostante sia molto giovane, ha una grande esperienza, corre da una vita, era un'enfant prodige, tirato su dalla VR46. Zero pressione, ma un po' di acquolina in bocca ce l'ha fatta venire, quindi una stagione da rookie, ma dove, secondo me, ci toglieremo anche qualche soddisfazione con lui".

Avete festeggiato??

"Sì, relativamente, perché semmai, uno dei "difetti" di Alvaro è questo, anche la sera che vince il mondiale va a letto presto e la mattina si sveglia alle 5 e mezza per andare ad allenarsi. Diciamo che su come fare godersela dobbiamo lavorarci un po', è uno dei punti sda migliorare in futuro. A parte gli scherzi, era già concentrato sui test quindi non voleva esagerare per poi magari non essere al 100% per i test che essendo i primi che facciamo, sono importantissimi per impostare il lavoro. Diciamo che si è contenuto nei festeggiamenti per dare tutto nei test, sicuramente prima di Natale farà la festa e lì lo vedremo al 100% anche da quel punti di vista, una volta all'anno può permetterselo anche lui. Poi tra un po' si riparte, scatta la wild card a Sepang di Alvaro in MotoGP".